Maria Santoro - Centro Ricerca e Archiviazione della Fotografia
Riccardo Peretti Griva
Silvio Maria Bujatti
Enrico Pavonello
Riccardo Moncalvo
Giuseppe Cavalli
Ferruccio Leiss
Federico Vender
Piergiorgio Branzi
Giuseppe Moder
Raffaele Rotondo
Alessandro Novaro
Vincenzo Balocchi
Gianni Berengo Gardin
Elio Ciol
Lucia Sisti
Gino Bolognini
Toni Del Tin
Fulvio Roiter
Giuseppe Bruno
Giorgio Giacobbi
Sergio Del Pero
Manfredo Manfroi
Gianni Borghesan
Luigi Crocenzi
Giuseppe Palazzi
Carlo Bevilacqua
Pietro Donzelli
Bruno Stefani
Uliano Lucas
Carlo Cosulich
Carla Cerati
Ezio Quiresi
Ugo Mulas
Franco Fontana
Mario Giacomelli Guido Guidi
Marina Ballo
Isabella Colonnello
Vincenzo Castella
Andrea Abati
Gianantonio Battistella
Vittoriano Rastelli
Giorgio Lotti
Luca Maria Patella
Mario Sillani Dierrajan
Mimmo Jodice
Giuseppe Leone
Ferdinando Scianna
George Tatge
Marcello Di Donato
Gabriele Basilico
Olivo Barbieri
Luca Campigotto
Marco Zanta
Cesare Colombo
Davide Camisasca
Alberto Tissoni
Luca Gilli
Antonio Biasiucci
Vasco Ascolini
Cesare Di Liborio
Valerio Rebecchi
Stefano Cianci
Paolo Simonazzi
Bruno Cattani
Giovanni Ziliani
Brigitte Niedermair
Massimo Vitali
Moreno Gentili
Rosa Foschi
Fulvio Ventura
Marco Signorini
Massimo Crivellari
Maurizio Bottini
Maurizio Montagna
Andrea Botto
Valerio Desideri
Marco Campanini
Maurizio Chelucci
Tancredi Mangano
Luca Andreoni
Miranda Gibilisco
Gianluigi Colin
Walter Liva
Collettiva fotografica. La mostra spazia nell'arco della seconda meta' del '900 evidenziando i diversi modi con i quali il paesaggio e' stato rappresentato sulla base delle diverse 'scuole di pensiero' alle quali sono appartenuti gli autori. Dai pittorialisti, ai neorealisti, l'esposizione cerca di ricreare in un percorso fotografico la bellezza del paesaggio italiano.
a cura di Walter Liva
«Nella storia dell’arte – da Aristotele in poi antropocentrica – il paesaggio apparve di conseguenza
relativamente tardi.
Fu infatti solo nel Rinascimento che Leon Battista Alberti nel suo De Pictura descrisse scientificamente la
prospettiva e di conseguenza si aprì al mondo la rappresentazione della città, delle sue forme e geometrie,
mentre nel ‘600 il geniale Lorenese (Claude Lorrain) rappresentò il paesaggio ideale, tra classicismo delle
rovine romane e il naturalismo di impronta nordica.
La fotografia, scrittura della luce come la definì Fox Talbot, sin dalla sua origine assunse l’essere
necessariamente prospettica ed anche sin dalle sue origini introdusse con grande enfasi il paesaggio che a sua
volta divenne l’aspetto di richiamo per l’ottocentesco Grand Tour come per avventure coloniali o più
semplicemente rese possibile di far vedere luoghi sconosciuti ma la cui esistenza veniva verosimilmente
testimoniata da una immagine, ed è da allora che si è formata un’idea “artistica” del paesaggio stesso.
