Attraversare le contingenze allargando le prospettive

29/01/2008
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ARGOMENTI

FormContent: profilo di uno spazio
Caterina Riva, uno dei fondatori di FormContent, racconta come e' nato questo nuovo spazio, e ci introduce in una rete di collaborazioni tra alcune delle giovani realta' curatoriali attive in Italia (e non solo).






Intervista a cura di Michela Gulia

Michela Gulia: Comincerei col chiederti cos'e' e come e' nato FormContent

Caterina Riva: FormContent e' uno spazio curatoriale indipendente, nato un anno fa a Londra e che ha iniziato la propria attivita' nel marzo del 2007. E' gestito da noi tre: Caterina Riva, Francesco Pedraglio, e Pieternel Vermoortel, proveniamo tutti e tre dal Curating Programme del Goldsmiths' College, che e' una celebre scuola d'arte londinese. La nostra collaborazione e' nata in occasione di una mostra e ci siamo trovati bene sia come metodologia di lavoro che come interessi condivisi, cosi' abbiamo deciso di cercare insieme uno spazio, una situazione che ci permettesse di testare questa cosa misteriosa che e' la curatela. Abbiamo trovato il nostro spazio all'inizio del 2007 e ci siamo installati li' a marzo cominciando a fare mostre. Mostre che si susseguono con un ritmo di sei settimane circa, e nascono da collaborazioni con amici artisti, o con artisti di cui ci interessa il lavoro. Li invitiamo a visionare lo spazio, che e' architettonicamente molto connotato, trovandosi sotto un arco di mattoni nell'est di Londra, in una zona ad alta densita' artistica. Qui ci sono infatti la maggior parte delle gallerie giovani che portano avanti le tendenze dell'arte londinese del momento.

Che tipo di progetti vi interessano e state sviluppando? Penso a pubblicazione di testi, seminari, residenze per artisti oltre che a progetti espositivi...

Già nell'anno passato si sono attivate delle collaborazioni che sono nate semplicemente da incontri. Abbiamo avuto una presentazione di FormContent a Venezia l'anno scorso, e pochi giorni fa un'altra a Milano a Careof. Abbiamo appena inaugurato la mostra "My ramp your slide" che e' nata dalla collaborazione con un'associazione simile alla nostra, destinata ai giovani artisti italiani, che si chiama Exposito e che ha sede a Napoli. Exposito ci ha invitato a segnalare da Londra una lista di artisti per una residenza internazionale che si è svolta l'anno scorso, e ha chiesto la stessa cosa ad un'altra piattaforma artistico- curatoriale ,"Projects 1:1" con sede a Roma e a Londra. Due degli artisti da noi selezionati sono stati invitati alla residenza, e tutti e tre gli artisti che hanno partecipato stanno ora esponendo a FormContent, (fino alla fine di febbraio). Ci auguriamo di continuare questa collaborazione e di iniziarne delle altre creando un sistema di network e di scambio anche a livello internazionale.

Mi sembra interessante questo lavoro tra piattaforme curatoriali anagraficamente vicine...

Le collaborazioni sono molto importanti per tutti noi, soprattutto dal punto di vista italiano. Da un lato servono a promuovere i giovani artisti italiani all'estero - che purtroppo non hanno mai molta visibilita' - e viceversa sono utili per portare una ventata internazionale con artisti stranieri in Italia. Quindi un duplice canale di scambio.

Ci sono slittamenti al vostro interno tra la figura del curatore e quella dell'artista? Penso al ruolo di Francesco Pedraglio in "I will not throw rocks"...

La mostra giocava sulla confusione tra queste due figure, o meglio su un rompere il confine che di solito distingue l'artista dal curatore e provare a fare qualcosa di diverso. Ci sono molti esempi, anche recenti, di mostre internazionali che sono curate da artisti. Penso a quella di Rondinone al Palais de Tokyo, o a quella di Steven Claydon al Camden Arts Centre o ancora a quella curata da John Bock all'ICA di Londra nel 2004. La collettiva "I will not throw rocks" era una mostra atipica perchè non era un'esposizione, ma piu' un insieme di momenti performativi, di sperimentazione tramite lezioni, installazioni e altro. Nasceva dalla volonta' di attivare uno spazio e di farlo diventare un luogo di riflessione. Anche la tempistica era strana perche' si e' trattato di una mostra durata solo 10 giorni, e ogni giorno succedeva qualcosa, si aggiungeva qualcosa. La sera dell'inaugurazione lo spazio era praticamente vuoto, con l'eccezione di tre interventi performativi che hanno lasciato delle tracce nello spazio. Ogni giorno si presentava un nuovo lavoro, cosi' la mostra si e' accresciuta fisicamente ed anche concettualmente nell'arco di dieci giorni, fino ad avere un'esposizione completa solo al termine. Volevo una persona all'interno che in qualche modo potesse essere anche rimanere esterna e commentare quello che stavo cercando di fare con gli altri artisti, quindi ho invitato Francesco Pedraglio in questo doppio ruolo. FormContent stesso e' un luogo in cui i curatori lavorano a stretto contatto con gli artisti e non c'e' nessun tipo di gerarchia o di barriera.

Una domanda che non ti ho fatto e che ti piacerebbe che ti facessi?

"Perche' uno spazio del genere a Londra e non Italia?" e ti rispondo. Perche' in Italia non sarebbe possibile creare uno spazio come FormContent che e' nato solo con la forza di volonta' di tre persone e senza soldi. Abbiamo costruito poco per volta quello che ora abbiamo, creandoci anche, praticamente dal niente, un pubblico. E penso che avendo a disposizione uno spazio che non e' una galleria, o comunque non ha una tradizione precedente, in Italia una cosa del genere sia impensabile, perche' bisogna rientrare in un circuito piu' istituzionalizzato per avere qualsiasi tipo di riconoscimento. A Londra invece e' ancora possibile fare qualcosa. D'altro canto pero', FormContent forse e' nato proprio perche' arrivavamo da situazioni in cui non avremmo potuto crearlo. Io e Francesco dall'Italia, Pieternel dal Belgio. Quindi la nostra motivazione era ancora piu' forte e determinata.

FormContent 347 Beck road London
tel +44 (0) 7737307525
info@formcontent.org
www.formcontent.org


Michela Gulia e' laureata all'Università di Roma "La Sapienza" in semiologia dell'arte contemporanea. Ha lavorato presso la Fondazione Baruchello (Roma), dove ha partecipato a diversi seminari di ricerca , tra cui quello su "Roma '77" con Rogelio Lopez Cuenca, e "Senza titolo per parlarne" con Mauro Folci e Osservatorio Nomade. Attualmente collabora con UnDo.Net

Immagini:

Michael Fliri, "Let Love be Eternal While It Last" (2006). Courtesy Galleria Civica d'arte Contemporanea di Trento e Raffaella Cortese
Deborah Ligorio, Donut to Spiral, 2004. Courtesy dell'artista
Santiago Mostyn , Mississippi Outtakes, 2006
Jacopo Miliani, "We May Never Pass This way again", Marble, London 2006
Richard T. Walker, Nice View, 2007


Quest'intervista in formato PDF da stampare

staff@undo.net



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