Sono finiti in prigione. Ritratti pittorici di uomini in cui l'intensita' degli sguardi e dei volti trascende l'individualita' del soggetto raffigurato.
Con una semplice e istintiva affermazione “mah, sono finiti in prigione” è stato lo stesso Freddi a definire il senso di questa serie di ritratti. Ammetto di aver sorriso sentendolo rispondere così alla mia domanda: “ma chi sono questi soggetti?”.
Poco altro si dovrebbe scrivere. Sono finiti in prigione, semplice e casuale, perché chiunque ci può finire, in un trapasso in cui si viene denudati, anche e forse soprattutto nell’anima. Ed è così che la caratterizzazione fisiognomica diviene esibizione di una profonda interiorità.
Questi volti ci circondano, interrogandoci, cercano con insistenza di entrare in relazione con noi, che rimaniamo altezzosi e implacabili sula difensiva. Noi siamo fuori, per il momento. Noi crediamo di non avere nulla da condividere.
Uomini la cui intensità degli sguardi e dei volti trascende l’individualità del soggetto raffigurato. E il presunto criminale “finito in prigione” si eleva da questo ruolo uscendo da quella gabbia fisica, mentale e morale in cui si trova rinchiuso, per interrogarci implacabile e con implacabile insistenza.
Freddi lavora sulla tela con grande cura, lentamente, utilizza minute pennellate per non trascurare nessun elemento espressivo, nessun particolare che possa raccontare il pensiero di queste persone nelle quali, volendo, possiamo anche rispecchiarci.
O già ci sentiamo dall’altra parte, la loro parte?
Inaugurazione 6 ottobre 2012 ore 18
1.1_Zenonecontemporanea
via San Zenone, 11 - Reggio Emilia
Aperta il sabato e la domenica dalle 18 alle 20, gli altri giorni su appuntamento
Ingresso libero