Attraversare le contingenze allargando le prospettive

12/03/2008
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ARGOMENTI

Napoli bella e dannata
... dell'assoluta necessità di portare avanti con entusiasmo i progetti nonostante le emergenze: quella dei rifiuti, quella della criminalità, quella di sviluppare un'iniziativa finanziata con denaro pubblico in un paese tanto instabile dal punto di vista politico.
Francesca Boenzi cura il progetto Exposito, ma ci parla dell'enorme energia e delle potenzialità di Napoli più che dei suoi problemi. Exposito nasce come osservatorio sulla giovane arte e ha lo scopo di stimolare la ricerca artistica sul territorio campano attraverso il confronto, lo scambio e la collaborazione con soggetti internazionali. Ma Francesca dice anche che Exposito ha cercato fin dall'inizio di stabilire delle connessioni con i soggetti che già operavano nel sistema dell'arte locale, sia pubblici che privati. "Credo che oggi una parte importante del lavoro dei curatori stia nella generazione di processi e nella tessitura di relazioni. Exposito si fa forte proprio della collaborazione con altri progetti affini. Così è stato con 1:1 projects e FormContent". Di loro abbiamo già parlato in questo ciclo di interviste che percorre gli snodi di una rete di nuovi spazi italiani.








Intervista a cura di Michela Gulia

Come nasce Exposito? A che desiderio risponde?

Francesca Boenzi: Exposito nasce nel 2007 ed è una delle piattaforme progettuali ideate dall'Associazione Culturale napoletana Arteteca con il patrocinio e contributo dell'Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Napoli.
Exposito nasce come osservatorio sulla giovane arte. Prende le mosse dal desiderio di correggere una situazione di marginalità del sistema artistico campano rispetto al contesto nazionale ed internazionale e dall'intento di promuovere e dare maggiore forza e visibilità alla produzione artistica locale. Lo scopo è quello di stimolare la ricerca artistica sul territorio campano attraverso il confronto, lo scambio e la collaborazione con soggetti internazionali che a diversi livelli operano per la promozione dell'arte contemporanea. La pratica curatoriale che caratterizza Exposito è aperta, dinamica, flessibile, inclusiva. Nomade perchè non ha ancora uno spazio fisico e di conseguenza ha bisogno di immaginare sempre nuove combinazioni possibili per realizzare i suoi progetti. Ci interessa che le cose si muovano, innescare processi spesso molto semplici.

Napoli, con i suoi attori e le sue problematiche, può essere definita come la capitale dell'arte nel sud-Italia. In che modo vi siete posizionati all'interno di questa scena?

Napoli è una città in qualche modo dannata, caratterizzata da un'enorme energia creativa, da grandi potenzialità e allo stesso tempo condannata all'impossibilità di evolvere, per l'incapacità di dirigere e gestire queste stesse energie in maniera produttiva. Negli ultimi anni sono successe cose importanti a livello istituzionale, sono state inaugurate le prime istituzioni dedicate in maniera specifica al contemporaneo, tuttavia nessuna di queste è riuscita a rappresentare una reale possibilità per giovani artisti e curatori. Exposito ha cercato fin dall'inizio di entrare in relazione con i soggetti che già operavano nel sistema dell'arte locale, pubblici e privati, e di stabilire delle connessioni tra gli stessi e quindi tra questi e altri soggetti esterni al territorio.
Durante il primo anno di attività abbiamo organizzato conferenze e talks in accademia con lo scopo di mettere in relazione gli studenti con giovani artisti nazionali ed internazionali e con curatori e critici, creando un importante momento di confronto e dibattito. Da ottobre a dicembre abbiamo inoltre organizzato una residenza per 3 giovani artisti internazionali invitati a soggiornare per un periodo di 2 mesi a Napoli. Abbiamo invitato gli artisti in residenza a confrontarsi con gli artisti locali. Lo scopo della residenza era la produzione di nuovi progetti che abbiamo poi presentato in due mostre a Napoli - in Via Tribunali 293 e Supportico Lopez - e presso FormContent a Londra. Processi semplici ma non scontati, e soprattutto essenziali.

La creazione di una rete di relazioni internazionale è certamente una delle esigenze più avvertite da giovani artisti e curatori. Questo emerge anche dalle risposte che mi hanno dato FormContent e 1:1projects che ho intervistato prima di voi...

Credo che oggi una parte importante del lavoro dei curatori stia nella generazione di processi e nella tessitura di relazioni. Il progetto Exposito si fa forte proprio della collaborazione con altri progetti affini. Così è stato con 1:1 projects e FormContent con cui abbiamo selezionato gli artisti che hanno preso parte alla prima residenza. Da questo è poi nata l'idea di un talk a Roma negli spazi di 1:1 projects e una mostra a Londra da FormContent.
Ci interessa lo scambio, la partecipazione e l'arricchimento reciproco. Mi sembra un'efficace strategia di sopravvivenza e resistenza.

Con chi altro avete collaborato e con chi vorreste collaborare?

Abbiamo avuto la fortuna di collaborare con alcuni docenti tra Accademia di Belle Arti e Università degli Studi Orientale di Napoli per l'organizzazione dei talks. Nel corso della prima residenza abbiamo avuto la possibilità di utilizzare per la mostra e per altre attività, spazi messi a disposizione da altri soggetti locali come Supportico Lopez, la galleria T293, la Fondazione Morra e il BAD Museum. Inevitabilmente le collaborazioni vengono modellate sulla base dei progetti che di volta in volta definiamo.
Per quanto riguarda i prossimi progetti di residenza, intendiamo realizzare veri e propri scambi con alcuni programmi internazionali secondo una formula molto diffusa all'estero: oltre ad invitare 3 artisti internazionali a Napoli stiamo lavorando per inviare contemporaneamente alcuni artisti napoletani all'estero. A questo proposito sono al momento in contatto con il TICA di Tirana e con altri programmi di residenza come Platform Garanti a Istanbul, Duende a Rotterdam.

Residenze, workshop, seminari e mostre che avete organizzato sembrano intrecciare la volontà di offrire momenti di crescita ai singoli artisti con strumenti di crescita per il territorio in cui operate. Penso a Videoart Yearbook 2006, o P.E.S. Partecipo Ergo Sum ecc...

La crescita del territorio è diretta conseguenza della crescita dei soggetti che in esso si muovono, producono, operano. Ognuna delle nostre attività è innanzitutto rivolta ai giovani artisti e agli studenti dell'accademia, ci interessa far vedere quanto si fa e si produce altrove perchè questo rappresenti non un esempio ma piuttosto uno stimolo continuo a fare con sempre maggiore consapevolezza. .

A quali progetti state lavorando per il futuro?

Come accennavo prima, stiamo lavorando alla prossima residenza, questa volta in forma di scambio, prevista per il prossimo autunno e poi nuovi talks e conferenze. Inoltre c'è l'idea che Exposito possa essere anche una sorta di "agenzia" che accompagni gli artisti nella realizzazione dei loro progetti a Napoli e fuori. Eugenio Tibaldi, per esempio, ha elaborato nel corso di un workshop organizzato l'anno scorso dalla Domus Academy a Istanbul,un progetto da realizzare nella stessa città. Mi piacerebbe che la realizzazione di questo progetto avvenisse attraverso la nostra piattaforma, quindi mi sto adoperando per trovare i contatti necessari e l'appoggio logistico

L'ultima domanda è a tema libero: di cosa vorreste parlare?

Della difficoltà di portare avanti un progetto finanziato con denaro pubblico in un paese tanto instabile dal punto di vista politico! Dell'assoluta necessità di portare avanti con entusiasmo i progetti nonostante le emergenze: quella dei rifiuti, quella della criminalità...

Exposito
www.exposito.na.it
info@exposito.na.it

Associazione Culturale Arteteca
www.arteteca.com

Immagini:
Performance di Michael Dean, 5 dicembre 2007, Supportico Lopez, Napoli. Exposito Residency ottobre/dicembre 2007
Nemanja Cvijanovic-Nikola Uzunovski, Interview, Università degli Studi Orientale di Napoli, 24 maggio 2007
Nemanja Cvijanovic-Nikola Uzunovski, Interview, Università degli Studi Orientale di Napoli, 24 maggio 2007
Michael Dean - Christodoulos Panayiotou, Yours, veduta dell'installazione con opere di Panayiotou e Dean
Michael Dean, Mural, da International Art Residency Diary, blog degli artisti in residenza ottobre/dicembre 2007
Christodoulos Panayiotou, If tomorrow never comes, 2007,proiezione di diapositive (con il contributo degli Archivi Fotografici Parisio e Carbone, Napoli)
Da sinistra: Domenico Antonio Mancini, Eugenio Tibaldi, Federico Del Vecchio, Christodoulos Panayiotou durante un incontro-workshop su Arte ed Europa presso la sede del CEICC di Napoli

Questa intervista in formato PDF da stampare

Michela Gulia è laureata all'Università di Roma "La Sapienza" in semiologia dell'arte contemporanea. Ha lavorato presso la Fondazione Baruchello (Roma), dove ha partecipato a diversi seminari di ricerca , tra cui quello su "Roma '77" con Rogelio Lopez Cuenca, e "Senza titolo per parlarne" con Mauro Folci e Osservatorio Nomade. Attualmente collabora con UnDo.Net

Interviste precedenti:
Qualcosa di nuovo a Milano #1
Qualcosa di nuovo a Milano #2
Ospiti di Nosadella.due
FormContent: profilo di uno spazio
È la volta di 1:1projects

staff@undo.net



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