La Generazione delle Immagini


6 - 1999/00 - Atmosfere metropolitane


Ruben Gallo



Oggi parlerò di sei artisti la cui opera si occupa di vari aspetti della vita quotidiana a Città del Messico. La capitale del Messico attualmente è la città più popolata del mondo, con una popolazione tra i diciotto e i ventidue milioni di abitanti. Siamo talmente tanti che nessun censimento è riuscito a contarci con precisione e siamo arrivati ad accettare un margine d'errore di quattro milioni nel computo: quattro milioni più, quattro milioni meno. La città è un mostro enorme in grado di far apparire e scomparire quattro milioni di anime ' vale a dire più del doppio della popolazione di Milano - sotto le sue gonne.
Ma il disordine e l'imprecisione non riguardano solamente le statistiche relative alla popolazione. Ogni giorno gli abitanti di Città del Messico esprimono il loro stupore circa il fatto che la città comunque funzioni: sembra un miracolo che aprendo il rubinetto l'acqua esca, che la metropolitana trasporti senza intoppi sei milioni di persone al giorno, che gli abitanti della metropoli più inquinata del mondo non siano tutti morti d'asfissia e che i camion passino tutte le mattine a raccogliere la spazzatura. Le statistiche, quando vengono pubblicate, sono apocalittiche: a questo ritmo l'acqua potabile sarà esaurita nel 2100; in certi mesi una banca al giorno viene assaltata in modo violento; e il Messico sta per strappare alla Colombia il primato di capitale mondiale dei sequestri di persona. Alma Guillermoprieto, una reporter messicana, poco tempo fa ha scritto che Città del Messico sembra il giorno dopo l'Apocalisse.
Ma nonostante tutto Città del Messico sopravvive ed è una delle città più vitali del mondo. Ci sono giorni in cui l'inquinamento offre una breve tregua e dalle strade della città si possono vedere le montagne e i vulcani che circondano la valle che ai tempi della colonia era nota come 'la regione dell'aria trasparente'. E persino nei viali più trafficati e rumorosi è possibile girare l'angolo e trovare ancora una strada, un giardino pieno di bouganville, una fontana coloniale che ci fa sentire, fugacemente, in un paesino di provincia.
Città del Messico è un luogo pieno di contraddizioni: in essa si scontrano giorno dopo giorno, passato, presente e futuro. Nella Zocalo, la piazza centrale della capitale, convivono ' come vicini scomodi ' le rovine del Templo Mayor degli Aztechi, distrutto dal conquistatore Hernan Cortez nel 1521, e la monumentale Catedral Metropolitana, simbolo della potenza della chiesa cattolica, pilastro del Messico coloniale. Di fronte alla cattedrale, i concheros ' giovani alla ricerca delle loro radici indigene, vestiti all'Azteca, con stravaganti abiti di piume e conchiglie marine, ballano e suonano strumenti preispanici per il turista. Alcuni anni fa, i concheros vantavano tra le loro fila la pronipote di Leon Trostkìj, che nonostante i suoi occhi azzurri e i capelli biondi, insisteva, ballando e suonando, nel voler recuperare le sue radici e tradizioni indigene.
La contraddizione e il paradosso ' l'ordine del caos, la sofisticazione della miseria, la modernità dell'antico ' sono due costanti nella vita quotidiana a Città del Messico. E' per questo che i sei artisti di cui parlerò oggi, hanno realizzato opere che con molta ironia presentano esempi dell'assurdità che struttura la vita quotidiana nella città piu grande del mondo. Vediamo adesso questi sei progetti dell'assurdo:

