In mostra troveremo opere in vetro soffiato a murrine, rettificati e incisi a battuto, realizzati in fornace a Murano.
Vi è nella cultura del vetro una ossessione costante per il tema della luce e
della sua mutevolezza, tanto da fargli spesso assumere connotati topologici in
paesaggi "letterari" o dentro oggetti comuni, come la ciotola e il vaso, e di
fargli descrivere luoghi apparentemente ordinari ma capaci di schiudere
dimensioni "altre", percorsi molteplici, abissi inimmaginabili. Si può
preferire il recipiente con le sue concavità e convessità al posto di un corpo
con le sue modellate plasticità ; si può preferire l'incastro e l'accostamento
piuttosto che la statica di oggetti adiacenti; si può preferire la superficie
"battuta" in luogo di quella liscia, ma quello che in definitiva conta è il
gioco incantevole delle trasparenze.
In questo modo si suggerisce un equilibrio, ma in continua vibrazione e
oscillazione, tanto da brillare con accenti visivi, godendosi ironicamente la
propria esistenza chimerica: è denso e sfaccettato, morbido e cristallino,
capace di invertire superficie e profondità , luce e materia, ombra e tattilità .
Prendiamo ora Valéry e pieghiamolo ai nostri desideri: "L'apparenza della
materia è quella d'una sostanza morta, di una potenza che passerebbe all'atto
solo mediante un intervento esterno e del tutto estraneo alla sua natura. Da
tale definizione, una volta, venivano tratte conseguenze inconfutabili. Ma la
materia ha mutato volto. L'esperienza ha indotto a formulare il contrario di
ciò che la pura osservazione faceva vedere".
Queste parole per introdurre il lavoro di Paola Scibilia che verrà presentato
domenica 26 maggio 2002, alle ore 11, presso lo spazio Juliet di Casier (piazza
Pio X n. 76).
Nel lavoro di Paola tutto ciò che fin qui si è detto è presente, con la postilla
che la materia qui è viva poiché in essa vi vive l'eterna febbre del corpo che
l'autrice ha saputo cogliere dalla meccanica della composizione-scomposizione
della struttura modulare: effetti multipli di vibrazione luministica e
materica.
Ora sono le correnti luminose e i giochi di luce-ombra che la interessano (fino
ad arrivare a rarefazioni cromatiche di particolare efficacia espressiva), ora
è all'opposto il segno che si esteriorizza nell'intera composizione, mettendo
in giusto risalto situazioni tipiche di una attenta descrittività . Giustamente
l'autrice parla di "atto liberatorio", non di abiura; atto liberatorio che le
permette di esprimere quello che sente nel modo più coerente e poeticamente
vicino al suo io interiore.
Certo è che nelle sue opere si legge costante la mancanza di una cornice
chiamata a generare confini, e quest'esigenza di uno spazio inteso sia come
apertura verso l'esterno, sia come grido di libertà , in modo che tutta la
struttura respiri e si avvalga dell'ambiente che la circonda, è grido attuale e
politicamente consono ai concetti di globalizzazione e di transito senza
confini propri della società contemporanea. Come scrive Boris Brollo, 'il senso
del fare, poi, apre a un'idea di progetto che disegna da una parte una
prospettiva più allargata, mentre delinea un'idea, pure essa, soggettiva. Un
lavoro avocato al sé, non più oggettivo , dato che il progetto è spossessato
all'autore originario. Eppure la lavorazione del vetro è anche questo:
disciplina cosciente di un fare creativo che funziona per uno sviluppo
progressivo delle cose ricche dell'apporto umano e collaborativo di più
persone, fatto e condizione che assolutamente non depaupera la coscienza
creativa, lucida, trasparente e tagliente del progetto artistico, del pari
peraltro della materia che Paola Scibilia va a elaborare".
In mostra troveremo opere in vetro soffiato a murrine, rettificati e incisi a
battuto, realizzati in fornace a Murano.
La mostra, curata da Boris Brollo, in collaborazione con lo spazio Arkema di
Portogruaro, chiuderà alla fine di giugno, per proseguire poi, dal 20 luglio,
al Centro culturale Leonardo da Vinci di San Donà di Piave, presenza
all'interno del ciclo "No Style, under 35" patrocinata dall'Assessorato alla
Cultura del comune di San Donà .
S P A Z I O J U L I E T CASIER p.za Pio X n. 76