Giacomo Guidi arte contemporanea
Per esempio scegliere una maniera felice. Le opere in mostra, disegni e fotografie, appaiono come il tracciato attraverso cui l'artista indica un'originale occasione di rinterpretare la figurazione.
Nel titolo Per esempio scegliere una maniera felice è contenuto in buona sostanza il senso della
mostra che ha anche ispirato una ricca raccolta di testi di prossima pubblicazione per la casa editrice
Derive e Approdi. Le opere che presento nella Galleria di Giacomo Guidi, disegni e fotografie,
appaiono come il tracciato, il catalogo di modalità e corrispondenze attraverso cui indico in forma
prescrittiva ed esemplare - appunto nella scelta di una maniera felice - un’originale occasione di
reinterpretare la figurazione. In questa prospettiva vorrei indurre chi guarda a pensare che
assimilando la figura al fondo, libera il suo sguardo dalla fuga illusionistica ed ideologica che ha
caratterizzato la modernità dall’astrazione al minimalismo, sino alle farneticazioni postmoderniste.
Queste opere sono affidate a un tragitto verso un comune destino tra sguardo ed esistenza dove
l’arte, nel suo identificarsi con il bene, si offre in forma di dono, di gloria, liberata da ogni
convenzione narrativa e resa vana alle promesse e all’avvenire.
I disegni che ho ottenuto riempiendo delle forme ritagliate o traforate, dove il fondo si fa partecipe
della presenza della figura, sono l’esito di un ancoraggio che però non si riferisce all’artificio di
sovrapporre una forma al fondo. Non ho, infatti, alcun interesse a mostrarne il processo o la
costruzione; sebbene sia stato proprio io ad averli realizzati, preferisco sbarazzarmi di quella
circostanza e guardare i fogli, l’essere sospesi alla parete in quel luogo e non altrove, nella piena
dimenticanza della loro genesi. Voglio che segnalino soltanto la loro posizione, la franchezza di una
presenza immemoriale che non può assumere il tempo per raccontarsi; che si offrano come oggetti
finiti, conclusi, ma senza rilevare nessuna traccia della loro evoluzione o dell’istante in cui hanno
raggiunto il loro compimento. Ecco che l’ancoraggio è inteso come ciò che fissa in un’unica
inquadratura la figura e il fondo in un accadimento che sospende ogni relazione semantica esibendo
la sua pura evidenza. Forse per questo non sono dissimili da certi motivi ornamentali che come
sappiamo si risolvono nella loro stessa sintassi concedendo al nostro sguardo di cogliere ciò che
appare e, allo stesso tempo, l’esaurirsi del suo divenire.
Entra così in gioco la maniera, che nella ripetizione e nella ridondanza trova la sua modalità. Una
modalità soddisfatta di sé. Appunto, felice. Riuscita, compiuta, capace di orientare favorevolmente
le sue potenzialità e dirigersi in una misura opportuna e convincente verso la sua realizzazione.
Quanto di più vicino all’occasione. L’occasione è, infatti, la saldatura tra maniera e felicità; è
l’esaurirsi di una possibilità nell’evento, nel senso di un incontro inderogabile in un luogo
conveniente e in un momento propizio. Non è un favore del caso, è semmai a favore di un’azione
che trova in quella circostanza la sua chiusura, la sua conclusione.
Pietro Fortuna
Inaugurazione: venerdì 12 marzo 2010 ore 19.00
Giacomo Guidi arte contemporanea
vicolo Sant’Onofrio 22-23 - Roma
dal martedi al sabato dalle ore 16:00 alle ore 19:30
Ingresso libero