Enrico Baj
Marco Boggio Sella
Fioravante Caputo
Andrea Contin
Monica Cuoghi
Giovanni De Francesco
Angelo Del Bon
Kyle Field
Giuliano Guatta
Keith Haring
Andrea Kvas
Ezechiele Leandro
Sig. LoRusso
Jonathan Meese
Luca Monterastelli
Fabian Negrin
Luigi Ontani
Antonio Serrapica
Ryan Siegan Smith
Daniel Silver
L'uomo ridotto e' la definizione che Ezechiele Leandro dava della propria arte. Nelle istanze del suo lavoro si era consumata la totale sovrapposizione fra esistere e fare. Se esistono contadini senza terra, esistono anche nel sistema dell'arte entita' non catalogate o punti di vista meno noti anche su ricerche conosciute: con questa mostra Brown Project Space desidera parlare di tutto questo. Entita' autocefale alla cui base non e' la spontaneita', ma una forma di confidenza con l'Assoluto.
Artisti: Enrico Baj, Marco Boggio Sella, Fioravante Caputo, Andrea Contin, Monica Cuoghi, Giovanni De Francesco, Angelo Del Bon, Kyle Field, Giuliano Guatta, Keith Haring, Andrea Kvas, Ezechiele Leandro, Sig. LoRusso, Jonathan Meese, Luca Monterastelli, Fabian Negrin, Luigi Ontani, Antonio Serrapica, Ryan Siegan Smith, Daniel Silver
«Alla fine del XIX sec. gli europei avevano esplorato dei territori fino ad allora sconosciuti, quelle terre lontane non furono più solo fonti di oggetti impressionanti ma divennero interesse di studio. Nel 1882 si apriva a Parigi un museo di etnografia, una scienza nata da poco.
Nel 1893 si tenne a Madrid la prima mostra dedicata all'America centrale. Nel 1898 durante una spedizione nelle colonie africane gli Inglesi riscoprirono il Benin, gà scoperto dai portoghesi nel XV sec. Se la prima esposizione d'arte "negra" si svolse nella capitale francese non prima del 1919 la maggior parte dei pittori s'interessavano ormai da diverso tempo all'arte africana.
Il mercante D.Kahnweiler ricorda che, attorno al 1907, la maggior parte degli artisti parigini, fra cui Matisse, cominciano a collezionare sculture dell'Oceania e dell'Africa. Aggiunge che " mi sembra che un po’ prima il pittore tedesco Schmidt-Rottluff avesse già accumulato svariati oggetti a riguardo". Kirchner , a tal proposito dichiarò d'aver "scoperto" l'arte popolare nel 1904 appunto al "nuovo" Museo Etnografico. Maurice De Vlaminck ed i suoi amici André Salmon, Fracis Carco, Max Jacob vedevano anch'essi nell'arte africana una tappa decisiva del rinnovamento dell'arte occidentale.
In "Ritratti d'innanzi la morte" Vlaminck racconta come un giorno, di ritorno d'Argenteuil, scoprì per caso in un bar, fra le bottiglie di Pernod, alcune piccole statuette in legno e delle maschere portate dai figli del proprietario dopo un viaggio in Africa. Affascinato dagli oggetti, Derain persuase i suoi amici di comprarle. Verosimilmente fu poi lui a portarle nello studio di Matisse, il quale le ricevette un giorno mentre stava pranzando assieme a Picasso. Conosciamo la fine della storia raccontata da Max Jacob: l'indomani mattina vide Picasso nel proprio atelier curvo s'una pila di disegni che rappresentavano teste di donne dai lineamenti via via sempre più essenziali, primitivi, appunto». (da L'art naif di N. Brodskaia – ed. Baseline Co ltd, Nguyen Hue, Vietnam, 2007). Tradotto dal Francese
L'uomo ridotto è la definizione che Ezechiele Leandro (Lequile, 10 aprile 1905 – San Cesario di Lecce, 17 febbraio 1981) dava della propria arte. Nelle istanze del suo lavoro si era consumata la totale sovrapposizione fra esistere e fare. Nelle opere plastiche nate dall'impasto di terre, sabbie e cemento non c’è mai stata un'evoluzione di ciò che aveva visto fare nel Corno d'Africa ai tempi del periodo coloniale italiano, quanto piuttosto una riproduzione infinita dei limiti, o meglio, della parzialità dell'esistenza umana rispetto una persistenza cosmica.
Se esistono contadini senza terra, esistono anche nel sistema dell'arte entità non catalogate o punti di vista meno noti anche su ricerche conosciute: con questa mostra Brown Project Space desidera parlare di tutto questo. Entità autocefale alla cui base non è la spontaneità, ma una forma di confidenza con l'Assoluto.
Si ringraziano per la collaborazione Antonio Colombo, Suzy Shammah, Giordano Rossi e tutti i collezionisti che hanno reso possibile la realizzazione di questa mostra.
Inaugurazione giovedì 18 marzo 2010, ore 19
Brown Project Space
via Eustachi 3, Milano
su appuntamento
ingresso libero