Nel 2006 Marisa Merz e' stata ospite della fondazione elaborando una serie di suggestioni che sono confluite in questo progetto espositivo. Sono raccolte opere storiche e inedite che tracciano il suo percorso negli ultimi anni; soprattutto disegni, tracciati a grafite su tela o a pastello e cera su cartone in uno stile sintetico e a volte evanescente, il tema del volto e' centrale di tutta l'esposizione. 'Il baciamano' di Ian Kiaer si sviluppa come una riflessione sul gesto minimo, prendendo a modello due complesse figure: quella del pittore veneziano di genere, Pietro Longhi e quella dell'architetto Carlo Scarpa uniti dall'interesse per i gesti marginali e gli intimi cambiamenti di registro. Interventi composti di oggetti, sculture, piccole installazioni e dipinti danno vita ad uno spazio sospeso.
Marisa Merz
Non corrisponde eppur fiorisce
a cura di Chiara Bertola
La mostra alla Fondazione Querini Stampalia, a cura di Chiara Bertola, nasce grazie alla collaborazione con la Fondazione Merz e ha il sostegno di Pirelli & C. SpA, socio fondatore della Fondazione Hangar Bicocca. Partner istituzionale la Regione del Veneto.
Nella primavera del 2006, l’artista è stata ospite della Fondazione Querini Stampalia in residenza, elaborando una serie di suggestioni che sono confluite in un progetto espositivo specificamente ideato per l’Istituzione veneziana: nel palazzo della Fondazione verranno così raccolte, in occasione di questa mostra, opere storiche e opere inedite che tracciano il suo percorso negli ultimi anni. L’esposizione si sviluppa all’interno del Museo.
Le opere di Marisa Merz, intime e visionarie, potranno così dialogare ed entrare in una relazione pregnante con alcune delle opere esposte nelle sale del museo, dai ritratti alle sacre conversazioni, fino ai racconti mitologici. Lungo questo percorso espositivo incontreremo soprattutto opere di Marisa Merz focalizzate sul disegno, tracciato a grafite su tela o a pastello e cera su cartone in uno stile sintetico e a volte evanescente; alcune delle sue “Testine” in argilla cruda potranno rispondere a quella sempre citata relazione con Medardo Rosso mettendosi realmente di fianco al volto del Bambino di questo artista, presente nella collezione del museo della Querini.
Il tema del volto, uno dei più significativi dell’opera di Marisa Merz, diventa centrale di tutta l’esposizione veneziana. Tema che rappresenta una traccia dello spirito umano, emergente nel momento unico e infinito del suo apparire.
Composte da fugaci linee arabescate, le fisionomie delineate dall’artista si distaccano da qualsiasi contesto sociale o narrativo, rivelando configurazioni di segni astratti che sfidano le espressioni di identità individuale, fissandosi in uno stato di sospensione del tempo.
Agendo all’interno di una logica universale, le opere di Marisa Merz riflettono la sua fede nella “durata” dell’opera d’arte, che va aldilà della sua realizzazione materiale superando le limitazioni contingenti di spazio e tempo.
Questa convinzione si renderà ancora più evidente in occasione dell’incontro tra le opere contemporanee e quelle del passato nel Museo della Querini Stampalia.
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In occasione della 54 Esposizione d’Arte de la Biennale di Venezia
IAN KIAER
Il baciamano
un progetto di Art At Work
con il sostegno di Alison Jacques Gallery
Ian Kiaer è un artista che con disegni, materiali di scarto e piccoli
oggetti crea situazioni immaginarie e simboliche segnate da una specifica
qualità pittorica. Questi interventi composti di oggetti, sculture, piccole
installazioni e dipinti danno vita ad uno spazio sospeso, capace nel tempo
intimo e lento dell''osservazione di trasformarsi in paesaggi emotivi, in cui
un frammento di metallo è capace di evocare l’apertura di una stanza, così
come una scatola vuota può trasformarsi in un palco teatrale. Nel lavoro di
Kiaer molteplici riferimenti a figure storiche e a specifici concetti presi
a prestito dalla storia dell'architettura, dalla letteratura e dalla
filosofia, creano intuitivamente connessioni tra argomenti apparentemente
divergenti. Il baciamano nasce da una riflessione su due figure complesse
divenute esemplari per l'artista: quella del pittore veneziano di genere,
Pietro Longhi (1702-1785), e quella dell'architetto Carlo Scarpa
(1906-1978), anche lui nato a Venezia e conosciuto per i suoi interventi
minimali e rivoluzionari nel campo del restauro e della progettazione
museale.