1. Rivoluzione e neoliberalismo
Uno dei paradossi più evidenti del Messico lo si ritrova nel suo sistema politico. Dal 1929, il paese è stato governato da un solo partito: il PRI o Partito Rivoluzionario Istituzionale. Nonostante i politologi e gli storici messicani non siano ancora riusciti a risolvere il mistero di come la Rivoluzione possa istituzionalizarsi, il PRI è riuscito a mantenere il potere. Nei suoi 71 anni di esistenza, la linea politica del PRI ha oscillato tra l'estrema sinistra e l'estrema destra: al momento della sua fondazione, fu concepito come un partito socialista, ma nell'ultimo decennio, la sua tendenza è stata chiaramente neoliberale, allineata con le politiche economiche di privatizzazione e libero mercato associate a Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Doppio paradosso: il PRI non solo ha istituzionalizzato la Rivoluzione messicana, ma l'ha anche neoliberalizzata.
Come antidoto alla politiche neoliberale degli ultimi due presidenti ' che hanno riempito il paese di imprese, negozi, e banche multinazionali ' l'artista Minerva Cuevas ha creato una corporation apocrifa, la 'Mejor Vida Corp.', dedicata a combattere il sempre più intenso consumismo che regge la vita messicana. Nel tentativo di creare un corto circuito in un sistema dominato dall'acquisto e dal consumo, la Mejor Vida Corp. offre prodotti e servizi completamente gratuiti.
Parodiando lo stile e le strategie di marketing delle multinazionali, la Mejor Vida Corp. vanta una pagina in Internet, e un ufficio situato al 14esimo piano della Torre Latinoamericana il grattacielo più famoso di Città del Messico. I clienti possono visitare gli uffici della corporation o andare sul sito Internet per acquistare i prodotti e servizi gratuitamente. Tra i prodotti offerti dalla Mejor Vida Corp. risaltano i seguenti: biglietti per la metropolitana di Città del Messico, che la Corporation distribuisce gratuitamente nelle lunghe file della metropolitana, oppure per posta a chi li richiede. La Corporation offre anche etichette con codice a barre disegnate affinché i prodotti del supermercato costino meno. Il cliente scrive alla Corporation, fornendo il nome del supermercato e il tipo di prodotto che desidera comprare, e a giro di posta riceve le etichette con i codici a barre modificati. L'unica cosa che deve fare è recarsi al supermercato, attaccare i codici a barre di Mejor Vida Corp. sul codice originale, e, immediatamente, il prezzo del prodotto scende del 90 per cento. Con questi codici a barre, una bottiglia di Tequila che normalmente costa 75 euro può costare 7,50.
Un altro prodotto offerto dalla Mejor Vida Corp. sono i semi magici ' semi di fagioli, mais o spinaci che distribuiti gratuitamente per combattere il consumismo. Agli impiegati della Corporation piace lasciare i pacchetti con i semi nei Bancomat: non è necessario prelevare i soldi per comprarsi da mangiare, dato che si può coltivare in casa. La compagnia regala anche buste con francobolli per fomentare la comunicazione e addebitare le bollette alle imprese telefoniche , come anche pillole di caffeina per evitare che i viaggiatori si addormentino in metropolitana o sull'autobus.
Oltre ai prodotti, Mejor Vida Corp., come tutte le imprese, offre anche servizi, anch'essi gratuiti. Tra questi figura il servizio di pulizia della metropolitana: ogni tanto, la direttrice della compagnia scende nei tunnel della metropolitana, prende una scopa dimenticata in qualche angolo, e dedica diversi minuti alla pulizia di banchine e scale.

