Sisters
Roma
via dei Banchi Vecchi, 143
06 6878497
WEB
Eugenio Percossi
dal 14/12/2005 al 28/1/2006
dal Martedi' al Sabato h. 10-13 e 16-20, Lunedi' h. 16-20

Segnalato da

Sisters




 
calendario eventi  :: 




14/12/2005

Eugenio Percossi

Sisters, Roma

Christmas. Progetto realizzato dall'artista a Praga nel periodo successivo alle feste natalizie e che nasce in seguito ad una riflessione sul valore della luce in Nord Europa e su come il concetto di speranza coincida spesso con quello di illusione. L'artista presenta un nuovo ciclo di lavori, fulcro delle immagini fotografiche, come del video, e' l'icona universale del Natale: l'abete


comunicato stampa

Christmas

a cura di Emanuela Nobile Mino

Giovedi' 15 dicembre 2005 dalle ore 18,30 la galleria Sisters di Roma inaugura la mostra personale di Eugenio Percossi dal titolo “Christmas", progetto realizzato dall’artista a Praga nel periodo successivo alle feste natalizie e che nasce in seguito ad una riflessione sul valore della luce in Nord Europa e, in generale, su come il concetto di speranza coincida, spesso, con quello di illusione.

Eugenio Percossi (1974, vive e lavora a Roma e a Praga) presenta in questa occasione un nuovo ciclo di lavori (un video e una serie di fotografie lambda) improntati non tanto sul significato della festivita' natalizia in se', come riflessione bonaria nel periodo dell’avvento, quanto, semmai, sul ruolo che tale periodo dell’anno e' giunto ad assumere oggi, perdendo sempre piu' il vigore della cerimonia cristiana, sacrale, e acquisendo, negli apparati e nell’iter liturgico degli atteggiamenti ad esse correlati, gli intenti e le modalita' del rito pagano. Fulcro delle immagini fotografiche, come del video, e', infatti, l’icona universale del Natale: l’abete, simbolo di speranza, di vita, di luce specie nel Nord Europa dove la lunga stagione invernale, illuminata timidamente da un sole sbiadito e impotente, difficilmente risparmia, tanto meno alimenta, la linfa vitale della natura.

Incarnando l’energia, la continuita', la fertilita' e la fiducia nel rinnovamento, l’albero natalizio diviene allegoria di promessa, di luce, di primavera, doni che vanno pero' invocati e che quindi presuppongono un’adeguata ritualita'. Un allestimento sfarzoso e propiziatorio diviene quindi solitamente l’espressione massima di questo tipo di rituale e alle decorazioni luminose, alle sfere luminescenti, alle lampadine ad intermittenza viene affidato il compito di favorire la conquista delle mete ideali e l’attuazione delle preghiere individuali.

Partendo proprio da queste considerazioni, Percossi le scavalca, per poter scrutare piu' in la'. Le sue immagini, infatti, non ritraggono la magnificenza e la spettacolarita' degli addobbi del cerimoniale, ma si concentrano sul momento appena successivo: la fine delle festivita', il disfacimento dei simboli, l’imballaggio delle guarnizioni, l’abbandono dell’albero in strada, ormai spoglio, rachitico, inutile, quindi, il collasso del sogno, lo smascheramento dell’illusione.

In uno dei suoi piu' importanti saggi, Paul Virilio1, parlando del ruolo della luce nel cinema e nella televisione, ricorda l’escamotage di una rete televisiva americana che nel periodo di Natale decise di trasmettere un primo piano di tronchi accesi, trasformando milioni di televisori in “falsi caminetti", lo scopo era quello di conferire ai telespettatori uno stato di euforia, di soddisfazione attraverso l’illusione dell’apparenza. Questo concetto sembra ribadito, rielaborato e sviluppato nel video di Percossi, sebbene con un accento sarcastico, teatrale, destabilizzante. Sulle note di un melodico jingle, la classica e pacifica visione di un interno domestico, in cui campeggia l’abete agghindato, viene ad un tratto squarciata dal bagliore dell’incendio provocato dalle luminarie, le cui fiammate accendono, distruggendola, l’intera stanza.

All’arroganza del fuoco, surrogato della rinascita, della rigenerazione, e' affidato l’appagamento repentino del desiderio di luce, che un minuto dopo soccombe, insieme al resto, all’informale cupidigia delle fiamme. Ancora, il sogno fallisce, svelando l’illusione. (E.N.M.)

Bio

Nato nel 1974 ad Avezzano (Aq). Vive e lavora a Roma e a Praga.

La ricerca di Eugenio Percossi individua nella memoria e nell’illusione, che essa stessa genera, i suoi principi ispiratori. Le ossessioni personali e collettive, il senso di inadeguatezza, la lucida cognizione del vuoto e l’incognita della vita divengono argomenti sui quali l’artista si interroga e su cui invita lo spettatore a riflettere in modo assolutamente disincantato e razionale.

Le sue opere, siano esse dipinti su tela, fotografie o video, indagano la spietata e sistematica logica interna al fattore tempo, il suo ineluttabile potere di trasformare le cose, le situazioni, il corso degli eventi. L’analisi parte dall’uomo, per sviscerarne quanto piu' da vicino le paure, i desideri, le illusioni e ridurli in frantumi con una perizia tanto scientifica e disillusa, quanto poetica e tranquillizzante.

Di conseguenza, anche l’instabile natura del ricordo, inteso come illusorio tentativo di fermare il tempo in un’immagine, diviene per l’artista argomento di studio e ulteriore pretesto per operare una demistificazione delle vane speranze umane in una auspicata immortalita'. Il ricorrente atteggiamento dissacratorio nei confronti della presunta superiorita' dell’uomo, di fatto, volge al ridimensionamento delle potenzialita' e delle utopie su cui questo basa il proprio spasmodico e quotidiano inseguimento dell’affermazione sociale e genetica, miraggi bramati in vita, in funzione della conquista dell’eternita' dopo la morte. Esemplare in questo senso lo studio dell’artista sul fenomeno della diffusione democratica del ritratto, in versione fotografica, nei primi del ‘900. Un’attenta e frequente ricerca di fotografie scattate tra gli anni '20 e '40 del secolo scorso, ha portato l’artista a collezionare una quantita' ingente di ritratti che, non solo sono funzionali alla produzione di una determinata serie di lavori sul tema del souvenir quale grande e consolatoria “bugia" ma, piu' in generale, per il loro comune destino - la dispersione - e per via dello scarto temporale che li separa dal momento del ritrovamento, sembrano incarnare perfettamente la sua poetica fondata sul memento mori e sul regolare smascheramento dell’umana tendenza al feticismo, come perpetuazione, come sopravvivenza. (E.N.M.) Inaugurazione: giovedi' 15 dicembre 2005 dalle ore 18,30

Sisters
Via dei Banchi Vecchi 143 - Roma
Orario: dal Martedi' al Sabato h. 10-13 e 16-20, Lunedi' h. 16-20
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [8]
Franck Evennou
dal 21/10/2010 al 21/11/2010

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede