Attraversare le contingenze allargando le prospettive

10/03/2008
stampa   ::  






ARGOMENTI

Dal Veneto alla Cina
Attraverso la creazione di una rete per l'innovazione e la ricerca nel campo del restauro, il Distretto Veneto dei Beni Culturali ha saputo cogliere la propensione del proprio territorio verso particolari forme di specializzazione produttiva, stimolando il dibattito scientifico e tecnologico, e la collaborazione tra le aziende e le istituzioni del settore. Partner di numerosi programmi di cooperazione internazionale, il Distretto ha per esempio studiato e progettato il restauro e la conservazione dell'esercito di terracotta ritrovato alle porte della citta' di Xian in Cina, e la contestuale valorizzazione dell'intera area archeologica interessata dalle tombe.
Su UnDo.Net la rubrica Making Culture, a cura di Tafter, indaga il valore economico degli eventi culturali insieme alle loro implicazioni sociali.






Cluster d'innovazione
di Vittoria Azzarita

Una metafora sovente utilizzata per indicare il concetto di distretto industriale, è quella che lo associa ad una "comunità di linguaggio", ossia ad un sistema culturale locale dai confini ben definiti, caratterizzato dalla presenza di individui che condividono uno stesso idioma, che si avvalgono di schemi interpretativi simili, e che utilizzano sistemi di valori e codici di comportamento comuni. La letteratura economica a partire da Alfred Marshall in poi, ha individuato proprio nella presenza di una determinata e delimitata area geografica; nella partecipazione attiva delle istituzioni locali; nell'interazione tra imprese; nell'esistenza di specifici elementi di identità storica, culturale e sociale; e nell'affermazione di un modello economico - produttivo tipico della comunità locale, le principali peculiarità di un distretto industriale.

Secondo la lettura fornita da Giacomo Becattini, uno dei più assidui studiosi del fenomeno dei distretti industriali in Italia, la progressiva affermazione e diffusione dei "sistemi produttivi locali" più che rappresentare uno svantaggio in termini competitivi, diviene un'ulteriore opportunità per sopravvivere all'interno dei mercati globalizzati, a patto di riuscire a focalizzarsi "attorno alla produzione di qualche specialità", e di riuscire a "non perdere il passo del cambiamento imposto dall'evoluzione economica, sociale e culturale del mondo intero". Una delle principali conseguenze di questo continuo e costante processo di trasformazione è ravvisabile nella progressiva affermazione di nuovi paradigmi economici: in contesti caratterizzati da logiche produttive postfordiste, la conoscenza e l'innovazione - sia di processo che di prodotto - divengono le vere variabili cardine del successo economico, indispensabili per l'acquisizione di posizioni di leadership.

Ne deriva che per poter nascere e prosperare un distretto necessita di una disponibilità di risorse, di una localizzazione fertile e di un know-how consolidato. A partire da ciò, il Distretto Veneto dei Beni Culturali, unico esempio in Italia di distretto produttivo dedicato al restauro, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali, è diventato nel corso di pochi anni il principale referente, a livello nazionale ed internazionale, per la fornitura e la messa in opera di informazioni e servizi, in grado di sviluppare una progettualità strategica comune e di instaurare un vivace dialogo tra sistema universitario, sistema della ricerca e sistema delle imprese.

Nato nel 2004 a seguito dell'emanazione da parte della Regione Veneto della L.R. n. 8 del 4 aprile 2003 - promulgata con l'intento di indurre le piccole e medie imprese venete a fare sistema - il Distretto Veneto dei Beni Culturali rientra oggi nella categoria dei cosiddetti "metadistretti", comprendendo oltre 250 aziende e 40 istituzioni tra università, centri di ricerca, soprintendenze, amministrazioni pubbliche, ordini professionali ed associazioni di categoria. Localizzato all'interno di un tessuto produttivo vivo e dinamico, il Distretto presenta una forte caratterizzazione territoriale. La straordinaria ricchezza del patrimonio artistico, culturale e naturalistico del Veneto ha stimolato, infatti, la crescita di una rilevante attività imprenditoriale - per la tutela e la valorizzazione di quello stesso patrimonio - che si presenta come tipicamente artigianale nel campo del restauro e della conservazione, e di tipo industriale per quanto concerne l'edilizia e la produzione di materiali legati a questo specifico settore. La continua domanda di interventi di mantenimento e recupero dei beni mobili e immobili, ha sollecitato lo sviluppo di tecniche e competenze che hanno reso gli operatori veneti famosi e richiesti anche al di fuori dei confini regionali.
La messa in rete dell'innovazione attraverso la costituzione del Distretto, ha così contribuito allo sviluppo di una conoscenza puntuale delle problematiche presenti sul territorio, alla circolazione e alla condivisione di saperi e competenze, all'integrazione dei sistemi operativi ed informativi, e all'ottenimento di economie di scala, favorendo uno scambio creativo e bidirezionale tra le imprese e l'ambiente esterno.