2. Primomondismo e terzomondismo nel mondo dell'arte
Da un paio d'anni, un gruppo di artisti, critici e curatori messicani hanno cercato di togliere l'arte messicana dalla periferia per situarla all'interno dell'ambito internazionale. Prima, i giovani artisti in Messico lavoravano per gusto, per piacere, ma ora lavorano con l'ambizione di arrivare a Documenta, alla Biennale di Venezia o per lo meno a una galleria come Marian Goodman. Il caso più evidente di questa trasformazione è il Museo Carrillo Gil di Città del Messico. Si tratta di un piccolo museo che dipende totalmente dallo stato. Fu fondato come un museo d'arte messicana, e la sua collezione permanente include opere dei tre muralisti messicani: Rivera, Orozco, Siqeiros. Ciononostante, negli ultimi anni, questo museo ha deciso di dimenticare il muralismo terzomondista per trasformarsi in un'istituzione del primo mondo. Nelle sue sale non si espongono più paesaggi messicani, ma opere di figure internazionali quali Kosuth, Baldessari, Judd, e Gabriel Orozco.
Invitato a creare una installazione nel Museo Carrillo Gil, l'artista Stefan Brugemann decise di prendersi gioco delle ambizioni primomondiste delle istituzioni. Il museo, osservò l'artista, ha la pretesa di essere un'istituzione all'altezza del MOMA di New York o del Guggenheim di Bilbao, ma ha un problema che gli ricorda costantemente la sua situazione terzomondista: è privo di un parcheggio, un grande inconveniente del quale si lamentano in continuazione i visitatori nel libro dei suggerimenti, dato che al museo si può arrivare soltanto in automobile. Per enfatizzare la situazione paradossale di questo museo, Stefan Brugemann decise di installare un parcheggio fittizio sul tetto del museo. Si tratta di un parcheggio come molti altri di Città del Messico, con i posti debitamente delimitati colla vernice, salvo che le auto non possono salire sul tetto dell'edificio. I visitatori possono solamente arrivare a questo parcheggio a piedi, grazie alle scale del museo, dopo essere riusciti a parcheggiare la loro auto in qualche altro posto.

3. Ingenuità e Pirateria
In una città in cui ogni abitante passa una media di quattro ore al giorno in macchina ' la maggior parte delle quali in un ingorgo ' la radio ha acquisito un ruolo molto importante. La musica e i programmi trasmessi per radio sono responsabili del fatto che gli automobilisti non si alterino, non perdano il controllo, diventando assassini al volante. La radio è anche un'importante forum di dibattito ' ci sono dozzine di programmi dove i radioascoltatori chiamano per esprimere le loro idee politiche, la loro insoddisfazione rispetto al governo, le loro lamentele contro la burocrazia.
L'artista Taniel Morales s'interessa di radio come mezzo di comunicazione. Il suo interesse lo ha portato a costruire un trasmettitore di radio pirata a Città del Messico. Grazie a questa stazione illegale, Taniel trasmette programmi creati da lui. Alcuni sono di contenuto politico e alternano la musica con critica al governo. Altri, di carattere più sperimentale, hanno temi come 'gli UFO', 'L'Apocalisse del 2000' o 'La donna senza testa'.
Uno di questi programmi, 'La donna senza testa', una compilation di musica, commenti, e false telefonate del pubblico, fu trasmesso da Taniel in un autobus di Città del Messico. Al sentire commenti, canzoni e domande su una donna senza testa, nessuno dei passeggeri si mostrò sorpreso. Tutti ascoltarono la trasmissione di 45 minuti senza batter ciglio, come se si trattasse di un vero programma radiofonico su una donna senza testa. Ecco una parte di questo programma, che include il mambo 'il mio cervello' del musicista cubano Perez Prado.
[CD 1, 5: MI CEREBRO]
I programmi radio di Taniel Morales sottolineano un aspetto curioso degli abitanti di una città in cui la vita è dura e gli abitanti godono la fama di astuti e ingegnosi: i messicani sono terribilmente creduloni ' credono nei miracoli, nella vergine di Guadalupe, nei poteri curativi delle erbe e delle pozioni che si vendono nei mercati e per le strade. Le trasmissioni radiofoniche confermano questa estrema credulità con i loro astrologi e indovini che offrono consigli, con il loro programmi sullo spiritismo e le forze occulte. Burlandosi della creduloneria dei radioascoltatori, Taniel Morales preparò un programma sugli UFO, che include un'intervista con un alieno. In questo frammento, possiamo ascoltare la voce dell'artista che interroga un alieno, che parla una lingua inventata, seguita da una traduttrice che ripete le sue parole in spagnolo.
[CD 2, 7: Entrevista aliens]
Come parte della sua critica alla credulità del messicano, Taniel Morales comprende riferimenti ad altri aspetti della vita quotidiana in Messico. Il seguente segmento del programma sull'apocalisse, per esempio, registra la voce di un CHEMO, cioè è uno sniffatore di trielina, che nonostante il suo stato alterato, articola dure critiche contro il governo messicano.
[CD 2, 4: IL CHEMO]

