L'artista presenta un progetto inedito e site specific dal titolo Man at work, composto da una trentina di palette e rastrelli da bambino, realizzati in marmo bianco di Carrara e disposti a terra nella galleria. La sua pratica si basa sullo spiazzare l'evidenza delle cose e creare cortocircuiti di senso tra apparire e essere, tra realta' e memoria.
a cura di Marinella Paderni
Spiazzare l’evidenza delle cose, creare dei cortocircuiti di senso
tra apparire e essere, tra realtà e memoria, dando vita nuova a
oggetti ormai invisibili all’attenzione umana, sono le pratiche
concettuali e linguistiche messe in atto con ironia da Luca Resta.
Per realizzare i suoi oggetti “quotidiani” il giovane artista
s’ispira agli oggetti industriali prodotti in serie che popolano le
nostre esistenze (ad esempio, un paio di bacchette cinesi, uno
scatolone merci, ecc) e che sono parte integrante dei riti
collettivi, come mangiare, lavorare, giocare, viaggiare. Gli oggetti
realizzati da Resta sono identici all’originale, eccetto che per il
materiale di cui sono fatti - il marmo, materia nobile la cui
preziosità è occultata dalla simulazione dell’oggetto. Solo
toccandoli si percepisce la freddezza e la specificità della pietra.
Nel suo lavoro, quindi, tatto e vista registrano due diversi
gradienti comunicando immagini che non collidono con la nostra
memoria delle cose; solo il re-incanto di questi oggetti, che della
nostra esperienza di essi, ci può far percepire la loro totalità.
Placentia ospita la prima personale di Luca Resta con un progetto
inedito e site specific dal titolo Man at work, composto da una
trentina di palette e rastrelli da bambino, realizzati in marmo
bianco di Carrara e disposti a terra nella galleria.Icone
dell’infanzia, questi oggetti rimandano a un “fare” che si traduce
fin da bambini nello scavare, nel costruire e nel distruggere
architetture di sabbia, pratica che reitera simbolicamente l’azione
adulta di progettare e costruirsi il proprio mondo. Anche il titolo
Man at work, suggerito all’artista dai cartelli luminosi delle
autostrade, si riferisce a questa attitudine che da impulso al gioco
si trasforma in un fare mondo.Le palette e i rastrelli bianchi, che
sembrano in tutto e per tutto di plastica, creano con il pavimento
grigio della galleria un’immagine in bianco e nero della scena in cui
tempo e azione appaiono congelati in uno spazio sospeso, immobile e
in una labilità psicologica tra realtà, ricordo e immaginario infantile.
Inaugurazione Sabato 30 Maggio 2009 alle ore 18
Placentia Arte
via Scalabrini, 116 - Piacenza
Orario galleria 16-19 escluso festivi e lunedì
Ingresso libero