Spazio Juliet
Casier (TV)
piazza San Pio X 76
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Sonia Ros
dal 22/10/2005 al 14/11/2005

Segnalato da

Boris Brollo



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Sonia Ros



 
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22/10/2005

Sonia Ros

Spazio Juliet, Casier (TV)

Sfigmi. In mostra quattro grandi tele e altre piccole che sono una meditazione sull'interiorita' e portano in superficie la memoria delle visioni interiori dell'artista. La Ros cerca un proprio modo di essere all'interno della poetica della corporeita', sintetizzata soprattutto dall'icona del corpo femminile.


comunicato stampa

Sfigmi

Caratteristica dell'artista - che pratica la pittura nella sua accezione tecnica più tradizionale - è la necessità, quasi l'ossessione, di proiettare costantemente il suo dire verso l'ulteriorità, sottoponendo il suo linguaggio al rischio permanente dell'accelerazione forzata. In realtà, per diverso tempo, la Ros si è concentrata soprattutto sulla definizione tematica, sulla declinazione del tema forte, cercando un proprio modo di essere all'interno della poetica della corporeità , sintetizzata soprattutto dall'icona del corpo femminile. Rispetto a questa fase della ricerca, va detto che l'esito essenziale consiste nella convincente epifanìa del Corpo come "spazio pervio", attraversato da tensioni consce e inconsce; in grado di assorbire ed emettere energie; capace, soprattutto, di essere "luogo" e insieme "antenna" del desiderio... (Fabio Girardello ).

Questo punto di vista si fa carico della fisicità dell'atto della pittura che è sommesso ma esistente come ci ha insegnato John Dewey, ma sarebbe riduttivo leggere tutto il lavoro di questa artista alla luce di una corporeità che trascuri l'elemento artistico del colore. Celebre è l'operato continuo di scavo fatto da Cézanne nei confronti della sua pittura posta di fronte alla struttura del Monte Saint-Victoire. Cezanne riuscì a eliminare la struttura sottostante la pittura sino a renderla libera in una prospettiva aerea costruita con il puro colore. E questo sembra il nodo che ha incontrato sulla sua strada la stessa Sonia Ros. La libertà del colore, il segno senza significato grammaticale bensì esistenziale, la porta più verso Per Kirkeby e la sua pittura di paesaggio psico-geografico di memoria che ha anche un riferimento dal vero attraversato da lampi di movimento mnemonico.

Queste quattro grandi tele che vedremo da Juliet a Casier denominate "Sfigmi" e altre piccole anche se a colpo d'occhio sembrano rimandare ai fasti dell'informale degli anni ottanta (soprattutto spagnoli) sono invece una meditazione sull'interiorità e portano in superficie la memoria delle sue visioni interiori. Certo la casistica mistica ci fa intuire che attraverso la purga del corpo si ottiene la giusta misura della propria spiritualità e queste tele se guardate a lungo riecheggiano valli, fossi, anfratti così come lampi di luce, balenii e tempeste degne sì della tradizione del Giorgione ma intrigate dalla modernità agnostica della sospensione del giudizio gestuale. Boris Brollo

Inaugurazione: domenica 23 ottobre 2005, alle ore 11

Spazio Juliet di Casier
piazza Pio X n. 76 - Trieste

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