Attraversare le contingenze allargando le prospettive

27/01/2013
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alla fin della fiera


Un florilegio di opinioni, brevi ed incisive; una raccolta di "cinguettii", lapidari o accaldati, commentano la fiera ufficiale e off, i premi, le mostre e soprattutto le politiche culturali di Bologna: il contesto in cui si svolge oggi la fiera più antica d'Italia.
Abbiamo raccolto un bel po' di pareri a caldo ed altri stanno ancora arrivando. Sono quelli di artisti e curatori che riflettono soprattutto su aspetti che non c'entrano con l'andamento delle vendite del 2013, ma semmai cercano di sollevare un dibattito non solo per attirare la luce dei riflettori.
Chi vuole dire la sua si faccia avanti.



Robert Wilson e' stato protagonista di una special conversation da New York durante Arte Fiera


Bas Jan Ader


Ai Weiwei, Never Sorry, Art City Cinema


Arte e scienza in piazza


Chiara Fumai, vincitrice del Premio Furla di quest'anno


Arte Fiera 2013


Arte Fiera 2013


SetUp


Ex brun farne spazio: Quello che non e'


Masbedo alla Pinacoteca Nazionale (foto Schicchi, part.)


Etcetera hanno vinto Premio Internazionale di Arte Partecipativa


Artefiera? Era prevedibile si trattasse di un'edizione sottotono, ma anche le proposte delle poche gallerie veramente internazionali del contemporaneo erano particolarmente opache.
A proposito della modestia generale, "Italian Stories", che doveva essere il fiore all'occhiello, è stata una mostra da hall d'albergo: luci sbagliate, atmosfera triste, impostazione ingessata, questo al di là del paniere di opere che avevano a disposizione per costruirla.
A SetUp ho notato solo un paio di gallerie interessanti e molti lavori superficiali o che giocavano su una provocazione retorica. Per la verità un panorama più ristretto ma non molto diverso da ciò che si era visto nella prima edizione di "The Others". Può darsi che siano proprio i problemi di una prima edizione, se non invece un taglio voluto. Comunque vedremo come continuerà. Tra gli altri eventi a cui sono riuscito ad andare, bella la mostra di Diego Zuelli da Interno 4. Massimo Marchetti, curatore


Conosco Bologna e le sue difficoltà, che secondo me sono legate al legame tra politica e università, cultura e controcultura se vogliamo...
Il deterioramento e la mancanza di figure culturali di rilievo è dovuto al preciso volere di personalità mediocri che sono collocate nei gangli del potere.
Se sopravvive un ambito di serietà professionale oggi è legato alla Cineteca, ma quello che doveva essere il piano di riqualificazioni di Cassero, MAMbo e Cineteca ha partorito un topolino.
Prima Bologna era un luogo dove si sviluppava il discorso critico (non a caso questo era nelle priorità del Dams), ma questo si viveva anche quotidianamente. Elisa Poli, ricercatrice


A me la fiera in sè non interessa, perchè non è nelle mie corde, ma quello che non capisco è perchè ci si aspetta che durante la fiera debbano succedere cose che ci mettano in condizione di poter fare il punto sullo stato della cultura a Bologna.
Se c'è un buon livello culturale in una città anche la fiera ne trae vantaggio, ma in questo momento l'ingranaggio ricerca/mercato andrebbe smontato e sarebbe il caso di riflettere sui singoli pezzi e sulla politica culturale a Bologna e anche in Italia.
Anche i talks di Marco Scotini sono stati molto interessanti, ma tenerli per un'ora all'interno della fiera non ha molto senso. Vorrei che la città sentisse il bisogno di questo anche in altri momenti... E se non è così a livello istituzionale la responsabilità è soprattutto del MAMbo perchè è solo questa istituzione ad occuparsi di contemporaneo a Bologna. Anna Santomauro, curatrice


Che bello gli anni '90 son tornati ! Nel senso che una volta quando c'era Artefiera c'era anche Incursioni, il Link e tante "cose" collaterali. Ora son tornate e così ho rivisto tanti amici. Poi la fiera è molto comoda quest'anno perchè c'è poco, la vedi in fretta e così hai la coscienza a posto e puoi fare altro.
Quella di Bas Jan Ader si può solo definire arte sacra. Se "religione" fosse un termine positivo lo userei; poi a Villa delle Rose non ci andavo dall'87 ed era il posto giusto: così un po' scaciato...
Per me è stato molto emozionante anche viste le affinità tra quello di Bas Jan Ader e il mio lavoro. Giancarlo Norese, artista