II Paesaggio Italiano in fotografia, 1950–2000 spazierà nell’arco della seconda metà del ‘900, evidenziando
i diversi modi con i quali il paesaggio italiano stesso è stato approcciato sulla base delle diverse “scuole di
pensiero” alle quali sono appartenuti gli autori: dai pittorialisti come Riccardo Peretti Griva, Silvio Maria
Bujatti, Enrico Pavonello, lo Studio Giacomelli di Venezia, Riccardo Moncalvo, ai fotografi vicini
all’estetica Crociana come Giuseppe Cavalli, Ferruccio Leiss, Federico Vender, Piergiorgio Branzi,
Giuseppe Moder, Raffaele Rotondo, Alessandro Novaro, Vincenzo Balocchi, quelli de La Gondola come
Gianni Berengo Gardin, Elio Ciol, Lucia Sisti, Gino Bolognini, Toni Del Tin, Fulvio Roiter, Giuseppe
Bruno, Giorgio Giacobbi, Sergio Del Pero, Manfredo Manfroi..., i neorealisti come Gianni Borghesan, Luigi
Crocenzi, Giuseppe Palazzi fino a Carlo Bevilacqua e Pietro Donzelli e altri autori come Bruno Stefani, il
grande paesaggista del Toring Club Italiano e, attivi dagli anni ’60, Uliano Lucas, Carlo Cosulich, Carla
Cerati, Ezio Quiresi, Ugo Mulas che fotografò le Cinque Terre per conto di Luigi Crocenzi che aveva
“sceneggiato” la poesia di Eugenio Montale Meriggiar pallido e assorto e quindi due maestri tra i più
importanti di tutto il Novecento: Mario Giacomelli e Franco Fontana.
Sulla base della critica alla “visione cartolinesca” venne poi avviato il nuovo viaggio in Italia di Luigi Ghirri
che fece emergere di conseguenza anche i paesaggi marginali per come li hanno poi rappresentati Guido
Guidi, Marina Ballo, Isabella Colonnello, Vincenzo Castella, Andrea Abati, Gianantonio Battistella o anche
Vittoriano Rastelli con i suoi reportages sugli incendi dei boschi o Giorgio Lotti, formatosi come
fotogiornalista anch’esso, poi il viaggio come scoperta di un territorio (che Paolo Monti negli anni ’60 aveva
già mappato) di Mario Cresci e Francesco Radino, il paesaggio fantastico di Luca Maria Patella e di Mario
Sillani Dierrajan o la città invasa dalla pubblicità (Roberto Salbitani), la bellezza del Mediterraneo e la sua
ricchezza culturale (Mimmo Jodice, Giuseppe Leone, Ferdinando Scianna, George Tatge, Marcello Di
Donato) fino alla dimensione urbana (Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Marco Zanta e
Cesare Colombo).
Una parte dei fotografi italiani ha proseguito invece nella ricerca più tradizionale di quelli che oramai sono
probabilmente gli ultimi scorci della bellezza del paesaggio come Davide Camisasca, Alberto Tissoni e Luca
Gilli, mentre Antonio Biasiucci ha rappresentato la forza della natura ed invece elementi di storia dell’ arte e
di memoria dei luoghi sono stati introdotti da Vasco Ascolini, Cesare Di Liborio, Valerio Rebecchi, Stefano
Cianci , Paolo Simonazzi, Bruno Cattani, Giovanni Ziliani.
L’ultima p arte della mostra presenta la nuova visione del paesaggio oramai frammentato proposta da autori
come Brigitte Niedermair, Massimo Vitali, Moreno Gentili,Rosa Foschi, Fulvio Ventura, Marco Signorini,
Massimo Crivellari, Maurizio Bottini, Maurizio Montagna , Andrea Botto, Valerio Desideri, Marco
Campanini e Maurizio Chelucci , Tancredi Mangano, Luca Andreoni, Miranda Gibilisco e infine,Gianluigi
Colin ci riporterà indietro nel tempo, all’epoca di Piero della Francesca».
Le 140 fotografie della mostra, oltre che dall’archivio del CRAF, provengono dal Touring Club Italiano ,
dalla Fototeca 3M Italia di Milano, dal Circolo La Gondola di Venezia, dal Museo della Fotografia
Contemporanea di Cinisello Balsamo, dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, dal MA GA (Museo Arte
Gallarate), da L’AM – L’Arte Mostre di Roma e da collezioni private e degli Autori.
La mostra, promossa dall’Amministrazione Provinciale di Pordenone con la collaborazione del C.R.A.F., è
curata da Walter Liva.
Immagine: Francesco Radino, Capri, 2003
Inaugurazione: martedì 7 settembre 2010 alle ore 18:00
Sale espositive provinciali di Corso Garibaldi
Pordenone
mar-ven 15-19, sab-dom 10-19
Ingresso libero