Sale Espositive Provinciali
Pordenone
corso Garibaldi
0434 231418 FAX 0434 231410
WEB
Il Paesaggio italiano in Fotografia
dal 6/9/2010 al 30/10/2010
mar-ven 15-19, sab-dom 10-19

Segnalato da

Maria Santoro - Centro Ricerca e Archiviazione della Fotografia




 
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6/9/2010

Il Paesaggio italiano in Fotografia

Sale Espositive Provinciali, Pordenone

Collettiva fotografica. La mostra spazia nell'arco della seconda meta' del '900 evidenziando i diversi modi con i quali il paesaggio e' stato rappresentato sulla base delle diverse 'scuole di pensiero' alle quali sono appartenuti gli autori. Dai pittorialisti, ai neorealisti, l'esposizione cerca di ricreare in un percorso fotografico la bellezza del paesaggio italiano.


comunicato stampa

a cura di Walter Liva

«Nella storia dell’arte – da Aristotele in poi antropocentrica – il paesaggio apparve di conseguenza relativamente tardi. Fu infatti solo nel Rinascimento che Leon Battista Alberti nel suo De Pictura descrisse scientificamente la prospettiva e di conseguenza si aprì al mondo la rappresentazione della città, delle sue forme e geometrie, mentre nel ‘600 il geniale Lorenese (Claude Lorrain) rappresentò il paesaggio ideale, tra classicismo delle rovine romane e il naturalismo di impronta nordica.

La fotografia, scrittura della luce come la definì Fox Talbot, sin dalla sua origine assunse l’essere necessariamente prospettica ed anche sin dalle sue origini introdusse con grande enfasi il paesaggio che a sua volta divenne l’aspetto di richiamo per l’ottocentesco Grand Tour come per avventure coloniali o più semplicemente rese possibile di far vedere luoghi sconosciuti ma la cui esistenza veniva verosimilmente testimoniata da una immagine, ed è da allora che si è formata un’idea “artistica” del paesaggio stesso.

II Paesaggio Italiano in fotografia, 1950–2000 spazierà nell’arco della seconda metà del ‘900, evidenziando i diversi modi con i quali il paesaggio italiano stesso è stato approcciato sulla base delle diverse “scuole di pensiero” alle quali sono appartenuti gli autori: dai pittorialisti come Riccardo Peretti Griva, Silvio Maria Bujatti, Enrico Pavonello, lo Studio Giacomelli di Venezia, Riccardo Moncalvo, ai fotografi vicini all’estetica Crociana come Giuseppe Cavalli, Ferruccio Leiss, Federico Vender, Piergiorgio Branzi, Giuseppe Moder, Raffaele Rotondo, Alessandro Novaro, Vincenzo Balocchi, quelli de La Gondola come Gianni Berengo Gardin, Elio Ciol, Lucia Sisti, Gino Bolognini, Toni Del Tin, Fulvio Roiter, Giuseppe Bruno, Giorgio Giacobbi, Sergio Del Pero, Manfredo Manfroi..., i neorealisti come Gianni Borghesan, Luigi Crocenzi, Giuseppe Palazzi fino a Carlo Bevilacqua e Pietro Donzelli e altri autori come Bruno Stefani, il grande paesaggista del Toring Club Italiano e, attivi dagli anni ’60, Uliano Lucas, Carlo Cosulich, Carla Cerati, Ezio Quiresi, Ugo Mulas che fotografò le Cinque Terre per conto di Luigi Crocenzi che aveva “sceneggiato” la poesia di Eugenio Montale Meriggiar pallido e assorto e quindi due maestri tra i più importanti di tutto il Novecento: Mario Giacomelli e Franco Fontana.

Sulla base della critica alla “visione cartolinesca” venne poi avviato il nuovo viaggio in Italia di Luigi Ghirri che fece emergere di conseguenza anche i paesaggi marginali per come li hanno poi rappresentati Guido Guidi, Marina Ballo, Isabella Colonnello, Vincenzo Castella, Andrea Abati, Gianantonio Battistella o anche Vittoriano Rastelli con i suoi reportages sugli incendi dei boschi o Giorgio Lotti, formatosi come fotogiornalista anch’esso, poi il viaggio come scoperta di un territorio (che Paolo Monti negli anni ’60 aveva già mappato) di Mario Cresci e Francesco Radino, il paesaggio fantastico di Luca Maria Patella e di Mario Sillani Dierrajan o la città invasa dalla pubblicità (Roberto Salbitani), la bellezza del Mediterraneo e la sua ricchezza culturale (Mimmo Jodice, Giuseppe Leone, Ferdinando Scianna, George Tatge, Marcello Di Donato) fino alla dimensione urbana (Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Marco Zanta e Cesare Colombo).

Una parte dei fotografi italiani ha proseguito invece nella ricerca più tradizionale di quelli che oramai sono probabilmente gli ultimi scorci della bellezza del paesaggio come Davide Camisasca, Alberto Tissoni e Luca Gilli, mentre Antonio Biasiucci ha rappresentato la forza della natura ed invece elementi di storia dell’ arte e di memoria dei luoghi sono stati introdotti da Vasco Ascolini, Cesare Di Liborio, Valerio Rebecchi, Stefano Cianci , Paolo Simonazzi, Bruno Cattani, Giovanni Ziliani.

L’ultima p arte della mostra presenta la nuova visione del paesaggio oramai frammentato proposta da autori come Brigitte Niedermair, Massimo Vitali, Moreno Gentili,Rosa Foschi, Fulvio Ventura, Marco Signorini, Massimo Crivellari, Maurizio Bottini, Maurizio Montagna , Andrea Botto, Valerio Desideri, Marco Campanini e Maurizio Chelucci , Tancredi Mangano, Luca Andreoni, Miranda Gibilisco e infine,Gianluigi Colin ci riporterà indietro nel tempo, all’epoca di Piero della Francesca».

Le 140 fotografie della mostra, oltre che dall’archivio del CRAF, provengono dal Touring Club Italiano , dalla Fototeca 3M Italia di Milano, dal Circolo La Gondola di Venezia, dal Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, dal MA GA (Museo Arte Gallarate), da L’AM – L’Arte Mostre di Roma e da collezioni private e degli Autori. La mostra, promossa dall’Amministrazione Provinciale di Pordenone con la collaborazione del C.R.A.F., è curata da Walter Liva.

Immagine: Francesco Radino, Capri, 2003

Inaugurazione: martedì 7 settembre 2010 alle ore 18:00

Sale espositive provinciali di Corso Garibaldi
Pordenone
mar-ven 15-19, sab-dom 10-19
Ingresso libero

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