Sono stato alla Galleria Civica di Modena per vedere "Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities", (a cura di Lorenzo Fusi, con Peter Hujar, Mark Morrisroe e Jack Smith) che è una mostra meravigliosa anche se non se n'è parlato tanto. Era l'ultimo giorno e io ci son stato due ore, tra l'altro è stata una scelta davvero coraggiosissima per il luogo.
Poi a Bologna ho visto solo la mostra di Bas Jan Ader a Villa delle Rose. Ero curioso perchè avevo già visto quella al Camden Arts Centre di Londra, ma Villa delle Rose in confronto è davvero un pò naive, anche la scelta delle opere è proprio da manuale... Jacopo Miliani, artista


... bella la mostra di Bas Jan Ader a Villa delle Rose. Da starci delle ore, bello anche il catalogo (un pò caro...) (A proposito, voci di corridoio dicono di guardare chi è stato scartato al Premio Furla di quest'anno nell'ultima pagina del catalogo) Eva Frapiccini, artista


Mi ha colpito che le gallerie che erano a "The Others" di Torino siano già in Artefiera vicino a quelle storiche. I Masbedo hanno fatto bel lavoro, anche se purtroppo non ho visto la performances.
Consiglierei a chi non l'ha ancora vista l'installazione di Christian Boltanski al Museo per la Memoria di Ustica... Cosimo Veneziano, artista


In Artefiera mi è piaciuto lo stand che Paolo Maria Deanesi ha dedicato alla personale di Armando Lulai che ricostruisce una storia antagonista.
Comunque è sempre difficile non trovare punti di criticità rispetto alle fiere e agli appuntamenti che ruotano intorno all'economia dell'evento, con tutte le loro affinità e contraddizioni. Quest'anno però quest'economia riflette le politiche culturali che sono emerse negli ultimi tempi a Bologna e le implicazioni negative relative alla gestione di spazi e risorse cittadini.
Anche la mostra di Bas Jan Ader: sì lavori belli e struggenti, tutti ne parlano bene, però si poteva fare uno sforzo in più, un'analisi che ricostruisse alcuni snodi storici; così guardare la mostra è come guardare il catalogo... Elvira Vannini, curatrice


Fa strano questa pretesa culturalizzazione della fiera, penso che la qualità di una fiera ad essere realistici dipende dalle vendite.
Però le conferenze che ho organizzato sono state interessanti, c'era un pubblico molto misto. Era una sorta di suk dove il pubblico arrivava a frotte e mangiava dalla "schiscetta" seduto sulla moquette. Questo è sintomatico, è un campione sociologico. Marco Scotini, curatore


Ad Artefiera tanta gente e bel restyling, ma era carino anche SetUp perchè alla fine era come un unico grande site specific, con il pubblico di addetti che si mescolava ai viaggiatori di passaggio nella stazione.
Sono state molto interessanti le conferenze di Artefiera: una tre giorni come percorso di ricerca culturale, quindi un fatto raro. Con una sorta di libertà socratica si è trattato di centro e periferie, così anche quanto solitamente sta "fuori" ha avuto voce all'interno di un posto che invece è al centro del sistema.
Ma anche la conferenza di Giorgio Verzotti, Francesco Bonami e Andrea Viliani che era dedicata praticamente alla grammatica del curatore, è stata didascalica ma interessante proprio per questo, sono entrati nelle pieghe dei rispettivi lavori. Annalisa Cattani, artista


Guardando la mostra di Bas Jan Ader ho la sensazione che oggi ci sia l'estrema necessità di trovare qualche eroe e magari è più facile farlo con qualcuno che è morto. Ma io penso che gli eroi vadano ricercati in altri tipi di situazioni... soprattutto visto che l'arte èdiventata così tanto fiction.
Il Premio Furla quest'anno è in un luogo molto bello, l'Ospedale degli Innocenti, che però rientra in un modello estetico un po' logoro: quello degli spazi storici sciupati dal tempo, lasciati grezzi, che a contrasto ospitano nuove sperimentazioni.
La performance di Luigi Presicce mi è piaciuta... Emilio Fantin, artista


Mi sono chiesta perchè tra i vari eventi di Artefiera non ci sia stata nessuna rappresentanza del Premio Internazionale d'Arte Partecipativa che è istituito e supportato dalla Regione Emilia Romagna; che non ci sia dialogo tra le istituzioni?
Interessanti, ma troppo veloci, gli incontri sulle aree periferiche organizzati da Marco Scotini; molto intensa la performance di Luigi Presicce in un contesto insolito come una scuola.
Però sabato a fine serata mi sono sentita all'interno di un enorme bellissimo luna park. Mostre delicate, che hanno bisogno di tempi più lenti e attenzione, non sono adatte a questa grande baraonda. Katia Baraldi, curatrice