4. Fanatismo e nazionalismo
[VIDEO DI ULISES MORA]
Le manifestazioni di strada sono un fenomeno quotidiano a Città del Messico. Almeno una volta alla settimana, c'è una marcia pubblica che porta dozzine o, seconda la causa, centinaia o migliaia di persone, per le strade e i monumenti della Città. La maggior parte delle marce e delle manifestazioni seguono un itinerario che va dal monumento più famoso della città ' la colonna dell'angelo dell'indipendenza ' alla Zocalo, la piazza centrale della città. Questo percorso è battuto da padri di famiglia che protestano per il basso livello delle scuole, da contadini che si lamentano dell'aumento dei prezzi, da gay che denunciano l'omofobia della società messicana.
Ci sono tuttavia un altro tipo di manifestazioni ancora più popolari rispetto a quelle di tema politico ' le manifestazioni improvvisate che nascono in appoggio alla squadra nazionale di calcio quando il Messico gioca contro un altro paese. Quando il Messico riesce a sconfiggere l'avversario calcistico, sembra che i 20 milioni d'abitanti siano tutti per strada. Una vittoria della squadra messicana può paralizzare completamente la città: c'è talmente tanta gente per strada che non si può circolare né in macchina né in autobus.
Questa euforia per la nazionale riguarda senz'altro un fenomeno di massa. In una performance intitolata 'provocazione gratuita', l'artista Ulises Mora ci ricorda che tutti i fenomeni di massa sono caratterizzati dal fanatismo. Durante una partita tra il Messico e l'Olanda, l'artista uscì per strada per unirsi alle masse di tifosi. L'artista, tuttavia, non manifestava il suo appoggio alla squadra messicana, bensì a quella olandese. Si vestì con la divisa della squadra olandese, e reggeva un cartello che recitava 'l'arte è provocazione'. La massa reagì in modo violento: scaraventarono il presunto olandese per terra e iniziarono a prenderlo a calci. Ulises Mora dovette correre via per salvarsi la vita.
[FINE VIDEO]


5. Educazione e burocrazia
L'università nazionale del Messico (UNAM) è l'università più grande del mondo: ha più di 250.000 alunni, e diverse migliaia di professori. E' una città all'interno della città ' la città universitaria. E' una regione geografica autonoma, e la polizia di città del Messico non vi può entrare. L'UNAM è anche la burocrazia educativa più grande del mondo. Da sette mesi l'università è in sciopero e gli edifici sono chiusi. Ci sono state centinaia di riunioni, convegni, dialoghi, ma il problema non si è ancora risolto.
Quando gli scioperanti e i professori si riuniscono per dialogare, perdono tutto il tempo per decidere le modalità con cui si deve svolgere la riunione.
Nel 1995, 4 anni prima dello sciopero, l'artista Jonathan Hernandez preparò un lavoro fotografico che trattava la burocrazia dell'UNAM. L'artista cerco di ottenere un tesserino da studente, e si rese conto che erano necessarie 40 pratiche diverse. Ecco l'opera che documenta il processo per ottenere la tessera.

Per questo lavoro fotoconcettuale e performativo, Jonathan ha finto di essere muto e cieco. E' andato da un ufficio universitario all'altro, portando con sé un foglio che chiariva la sua condizione e spiegava che aveva bisogno di una nuova tessera d'identificazione universitaria, in sostituzione della precedente. Il tutto si concludeva con la seguente richiesta: 'Per favore, scrivete cosa devo fare'. L'opera consiste in tre dozzine di fotografie dei diversi uffici che Jonathan ha dovuto visitare prima di riuscire a ottenere la sua tessera. Le polaroid sono accompagnate dai fogli di carta sui quali gli impiegati dell'Università hanno riportato le istruzioni da seguire. Questi messaggi telegrafici rivelano l'atmosfera burocratica che pervade l'Università. Su uno si legge: 'Vai alla biblioteca del Dipartimento e chiedi un attestato della restituzione di tutti i libri chiesti in prestito. Portala alla biblioteca centrale, falla timbrare e poi torna qui', su un altro: 'Possiamo farlo dopo le 12.00. Adesso sono le 11.00'.
Dal punto di vista dell'attuale situazione universitaria, il pezzo di Jonathan può sembrare una bizzarra premonizione del disastro futuro. Come può funzionare un'università in cui sono necessarie quasi quaranta tappe ' tra code, timbri e formulari ' per ottenere il duplicato di una semplice tessera' Credencial sordomudos, il titolo che Jonathan ha assegnato al suo lavoro, diventa quindi una critica tempestiva al maggior problema della UNAM: l'eccesso di burocratizzazione che finisce col minarne la missione educativa.