Sia Longhi che Scarpa sono profondamente legati alla storia della Querini
Stampalia, ma ciò che è più rilevante per Kiaer è il modo in cui entrambi
hanno operato all'interno di una nozione di 'forma espressiva minore', la
condivisa attenzione nei confronti dei gesti marginali e degli intimi
cambiamenti di registro. Spesso le ricerche di Kiaer si sono rivolte alla
pittura intesa come modello ridondante, e alla sua capacità di trarre spunto
dalle diverse modalità e dalle diverse funzioni presenti nei modelli
architettonici: sia rappresentativi, che sperimentali e utopici. Vi è in
Scarpa una complessità modulare nell’organizzazione di spazi e materiali,
sia nell'uso dell'acqua, che nella pietra e nei materiali organici. La
razionalità con cui prende decisioni, sembra tuttavia convivere con una
volontà di resistenza nei confronti di una definizione tecnica dei progetti
in favore di scelte poetiche. Il suo lavoro, infatti, nonostante operi
all'interno di un canone riconoscibile di riduzionismo modernista, gioca con
il decoro, la fantasia e offre un piacere 'sofisticato', quasi fisico. Tutto
ciò, insieme al modo in cui predispone gli spostamenti dei visitatori negli
spazi della Querini Stampalia, rivela un’incredibile sensibilità nei
confronti della ricerca di una forma architettonica capace di attivare
scambi sociali che lo avvicina agli interessi del Longhi.
Per tutto il XIX secolo, Longhi è stato ignorato e considerato un artista di
genere, un “petit-maitre”, un incantevole illustratore della società del
Settecento e del suo declino. Kiaer identifica in questo misconoscimento il
significato e le potenzialità della forma espressiva minore. “Mi affascina
il modo in cui Longhi racconta questa decadenza e soprattutto come questa
decadenza possa contribuire a formulare un'idea di pittura contemporanea
diversa, intesa come forma espressiva ridondante. I gesti sottili e gli
sguardi sospesi dei suoi personaggi con indosso sete e maschere, sembrano
intenzionalmente rappresentare un certo 'tono', un 'timbro', difficile da
interpretare. Credo che l'azione marginale, i piccoli gesti, possano offrire
un’alternativa all’ossessivo bisogno di progresso così come alla supposta
necessità di importanza e magniloquenza della pittura. Sono interessato ad
una riflessione critica sui quadri del Longhi; ciò che possono suggerire
sulla pittura contemporanea, in rapporto ai gesti intimi e modulari di
Scarpa. (Ian Kiaer, Londra, Novembre 2010)
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On the occasion of 54. Esposizione d’Arte de la Biennale di Venezia
Art At Work presents
Il baciamano
a project by IAN KIAER
with the support of Alison Jacques Gallery
Ian Kiaer is an artist who creates with drawings, left-over objects and odd
pieces of material imaginary and symbolic situations marked by a specific
painterly quality. These propositions composed by objects, models and
paintings create a space of suspension, which after quiet observation slowly
transform into kinds of emotional landscapes, in which a piece of metal
might evoke the opening of a room and an empty box a stage. In Kiaer's work
multiple references to figures and specific concepts taken from the history
of architecture, literature and philosophy, intuitively create connections
between apparently contrasting arguments. Il baciamano (A Nobleman Kissing a
Lady's Hand) develops through the models of two complex figures, the
Venetian genre painter Pietro Longhi (1702-1785) and the architect Carlo
Scarpa (1906-1978), also born in Venice, known for his minimal interventions
in the field of restoration and museum design.
Both Longhi and Scarpa are closely linked to the Querini Stampalia, but more
relevant for Kiaer is the way in which they both can be seen to operate
within a notion of the 'minor form', characterized by an attention towards
the idea of marginal gestures and intimate changes of register. Kiaer's
concerns have often turned on thinking around painting as a kind of
redundant model, and its potential to draw on the different modes and
functions apparent in the model, whether representational, experimental or
in some way utopian. In Scarpa, there is a modular complexity to his
organisation of spaces and material, whether working with water, stone or
organic matter. There appears to be a rational in the way he makes
decisions, yet one that resists technical definition in favour of a form of
poetics. Hence his work, though operating within a recognisably reductionist
modernist canon, touches on decor and whimsy, and a pleasure in what might
be termed the 'exquisite'. This and the way he arranges the movement of
visitors around the spaces of the Querini Stampalia reveal a sensitivity to
heightened social exchange that draws him close to the concerns of Longhi.
Longhi was long dismissed in the 19th century as a 'petit-maitre', the
charming illustrator of a declining society. Kiaer identifies in this
misrecognition the significance and potential of the minor form. 'I'm
interested in what he has to say about decay- and how such decay contributes
to thinking about what is presently possible for painting, as a kind of
redundant mode. With subtle gestures and arrested glances made by people in
silks and lowered masks, he seems to be aiming for a kind of 'tone' or
'timbre' that is not so easily read. It is in the marginal, the minor, that
I think there is still something interesting to find as an alternative to
the demand of progress, or supposed relevance. I'm interested in what Longhi
paintings might prompt in conjunction with the intimate modular gestures of
Scarpa.' (Ian Kiaer, London, November 2010)
Ufficio stampa Fondazione Querini Stampalia
Sara Bossi, cell. 339 8046499, tel: 041 2711441, fax 041 2711445, e-mail: ufficiostampa@querinistampalia.org
www.querinistampalia.it
Immagine: Marisa Merz
Inaugurazione 31 maggio ore 18
Fondazione Querini Stampalia
Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252 - Venezia
Orari: dal 1 al 3 giugno 2011: 10/19, aperto lunedì 6 giugno 2011: 10/18; dal martedì alla domenica: 10/18, chiuso lunedì
Ingresso: intero 10 euro; ridotto 8 euro