Un confronto tra il linguaggio di due videoartiste catanesi (Tiziana Contino e Roberta Baldaro) e il lessico auratico di un pittore formatosi al sole delle avanguardie del primo Novecento.
Con la partecipazione delle videoartisti Tiziana Contino e Roberta Baldaro
A cura di Anita Tania Giuga
Trento Longaretti è pittore già parte di una storia trascritta come tale dal setaccio del tempo. La pennellata è cezanniana, densa, grassa, talvolta analitica. La stesura dell’olio è corposa e profonda, con ampie campiture che riprendono varianti cromatiche terrose, ma anche i vermigli, gli oltremare, i verdi e i porpora del sangue, dello spirito, dell’onirico. Il segno è spesso e marcato, quando non si sfalda nel trattamento del viso, delle vesti e degli incarnati. I suoi personaggi, in moto congelato, risentono della peculiare libertà espressiva che caratterizzò il movimento Corrente, assimilando quel clima alle linee del post-impressionismo di Ensor e Van Gogh, agli espressionisti tedeschi, ai Fauves, ad un cubismo à plat, ma anche al lirismo di Chagall. Il topos dell’ebreo errante, del paesaggio come visione interiore e ciclo di simultanee lune, della vecchiezza che guida la pubertà, dei musici e dei viandanti, dei saltimbanchi, delle maternità e dei deschi dello Shabbat, evocano una suggestione dolente che ben si allinea alla composizione cloisonniste e sintetista delle vetrate sacre di cui peraltro Longaretti è stato maestro.
Ma la partita/pratica del post modernismo si gioca su regole che vengono modulate all’occorrenza, da qui la provocazione, o meglio, quella lettura condensata e simultanea che la nostra mente tesse di continuo fra passato-presente-futuro e che, in questa occasione, ho scelto di giustapporre per cogliere l’apparente contraddizione tra il linguaggio di due videoartiste catanesi (Tiziana Contino e Roberta Baldaro ), già diverse tra loro, e il lessico auratico di un pittore formatosi al sole delle avanguardie del primo Novecento. Come faranno i media coinvolti ad attivare con coerenza una tale distanza grammaticale e creativa tra oggetto cultuale e morte dell’oggetto? Come si sposeranno gli illusionismi della pittura con i “falsi movimenti” dei montaggi in digitale? Gli esercizi di resistenza della Baldaro, le carni squoiate della Contino e le icone intagliate sul tessuto tonale e letterario dell’umanità ultima e utopica di Trento Longaretti? Ma in fondo ci accade di continuo di sfogliare un catalogo e scivolare con gli occhi sulla pubblicità di un’automobile o sulle immagini di un attentato terroristico…ci accade di continuo di mescolare le carte della percezione, lasciando alla soggettività il compito di ordinare e nomenclare le sensazioni in scala praticabile. Ma il compito dell’arte è scoprire nei territori noti l’ombra perturbante di un affatto diverso reale: l’alta pira sulla quale lasceremo bruciare il cadavere della coerenza storica.
Anita Tania Giuga
Inaugurazione ore 18.30
L.I.B.R.A. Arte Contemporanea
via Giacomo Leopardi, 138 - Catania
Ingresso libero