6. Urbanistica e teatro dell'assurdo
Nel suo video Tope blando [Dosso morbido, 1998], Ignacio Alcocer prende di mira un tratto bizzarro della progettazione urbana di Città del Messico, il numero eccessivo di dossi artificiali disseminati nel centro cittadino. In alcune aree, come il quartiere periferico in cui è stato girato il video, ci sono più di due dossi per isolato. Per questa video-performance, Ignacio Alcocer ha installato un finto dosso su una tranquilla strada residenziale, utilizzando la videocamera per documentare le reazioni degli automobilisti: tutti rallentavano fin quasi a fermarsi prima di passare sul finto dosso, a passo d'uomo. Ovviamente, non potevano 'sentire' il dosso, perché la gommapiuma si appiattiva sotto le ruote. Un paio hanno aperto la portiera e l'hanno toccato, per capire come mai fosse soffice, ma quasi tutti sono semplicemente passati oltre senza battere ciglio. Il video documenta anche l'azione di un passante ' un uomo anziano con un cappello di paglia, che sembra venire dalla campagna ' che passa sul dosso e poi si siede sul marciapiede a guardare cosa faranno le macchine, stupito dalla sua strana consistenza.
Tope blando non è ovviamente diretto contro l'abbondanza di dossi nelle strade di Città del Messico: è un lavoro sull'assurdità che permea la vita quotidiana nella capitale. Se fosse stato installato a New York o a Chicago, gli automobilisti avrebbero preteso di sapere chi fosse responsabile per il dosso morbido: sarebbero scesi dalle macchine per chiedere spiegazioni, ragioni, argomentazioni relative alla sicurezza, l'autenticità e le caratteristiche generali dell'oggetto. Con ogni probabilità, non sarebbe mai stato possibile installare questo lavoro in una città europea o americana: a proibirlo ci sarebbero state ordinanze comunali, norme antincendio e gruppi coalizzati di residenti.
Invece, a Città del Messico, gli automobilisti sono imperturbabili: un dosso soffice è solo una situazione assurda in più tra le tante che ogni cittadino è costretto ad affrontare durante la sua routine giornaliera. In una città in cui dei poliziotti ubriachi sono andati a schiantarsi con le loro auto-pattuglie contro il Grande Tempio Azteco, in cui ogni 6 gennaio la città inforna una torta lunga un miglio che racchiude il centro cittadino, in cui le migliori discoteche sono equipaggiate con una speciale sala d'aspetto per le guardie del corpo dei clienti, un dosso morbido non si nota neppure: capitano talmente tante cose strane e bizzarre, che l'assurdo è entrato a far parte della vita di ogni giorno.

Conclusione
Intasamenti burocratici, sogni di sospirata trasformazione in una città del primo mondo, fanatismo estremo che riempie le strade di gente, eccessiva credulità che tramuta in gonzi anche i cittadini più accorti, un diffuso senso dell'assurdo: questo è ciò di cui è fatta una giornata qualsiasi a Città del Messico. E questi sei lavori ' modeste creazioni che, ironicamente, i curatori di biennali e fiere d'arte non considererebbero mai degne di rappresentare il Messico ' sono, in un certo senso, il resoconto più autentico e realistico di quanto sia strana la realtà della nostra stranissima città.