Opera Rebis
Roma
via dei Volsci, 114
366 1880377
WEB
C'era una volta un futuro
dal 4/3/2010 al 20/3/2010
giovedi' - sabato 18-21, o su appuntamento
366 1880377, 339 2804814

Segnalato da

Opera Rebis




 
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4/3/2010

C'era una volta un futuro

Opera Rebis, Roma

Una mostra collettiva di giovani artisti italiani che trae origine da una doppia ispirazione; la prima e' la condizione di precarieta' - esistenziale, oltre che economica - dell'attuale periodo storico, la seconda nasce dalle caratteristiche stesse della struttura espositiva: un ex fabbrica di materassi. A cura di Antonia Alampi e Anna Simone.


comunicato stampa

a cura di Antonia Alampi e Anna Simone

Thomas Bugno ~ Luca Cutrufelli ~ Dario D’Aronco ~ Marco Fedele di Catrano ~ Marco Di Giovanni Elettrophonica ~ Michele Giangrande ~ Alessendro Giuliano ~ Giorgio Orbi ~ Christian Niccoli ~ Agnese Trocchi

“ (…) tra l’opprimente imprevedibilità di un futuro infinitamente aperto e tuttavia senza avvenire e l’ingombrante molteplicità di un passato ritornato a essere opaco, il presente è diventato la categoria della nostra comprensione di noi stessi”. Marc Augé, Che fine ha fatto il futuro? Dai non luoghi al non tempo

Venerdì 5 marzo 2010, dalle ore 19.00, in via dei Volsci 114/116, lʼAssociazione Culturale Opera Rebis presenta C’era una volta un futuro, progetto a cura di Antonia Alampi e Anna Simone.
C’era una volta un futuro è una mostra collettiva di giovani artisti italiani, alcuni conosciuti, altri emergenti, che trae origine da una doppia ispirazione.

La prima, latu sensu politica, è la condizione di precarietà – esistenziale, oltre che economica – dellʼattuale periodo storico, caratterizzato da unʼinstabilità che cancella nelle giovani generazioni, compresse tra un passato che si espande e un futuro che recede, quella carica emotiva necessaria nel perseguire le ambizioni e coltivare i sogni.
La seconda nasce dalle caratteristiche stesse della struttura espositiva. Ex fabbrica di materassi prima, associazione culturale tunisina poi, locale in vendita oggi, la sede ospitante è uno spazio in disuso nel cuore del quartiere romano di San Lorenzo, scenario di storie (micro-industriali, di contestazione sociale, d’immigrazione, di vita studentesca e d’importante sperimentazione artistica) fortemente rappresentative degli ultimi anni.

Non contesto deputato all’arte, stabile e cristallizzato, ma luogo transitorio, del cui passato si hanno informazioni approssimative e il cui futuro è assolutamente imprevedibile. In questo senso, perdendo ogni connotato di compiacimento vintage, lo sfuggente genius loci del suo presente e le caratteristiche del suo degrado divengono metafora della provvisorietà e della spersonalizzazione del tempo che stiamo vivendo.

Gli artisti invitati, molti dei quali hanno realizzato interventi site-specific assumendo per oggetto le evidenze spaziali e materiali del contesto, rielaborano la tematica affrontata attraverso differenti linguaggi espressivi, ognuno in uno spazio fisicamente delimitato.

In questo modo, la rarefazione e il senso d’isolamento indotti (per citare Zygmunt Bauman) dalla odierna “società liquida”, sono espressi attraverso un percorso la cui unitarietà è deliberatamente (e forse inevitabilmente) frammentata.
La rielaborazione delle caratteristiche morfologiche dellʼarchitettura, il concetto di limite imposto, l’obsolescenza tecnologica, le visioni nostalgiche o apocalittiche, le simbologie abusate, sono solo alcuni dei diversi aspetti trattati da opere che s’inseriscono, si amalgamano e traggono ispirazione dallo spazio stesso.

Durante l’intero periodo di apertura della mostra, allʼinterno degli spazi espositivi, si susseguiranno diversi eventi collaterali – concerti, incontri, performance, workshop – in collaborazione con curatori esterni.

Il giorno dellʼinaugurazione, dalle 20.30, si esibiranno gli Elettrophonica diy sound machines.
Elettrophonica è un progetto sonoro nato nell’autunno del 2008 dalla collaborazione tra Francesco Landolfi e Valentino Diego, con lo scopo di individuare e costruire apparecchiature meccanico – elettroniche che generino suoni. L’obiettivo che il duo si propone è quello di creare attraverso questi congegni in continua evoluzione e trasformazione, dei luoghi sonori sospesi tra lʼinstabile e lʼossessivo.

In occasione della mostra sarà presentata una pubblicazione in edizione limitata edita da Boîte a cura di Antonia Alampi e Anna Simone con contributi di Federica Boràgina, Giulia Brivio, Gianni Romano, Valentina Tanni, Claudio Zambianchi, Antonia Alampi e Anna Simone e interviste agli artisti di Stefano Elena, Francesca Orsi e Chiara Vigliotti.

Il progetto si inserisce allʼinterno di un programma di attività organizzate da OPERA REBIS, Associazione Culturale no profit fondata nel 2008. Scopo dellʼassociazione, priva di una base “stabile”, è promuovere progetti artistici contemporanei in spazi non convenzionali, di volta in volta producendo, organizzando o sostenendo eventi culturali che intendono ri-appropriarsi, anche solo per un breve frammento temporale, dei numerosi spazi “inutilizzati” o abbandonati sparsi per le città, in Italia e allʼestero.

Opening venerdí 5 marzo dalle ore 19

Opera Rebis
via dei Volsci, 114 - Roma
apertura dal giovedì al sabato dalle 18 alle 21, o su appuntamento

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