Io e Maurizio stiamo lavorando da mesi a questo progetto, non abbiamo improvvisato niente.
La cosa che mi è piaciuta di più è stato come i ragazzi che abbiamo coinvolto si siano "incarnati" nella parte, ma sono soddisfatto anche della risposta del pubblico visto che alla fine sono venute oltre 500 persone. Io preferisco il rapporto uno a uno, ma qui la scelta è stata di mettere insieme 15 persone per volta e la possibilità di far vedere la performance a così tanta gente è dipesa dal fatto che gli attori abbiano resistito per ore.
Io sono uscito solo ieri dopo una settimana di lavoro chiuso in palestra, ho visto la mostra di Bas Jan Ader e penso proprio che ci voleva perchè è un artista fondamentale.
Oggi (28 gennaio) è il giorno del mio compleanno e l'ente fiera ha comprato un mio lavoro, quindi sono molto contento... Luigi Presicce, artista (autore con Maurizio Vierucci Oh Petroleum della performance "Il giudizio delle ladre" presso Istituto A. Fioravanti IPSIA)


Da Bologna e dalla fiera non molto ci aspettavamo. Ma come in ogni viaggio, sia pur breve, qualcosa speravamo di trovarlo. Questa volta è andata meglio del previsto. Andiamo via con tre piccoli momenti alti che altrove, fuori da certe mura dell'arte, sarebbero potuti essere vertigine.
La mostra di Bas Jan Ader, la premiazione al Furla di Chiara Fumai, le fotografie di Michele Zaza nello stand di Galleria Six. Francesco Urbano e Francesco Ragazzi, curatori


Forse è un errore dedicare il Premio Furla ad artisti che ancora non hanno avuto tempo di definire il loro lavoro.
Mi sembra che il premio stia andando verso autori sempre più "emergenti" e la sensazione è che ora si presentino lavori immaturi e frammentari. Visto che è un premio importante, forse è necessario ripensarlo per capire se deve dedicarsi ai supergiovani o dare invece attenzione ad artisti un po' più strutturati che però potrebbero averne bisogno per fare un salto internazionale.
La mostra del Furla mi è sembrata slabbrata, elitaria e autoreferenziale perchè costruita per accenni... Io curo la mostra della Fondazione Golinelli collegata al festival "Arte e Scienza in piazza" e trovo molto stimolante poter trattare di arte contemporanea con un pubblico di non addetti, portare in uno spazio pieno di bambini lavori d'arte non facili, ma che devono comunicare anche ai non esperti. Cristiana Perrella, curatrice


Mi è sembrato che in questa occasione ci sia stato un tentativo da parte della città di rinnovarsi; mi chiedo se questa volontà resterà anche dopo il momento della fiera. Il mio però è un punto di vista marginale perchè le mie proposte nascono sempre in modo scollegato dal mondo dell'arte.
Però quest'ultimo progetto con Alice ed Elena Biserna (Bip Bop su Radio Città Fujiko), non ha incontrato nessuna difficoltà e per me poter entrare nelle case delle persone per due ore è un gran risultato...
Beh fino a quando non chiedi dei soldi i progetti non trovano grosse difficoltà.
Io che adesso vivo a Berlino penso che Bologna non sia riuscita a ritagliarsi una personalità, prima questa era in un certo senso legata all'immagine della cultura underground, ma ora hanno chiuso tutti i luoghi che facevano proposte di qualità a basso costo. Comunque mi sembra che adesso sia veramente fin troppo facile sparare a zero su Bologna... Rita Correddu, artista - Alice Militello, curatrice


Quest'anno è venuto meno un faro degli ultimi 30 anni a Bologna, cioè Gino Giannuizzi con la galleria neon. Si tratta di qualcuno che ora è veramente in difficoltà, mentre se la politica non fosse miope avrebbe sostenuto una figura come lui, chesso' ora sarebbe nel CDA del MAMbo!
Comunque è improbabile un buon rapporto tra cultura e istituzione perchè l'arte mette in discussione l'esistente, mentre l'istituzione cerca di conservare l'esistente. Eppure è nella cultura che nascono nuove visioni del mondo, quelle che poi la politica organizza. Anteo Radovan, artista


Credo sia emerso un grande impegno delle istituzioni locali dalle proposte del circuito Art City.
In questo momento qui tutto tende all'istituzionalizzazione: noi spazi indipendenti cerchiamo a tutti i costi un riconoscimento istituzionale e le istituzioni sono aperte al coinvolgimento perchè si rendono conto che gli conviene (in vari sensi).
Però tutto questo porta a una standardizzazione, a una sorta di blocco sulla sperimentazione: si cercano le formule azzeccate e si ripetono. C'è poco coraggio, tutto rientra nella norma, tutto è emendato, senza salienze nè prese di posizione o cose eclatanti da dire.
Per esempio SetUp: ok è nell'autostazione, però è una fiera; non "alternativa" ma in più... Elisa del Prete, curatrice


(continua?)


Puoi vedere anche:

tuttoBologna (22/01/2013)
Artefiera nelle parole del nuovo direttore Giorgio Verzotti, SetUp in diretta radio e poi la nostra playlist tematica tra mostre e performance, eventi live e cinema ad arte...