La citta' imperiale accoglie 4 sculture dell'artista, fra le piu' rappresentative del suo lavoro. Le opere si inseriscono con armonia all'interno delle mura del Palazzo e rispecchiano la solennita' di questi spazi.
Maria Cristina Carlini è la prima scultrice contemporanea ad esporre nel grandioso complesso della Città Proibita di Pechino. Dall'11 marzo al 10 aprile la città imperiale apre infatti le porte per accogliere quattro sculture monumentali dell’artista, fra le più rappresentative del suo lavoro.
Le opere imponenti si inseriscono con armonia all’interno delle mura del Palazzo e rispecchiano in modo perfetto la solennità e la magnificenza che questi spazi da millenni ispirano. In tal senso, spicca la scultura Legami, in acciaio corten e piombo, dalle grandi dimensioni di cm 470x280x270.
In omaggio alla storia della Città Proibita, che in passato svolgeva anche la funzione di roccaforte a protezione dell’imperatore che vi risiedeva, si ammira l’opera in acciaio Fortezza (cm 440 h - 500 Ø).
Colore dominante della residenza imperiale è il giallo, simbolo della famiglia reale. L'unica eccezione è costituita dalla biblioteca, dal tetto nero: il nero, che simboleggiava l’acqua, si credeva potesse proteggere i volumi in essa contenuti dal pericolo del fuoco. L’opera Letteratura, in acciaio corten (cm 250x500x250), si pone così in totale sintonia con un luogo che è stato anche centro prezioso di trasmissione del sapere.
Per secoli riservata ai membri della casa imperiale, la Città Proibita è oggi accessibile a tutta la popolazione cinese e del mondo: in onore di questa apertura reale e simbolica Maria Cristina Carlini espone Out & In, scultura in ferro (cm 200x185x400) che già nel nome fa intuire la volontà di stabilire un’interazione con il pubblico attraverso un’opera da cui si possa “entrare e uscire”. Una scultura “che accoglie”, per un’artista che fa dell’apertura un elemento fondante della sua poetica.
Per questa particolare occasione la municipalità di Pechino pubblica un volume interamente dedicato a Maria Cristina Carlini, con testi critici di Guo Xiao Chuan e Vincenzo Sanfo.
Breve storia della Città Proibita
La Città Proibita si estende su una superficie di 72 ettari, racchiude 800 edifici, per un totale di circa 9.000 stanze.
La sua costruzione iniziò nel 1406 e durò 14 anni, impiegando circa 200.000 uomini. L'asse principale del nuovo palazzo si trovava a est dei palazzi della Dinastia Yuan, un fatto non casuale perché così facendo questi ultimi si sarebbero venuti a trovare a ovest del nuovo edificio (la "zona della morte" secondo il Feng shui).
Fra il 1420, anno del completamento, e il 1644, quando una rivolta contadina guidata da Li Zicheng la invase, la Città Proibita fu la sede della Dinastia Ming. Successivamente la Dinastia Qing tenne qui il quartier generale del potere politico cinese. Dopo essere stata la residenza di 24 imperatori (14 della Dinastia Ming e 10 della Qing), nel 1912 la Città Proibita cessò di essere il centro del potere politico cinese, con l'abdicazione del giovane imperatore Pu Yi.
Pu Yi ottenne il permesso di rimanere nel complesso imperiale fino al 1924, quando Feng Yuxiang prese il controllo di Pechino per mezzo di un colpo di stato, espellendo l'ex imperatore.
Poco dopo venne istituito il "museo nazionale del palazzo", in cui erano esposti i numerosissimi tesori raccolti dagli imperatori nei cinque secoli in cui avevano dominato la Cina. Durante la seconda guerra sino-giapponese (1937 - 1945) la sicurezza di tutti questi tesori venne messa in pericolo e si decise quindi di riportarli nella Città Proibita. Nel 1947, dopo diversi spostamenti in numerose località della Cina, tutti i manufatti trasportabili (provenienti sia dalla Città Proibita che dal palazzo imperiale di Nanchino) furono definitivamente portati sull'isola di Taiwan dove oggi formano il cuore del "museo nazionale del palazzo".
Nel 1987 la città imperiale è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco che l'ha riconosciuta come la più grande collezione di antiche strutture in legno conservate fino ai nostri giorni.
Oggi la Porta Tiananmen, la “Porta della pace celeste” da cui si accede al complesso, è decorata con un enorme ritratto di Mao Zedong, affiancato da due manifesti. Quello di sinistra reca la scritta "lunga vita alla Repubblica Popolare Cinese", mentre su quello di destra c'è scritto "lunga vita alla grande unità delle popolazioni del mondo". Queste frasi hanno un enorme significato simbolico, poiché la frase "lunga vita" era tradizionalmente riservata all'Imperatore della Cina, mentre oggi è utilizzabile anche per la gente comune, esattamente come è successo per la Città Proibita.
Immagine: Viandanti, 2009, acciaio corten, cm 400x250x140
Informazioni al pubblico:
Galleria Borgogna
Via Pietro Mascagni, 2 – Milano
Tel. 02.780884 – Fax 02.92878104
giannischubert@hotmail.com
Ufficio Stampa Irma Bianchi Comunicazione
Tel. +39.02.89404694 +39.02.89400732
Cell. 335.8315232 Fax +39.02.8356467
info@irmabianchi.it
Inaugurazione mercoledì 10 marzo 2010
Città Proibita, Pechino