Chiesa di San Domenico
L'Aquila
Piazza San Domenico
328 5764758

Marcello Mariani
dal 26/8/2006 al 14/10/2006
WEB
Segnalato da

Daniele Mariani




 
calendario eventi  :: 




26/8/2006

Marcello Mariani

Chiesa di San Domenico, L'Aquila

I colori del sacro. La mostra ripropone la tematica del legame tra arte e sacro. Con una regia di luci dell’Accademia dell’Immagine e l’apporto della poesia di Francesco Rivera e della musica di Sergio Rendine.


comunicato stampa

I colori del sacro

A cura di Silvia Pegoraro

Dal 27 agosto, presso la chiesa di San Domenico in L'Aquila, nell’ambito della Perdonanza Celestiniana, una mostra personale del pittore aquilano ripropone la tematica del legame tra arte e sacro. Con una regia di luci dell’Accademia dell’Immagine e l’apporto della poesia di Francesco Rivera e della musica di Sergio Rendine.

L’ultima sezione dello splendido libro di Hans Sedlmayr La luce nelle sue manifestazioni artistiche, e' dedicata alla modernita' definita come “Perdita della trasparenza": trasparenza intesa non come chiarezza razionale, ma come “splendor" metafisico. Il termine Verlust ha pero' un significato piu' profondo: indica una condizione nella quale e' totalmente assente il desiderare (Lust) e soprattutto il piacere insito nel desiderare.

Ma in un’eta' senza luce, senza una mistica della luce, l’opera d’arte diventa ancora piu' necessaria, perche' si da' come “visione pura", “assoluta apparizione", in cui compaiono “colori mai veduti da occhio umano". La mancanza, la perdita, puo' allora determinare una rinascita del desiderio di avvicinarsi, attraverso l’arte, a una superiore trascendenza, e al senso del sacro. Proprio questo si propone la mostra Marcello Mariani: i colori del sacro, dedicata al grande artista aquilano, creatore di una pittura “astratta" di straordinario impatto percettivo ed emozionale, intessuta di simboli e archetipi.

Gli “Archetipi" di Mariani - grandi tele inondate di colori che talora si strutturano in forme primarie e archetipiche - scolpiscono una sequenza di tracce simboliche che testimonia di una sacra appartenenza tellurica alla materia: il sentimento di un legame sacro con la terra e con tutti gli elementi naturali, che ci indica nel pittore l’esponente di una sorta di “materialismo mistico".

Alla gravitas della materia come terra mater - che per Mariani s’identifica con l’aspra e sontuosa, arcaica e sacrale bellezza delle sue terre abruzzesi - si contrappone il tema dell’ascensione e del volo (frequente e' il tema delle ali e degli angeli).L’ascensione e' scoperta di un mondo interiore che se-cerne da se' la propria luce, un’interiorita' di luce che si oppone alla spazialita' opaca del mondo esterno. Il simbolo della croce e' una sorta di sintesi della verticalita' del cielo - ascensione, volo, trascendenza - e dell’orizzontalita' della terra - gravita', peso della materia, immanenza -. Mariani interpreta questo simbolo con una grande installazione in cui alcune delle sue grandi tele vanno a formare una croce, e in una serie di piccole tele che rappresentano le XIV Stazioni della Via Crucis, ognuna delle quali accompagnata da una delle poesie che formano la raccolta Via Crucis di Francesco Rivera.

Non si tratta di un percorso teologico-dogmatico, ma di un risveglio squassante davanti all’evento sacro, della capacita' di captarlo in quanto essenza e sostanza, con il rischio (calcolato) di raggiungere il limite del linguaggio visivo-verbale, sconfinando nei territori dell’avventura mistica, dove la porta dell’invisibile viene resa visibile, attraverso l’infinita' torrenziale della luce-colore. La luce sgorga dall’oscura profondita' della materia : incarna il puro sguardo introspettivo, senza piu' agganci con la <<verita'>> esteriore dei valori atmosferici. Per questo le opere di Mariani sono un inno pancosmico e nel contempo un inno ascetico che rimanda a un “altrove".

Cio' che vuole essere, in qualche modo, anche la Divina Commedia dantesca, a cui Mariani ha dedicato tre grandi scenografie - presenti in mostra - realizzate per il Teatro Sant’Agostino: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Il grande poeta Osip Mandel’stam, a proposito di Dante, parlava di <<convertibilita' della materia poetica>>. Quella di Mariani potrebbe definirsi una sorta di <<convertibilita' della materia pittorica>> : una versatilita' metamorfica che implica anche uno sviluppo tematico di tipo musicale. Anche per questo si e' scelto di dare alla mostra una “colonna sonora", che sara' quella della musica del grande compositore contemporaneo Sergio Rendine.

Chiesa di San Domenico
Piazza San Domenico - L'Aquila

IN ARCHIVIO [1]
Marcello Mariani
dal 26/8/2006 al 14/10/2006

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede