Betta Frigieri Arte Contemporanea
In anteprima i nuovi lavori fotografici e video dell'artista, pensati appositamente per questa occasione espositiva. Il misticismo laico che spesso caratterizza la sua ricerca e' quanto mai evidente in questa serie ispirata ai Quaderni (1941-42) di Simone Weil. Gli scritti della filosofa francese costituiscono un interessante laboratorio di pensiero, fonte di profonde riflessioni e testimonianza di una rara integrita' esistenziale.
a cura di Luca Panaro
La galleria Betta Frigieri presenta in anteprima i nuovi lavori
fotografici e video di Silvia Camporesi (Forlì 1973), pensati
appositamente per questa occasione espositiva.
Il misticismo laico che spesso caratterizza la ricerca dell'artista è
quanto mai evidente in questa serie ispirata ai Quaderni (1941-42) di
Simone Weil. Gli scritti della filosofa francese, venuti alla luce in
forma pressoché clandestina e dunque pubblicati quasi interamente
postumi, costituiscono un interessante laboratorio di pensiero, fonte
di profonde riflessioni e testimonianza di una rara integrità
esistenziale.
La posizione etica fondamentale di Weil è quella di
mettersi sempre dalla parte degli oppressi. Silvia Camporesi prende
spunto da questa esperienza per indagare cinque figure di donne
costantemente in bilico fra il normale e l'anormale, autoritraendosi
nei loro panni. Uno di questi ritratti fotografici si riferisce proprio a
Simone Weil che, coerentemente al suo pensiero, decide di lavorare
per otto mesi nelle officine Renault per comprendere quella
condizione operaia che poi testimonierà sotto forma di diario e di
lettere (1951).
L'artista estende questa lettura ad altri interessanti casi al femminile
che oscillano tra il misticismo e la patologia mentale. La donna
tarantolata pugliese che presenta disturbi molto simili a quelli
dell'epilessia e dell'isteria, nonché un offuscamento dello stato di
coscienza e turbe emotive. La Santa Vilgefortis che per sfuggire al
matrimonio combinato dal padre, prega il Signore di trasfigurare le
sue avvenenti sembianze facendole crescere sul viso una folta
barba. La donna albina che in alcune culture è ancora considerata un
essere mostruoso o al contrario dotata di poteri magici. E infine la
mangiatrice di spade, citazione di una nota fotografia di Diane Arbus,
che muovendosi con sicurezza nel pericolo viene letta dall'artista
come la testimonianza di un atto di fede.
Dalla figura umana al paesaggio, Silvia Camporesi ritrae in una
suggestiva installazione una natura malinconica, a tratti surreale,
ricca di riferimenti letterari. La mostra si completa di un video che, in
armonia con le altre opere, riflette sulla possibilità di elevarsi
spiritualmente partendo dalla bellezza e dall'eleganza delle arti
marziali. Protagonista del video è infatti una campionessa europea di
Karate che esegue il kata UNSU (un combattimento simulato da
realizzarsi con grande precisione e agilità); la donna, chiusa in una
cella, ulteriore citazione della figura di Simone Weil, attraverso il
corpo esplora lo spazio e lo trascende.
Inaugurazione sabato 13 marzo 2010 ore 17
Betta Frigieri Arte Contemporanea
Via Giovanni Muzzioli 8, Modena
Orari di apertura mercoledì-sabato 16-19.30
ingresso libero