Impegnato nella promozione e nella realizzazione di rilevanti progetti, sia in ambito nazionale che internazionale, il Distretto agisce su più fronti attraverso diverse tipologie di intervento. Interpellato dall'Accademia Cinese delle Scienze per la redazione della "Carta del restauro", contenente le indicazioni per una corretta azione di restauro sui materiali lapidei, il Distretto Veneto dei Beni Culturali ha portato a termine nel comune di Mondovì, in provincia di Cuneo, un piano per il recupero delle facciate dei principali edifici storici che presentano un apparato decorativo di pregio. Ha inoltre studiato e progettato il restauro e la conservazione dell'esercito di terracotta risalente alla dinastia Han, ritrovato alle porte della città di Xian in Cina, e la contestuale valorizzazione dell'intera area archeologica interessata dalle tombe. Particolarmente attivo nel favorire le attività di ricerca nel campo delle nanotecnologie, per la messa a punto di nuovi materiali da utilizzare nel settore del restauro e della conservazione dei beni culturali, il Distretto partecipa ogni anno al Salone dei Beni e delle Attività Culturali di Venezia, promuovendo una serie di incontri all'interno di spazi appositamente riservati.

Importante istituzione riconosciuta a livello internazionale, il Distretto figura tra i partner di numerosi programmi di cooperazione europea, tra i quali si segnalano due progetti transfrontalieri tra l'Italia e la Slovenia, confluiti nella pubblicazione di due volumi dedicati rispettivamente alla riscoperta storico-artistica dei luoghi di culto, e ai musei artistici, d'arte sacra, specializzati e dedicati a personaggi celebri, presenti nella provincia di Venezia e lungo il litorale sloveno. Membro dell'Associazione per il Piano Strategico di Venezia per l'attuazione di programmi e iniziative riguardanti il capoluogo veneto, il Distretto svolge anche una rilevante attività formativa, con l'offerta di un master di secondo livello - in collaborazione con le università Ca' Foscari e Sorbonne 3 - per il management dei beni culturali, e di vari corsi professionali, che hanno l'obiettivo di formare figure esperte nel campo del restauro e della conservazione dei beni culturali.

Dotato di una pervasiva dimensione economica e sociale, il Distretto Veneto dei Beni Culturali ha dato vita ad una struttura di servizio che opera all'interno di un comparto produttivo tutt'altro che marginale nell'economia provinciale e regionale. Risultano essere, infatti, 911 le aziende attive nella filiera del restauro, della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali, con un numero di addetti pari a 4.153 e con un volume d'affari complessivo superiore al miliardo di euro, capaci di generare il 4% del valore aggiunto prodotto nell'intera regione.
Trait d'union tra i settori pubblico e privato, il Distretto finanzia le proprie attività attraverso la partecipazione a bandi di gara regionali, nazionali ed europei, anche sotto forma di associazione temporanea d'impresa per tutti quei progetti che prevedono un'aggregazione di filiera. Fondamentale ai fini della sua autonomia finanziaria il costante monitoraggio di tutti i bandi di gara, che consente non solo un aggiornamento continuo delle proposte da esaminare, ma anche una più ampia scelta tra le opportunità di investimento da sottoporre all'attenzione delle aziende. Nel corso della sua attività, il Distretto Veneto dei Beni Culturali ha intrapreso progetti per un valore complessivo di 2 milioni di euro. Tutti gli interventi attivati, o in fase di attivazione, generano un volume d'affari notevolmente superiore, dovuto alle rilevanti ricadute economiche, non sempre facilmente quantificabili in termini monetari.

Detto altrimenti, i risultati ottenuti dal Distretto non hanno ripercussioni esclusivamente sulle aziende che vi partecipano in maniera diretta, ma anche sulla totalità del sistema produttivo veneto, dimostrando così che la somma complessiva delle attività generate da un insieme di attori, risulta essere notevolmente superiore alla somma delle parti singolarmente considerate.
L'auspicio per il prossimo futuro è che il Distretto Veneto dei Beni Culturali possa continuare a stimolare il dibatto sul valore dell'innovazione e della cultura, contribuendo a definirne i termini.

Riferimenti
Patto per lo Sviluppo del Distretto Veneto dei Beni Culturali
http://www.distrettobbcc.it/distretto.aspx
http://www.distrettidelveneto.it
http://www.vegapark.ve.it/vega/acms/vega/
http://www.distretti.org

La selezione dei contributi di Making Culture e' curata da Tafter, la rivista online che opera nel campo dell'economia della cultura, e che si presenta come punto di incontro per la ricerca sul rapporto cultura-impresa, sullo sviluppo locale, sulle possibilita' offerte dalle nuove tecnologie in campo culturale, sulle modalita' di interazione tra l'arte contemporanea e i suoi fruitori.



Segnala questa pagina     Stampa     Torna all'indice degli argomenti