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Bologna
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Samuele Menin
dal 3/3/2010 al 17/3/2010
lun-sab 11-13 e 15-19

Segnalato da

neon campobase



approfondimenti

Samuele Menin



 
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3/3/2010

Samuele Menin

neon>campobase, Bologna

L'artista tenta di comprimere nel suo lavoro i trent'anni di attivita' di Neon e di darne nuova testimonianza. Ogni annata, ogni decade ha avuto le sue mode, e ogni moda il suo colore. Da questo presupposto ha preso avvio uno degli interventi di Menin. Il secondo, invece, da' voce a parte dell'archivio della galleria, creando una struttura in legno su cui trovano posto 300 pellicole di stampa che lo spettatore volendo puo' usare in varie combinazioni.


comunicato stampa

Neon sta per raggiungere la soglia dei trent’anni di vita: trent’anni di esperienze, trent’anni di mostre, trent’anni di feste, trent’anni di cultura, trent’anni di vita bolognese, trent’anni di arte contemporanea. In questo lungo lasso di tempo, si è andata man mano accumulando nei suoi meandri una grande quantità di testimonianze, fotografie, inviti, manifesti, ritagli di giornali, locandine, ecc... un archivio prezioso e importantissimo che Samuele Menin ha deciso di recuperare e utilizzare per realizzare i propri interventi in occasione di questa mostra “omaggio”.

Ogni annata, ogni decade ha avuto le sue mode, e ogni moda il suo colore: per questo volendo si potrebbe datare una fotografia a partire dai colori e dalle sue atmosfere che la caratterizzano. Da questo presupposto ha preso avvio uno degli interventi dell’artista. Samuele Menin è andato infatti a individuare dei punti colore tra i più caratteristici di ognuna delle fotografie delle tre decadi: giallo, arancio, blue jeans, violetto, fino a identificarne undici come i punti luce presenti nella galleria. Ha fatto poi realizzare una lastra di vetro corrispondente a ciascun colore, con cui ha poi sostituito le lastre trasparenti normalmente utilizzate per l’illuminazione degli spazi; ha ottenuto così un cambiamento di atmosfera che vuole essere la somma percettiva dei tanti anni di Neon.

Il secondo intervento invece dà voce a parte dell’archivio della galleria, creando una struttura in legno su cui trovano posto trecento pellicole di stampa: una selezione di immagini dell’archivio che lo spettatore volendo può andare ad usare sfilandole dal supporto e ricomporre in varie combinazioni su alcune lavagne luminose. L’artista tenta quindi di comprimere nel suo lavoro i trent’anni di attività di Neon e di darne nuova testimonianza.
Fatti e basta da versare dentro a sé

Mi servì un extallativo luminoso, guttembergaro gelatinoso, camera oscura a incandescenza, spaccacaratteri, mascherapagine, accrocchi a sbalzo, alchimisticamente antipsichiatrico, diapocolloso, appiccicadiapo, stringifermagli, buie soffitte e solletico di ragnatela, grappa...Reflections... mentre bevevo nella sala vidi passare un catalizzatore, rabdomante, cercatore di stratificazioni sociali e densità emotive, proprio un bravo guaglione, a cui chiesi di accendere e che mi rispose il sapore di caffè in bocca mi rimane per molto tempo, fino a quando mi dimentico di pensarci. Sorseggiando notai che c’era un occhio tra le mele, un malocchio.

L HB QN M@QQ@ Y HN MD.

Decisi quindi di finire le arachidi a Super Pippo. Ad un tratto fantasmi percorsero la mia vita e vidi immagini sporgersi dalle pareti. Pensai che quei due cavalieri con corazze d’inchiostro che ogni sera mi danno il loro saluto prima del sonno, fossero in realtà due instancabili agrimensori che nel campo distribuiscono una lettera qua una lettara là... forse a crearne un perimetro, chissà... fino all’estinzione. Per non perdermi ricordai una filastrocca narratemi dai nani giganti, prendi una sasso e rompi il vetro della porta. Prendi un bastone e rompi il vetro della porta. Prendi una scarpa e rompi il vetro della porta. Prendi un libro e rompi il vetro della porta. Prendi la tua testa e rompi il vetro della porta. Prendi il sasso il bastone la scarpa il libro la testa e guarda dentro dietro la porta. Mi sentii un po’ come Pierino... Na nello squarcio da Étant Donnés causato dal suo stesso pugno il gallerista precipita inesorabilmente nella sua archeologia personale… from inside the word. L’ho tagliato. L’ho ritagliato. L’ho scritto. L’ho illuminato di nero e gli ho dato forma. Gli ho dato contorno, gli ho dato odore. Gli ho dato l’anima sui bordi e l’ho lasciato andare, piano, piano, piano. L’ho ripreso, l’ho sovrapposto di nuovo e di nuovo ancora fino a spezzarlo. E non era ancora abbastanza. Decisi che tutti i lavori non erano fatti per essere guardati ma fatti e basta.

Ripensai alla Teoria dei sei gradi di separazione: è un’ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari, e alla possibilità che avevo di incontrarti ma... l’avventura il tuo volto dice tutto, parlasti: mi sento scossa agitata agitata un po’ nervosa acida come di più non si può di più non si può come un acido. Mi sento grande come una città, come una città, una gigante acido, suono sento solo te, sento solo te il resto che cos’è … e cominciasti cantare:

Par essence elle est paresseuse | Est-ce vraiment la paresse | Ou trop de quoi ou qu’est-ce... | Apparemment elle est heureuse | C’est la plus heureuse des paresseuses

De toutes les matières | C’est la ouate qu’elle préfère | Passive, elle est pensive | En négligé de soit | C’est la ouate | De toutes les matières | C’est la ouate qu’elle préfère | Passive, elle est pensive | En négligé de soie | C’est la ouate.

Pas bosseuse | Et tous les beaux mecs s’usent | Elle s’en fout, elle balance | Son cul avec indolence | Elle s’en fout ell’ s’balance | De savoir ce que les autres pensent

De toutes les matières | C’est la ouate qu’elle préfère | Passive, elle est pensive | En négligé de soit | C’est la ouate | De toutes les matières | C’est la ouate qu’elle préfère | Passive, elle est pensive | En négligé de soie | C’est la ouate.

Elle déchire les pages de tous les dictionnaires | Elle n’a que quelques mots à son vocabulaire | Amour par terre et somnifères | En d’autres mots elle se laisse faire

De toutes les matières | C’est la ouate qu’elle préfère | Passive, elle est pensive | En négligé de soit | C’est la ouate | De toutes les matières | C’est la ouate qu’elle préfère | Passive, elle est pensive | En négligé de soie | C’est la ouate.

Questo testo è stato composto unendo i commenti chiesti ad un gruppo di artisti sul mio lavoro hanno partecipato: Francesco Arena, Simone Berti, Davide Bertocchi, Pierluigi Calignano, Alessandro Ceresoli, Patrizio Di Massimo, Ettore Favini, Michael Fliri, Maddalena Fragnito De Giorgio, Luca Francesconi, Christian Frosi, Renato Leotta, Marcello Maloberti, Nicola Martini, Alessandro Nassiri, Giovanni Oberti, Diego Perrone, Marta Pierobon, Luigi Presicce, Valerio Rocco Orlando, Alessandro Roma, Antonio Rovaldi, Davide Savorani, Sophie Usunier, Mauro Vignando e Italo Zuffi. Un grazie sincero a tutti.

Inaugurazione giovedì 4 marzo 2010, ore 19

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via Zanardi, 2 Bologna
orari: lun-sab 11-13 e 15-19
ingresso libero

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