Fattoria di Bacchereto
Bacchereto (PO)
Via Fontemorana, 179

Dada Ensemble - Presepe Sussurrato
dal 26/12/2007 al 26/12/2007
ore 21

Segnalato da

Savino Marseglia




 
calendario eventi  :: 




26/12/2007

Dada Ensemble - Presepe Sussurrato

Fattoria di Bacchereto, Bacchereto (PO)

In scena un testo teatrale (Ein Krippenspiel) scritto nel 1916 dal poeta Hugo Ball, assieme a Trista Tzara, il pittore Hans Arp ed altri; presentato nello stesso anno nel leggendario Cafe' Cabaret Voltaire di Zurigo. Tra significato, estro, "nonsense" e dissonanza comica.Lo scopo e' quello di ottenere dal pubblico una reazione eccitabile e una partecipazione attiva, sul piano puramente sensoriale.


comunicato stampa

Per celebrare la festa di Natale il Metropolitan Museum di New York ha dedicato una mostra sul Presepe napoletano.Mi domando per quale ragione quest’evento non sia stato realizzato in un Museo italiano. Ci prova l’Associazione Entroterra (Luoghi dei sensi) – che per queste festività natalizie, propone nella splendida cornice di Bacchereto (Prato) un evento unico nel suo genere, il “Presepe dadaista” con il gruppo internazionale (DADA ENSEMBLE).

Si tratta di un testo teatrale (Ein Krippenspiel) scritto nel lontano 1916 dal poeta Hugo Ball, assieme a Trista Tzara, il pittore Hans Arp ed altri; presentato nello stesso anno nel leggendario (Cafè Cabaret Voltaire) di Zurigo in Via Spiegelgasse, 1. Gesù, dice l’evangelista Luca, fu un profeta potente in parole e opere. Gli artisti dadaisti, furono profeti sia nel rovesciamento del significato della parola che nella distruzione sul piano della logica della letteratura, dell’arte e del teatro, fino a far perdere al pubblico ogni precostituita nozione di bello e di brutto.Tra significato, estro, “nonsense” e dissonanza comica.Lo scopo è quello di ottenere dal pubblico una reazione eccitabile e una partecipazione attiva, sul piano puramente sensoriale.

I dadaisti, prima ancora di costruire una nuova grammatica della parola o dell’immagine, la distruggono, perché l’arte stessa si auto distrugge. Degno di esempio è il gesto di Picabia, che elimina dinanzi al pubblico stupefatto un dipinto appena eseguito su una tela. Il poeta Tristan Tzara afferma: “nessun dada autentico ha mai pensato che le loro opere potessero durare nel tempo o servire da modello per altri artisti”. Ciò che è veramente importante nella vita, non è l’opera d’arte, ma il vivere in modo creativo. Su questo Tristan Tzara dice:”l’arte non è la manifestazione più preziosa della vita. L’arte ha questo valore celeste e universale che ci compiacciamo d’attribuirle.

La vita è ben più interessante”. Per i dadaisti, qualsiasi commento a un’opera d’arte è cattivo o inutile, perché tutto ciò che non è vissuto non ha nessun valore. Su questa presa di posizione radicale e ribelle, si fonda la differenza tra il movimento dada e gran parte delle attuali tendenze artistiche dei nostri giorni. Quest’opera dadaista risponde proprio nei contenuti e nella forma a questo pronunciato. Lo spettacolo del DADA ENSEMBLE, grazie alla sua flessibilità si adatta ad essere rappresentato in molteplici spazi e contesti. E’ un vero proprio intreccio di rumori, suoni, dove si sente tutto e non si vede niente. Una sorta di “teatro invisibile” che non lascia tracce fisiche, ma che si dissolve dall’inizio alla fine, come neve al sole. Come i primi sbalorditi pastori chiamati in una notte stellata dall’angelo per annunciare al Mondo la nascita di Gesù; così gli artisti del DADA ENSEMBLE, rievocano questo mistico percorso sotto le volte buie di una cantina; che preclude una grotta imbottita di profumi di vino appena spillati.

Tra le linee d’ombra di botti; in silenzio, nascosti dietro un telo nero mimetico, da cui appaiono e scompaiono gesti, suoni e bagliori di candele, gli attori, attraverso la manipolazione di voci, oggetti vari di uso comune, riproducono suoni e tonalità raffinate, facendoci vivere con i sensi la magica notte di Gesù e nel contempo la drammatica profezia.Una messa in scena senza parole, tra le ombre misteriose della cantina, quasi a voler sottolineare il mistero della nascita. Lo spettatore percepisce l’evento, attraverso rumori leggeri, a volte pesanti. Suoni dolci, come il belare delle greggi, lo sbuffare dei cammelli. Suoni cristallini e leggeri, come la pioggia e il fruscio del vento. Passi accentuati di viandanti, strepiti acuti e gravi e ponderosi colpi di martello. Rumori, suoni, frastuoni che rendono l’evento incredibilmente comprensibile al pubblico. Tutto il contrario di quello che accade oggi nelle cosiddette “neo-avanguardie teatrali”, sempre più asfittiche e cafalchizzate agli occhi del pubblico.

L’utilizzo di oggetti e materiali di uso comune, già pronti, o manipolati era prassi preferita per la declamazione teatral-rivoluzionaria. Un criterio che molti critici e storici dell’arte hanno voluto mistificare e “Intellettualizzare” a tutti i costi. In realtà è un approccio alla creatività, semplice ed efficace, per raggiungere il maggior numero di persone, con lo scopo di diffondere l’arte nella vita di ciascun individuo. Ciò fa riflettere, sull’attuale sistema della cultura e dell’arte contemporanea, tendente a separare l’arte dalla vita. Un sistema che gira a vuoto, come la famosa “ruota di bicicletta” di Marcel Duchamp, manovrata da galleristi, mercanti senza scrupoli e da potentissime corporazioni dell’arte.

Su questa “ruota” girano enormi interessi economici e finanziari. I dadaisti sono stati, sono e saranno sempre attualissimi, non solo per la loro volontà di “scandalo”, ma più di tutto per la loro carica eversiva di negazione di ogni ordine e potere costitutivo. Rivendicando il diritto individuale alla creatività, alla libertà assoluta. Ciò, al di fuori di regole, schemi ideologici preposti e dogmatici. Quest’evento del (DADA ENSEMBLE), si presenta come inno alla creatività individuale e di gruppo. Anche come un atto di riverenza nei confronti della stagione, indimenticabile del (Cafè Cabaret Voltaire) – che ancora oggi fa sentire il suo grido di libertà, la sua carica di ribellione contro tutte le forme di ingiustizie e guerre. Insomma, l’eterno dissenso tra l’ordine imposto dalla “Società” e i bisogni biologici, spirituali di ogni essere umano. Proprio per questo, il dadaismo rimane tutt’oggi inossidabile, nessuna presunta “neo-avanguardia ufficiale” può non fare i conti. E coi tempi superficiali e qualunquistici che corrono, c’è da riflettere molto su questa impareggiabile corrente artistica.
Testo critico di Savino Marseglia

27 dicembre 2007

Fattoria di Bacchereto
Via Fontemorana, 179 Bacchereto (PO)
Ingresso libero con prenotazione

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Dada Ensemble - Presepe Sussurrato
dal 26/12/2007 al 26/12/2007

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