Un megalavoro di cablaggio fa spuntare rampicanti dal pavimento che
s'impossessano di porzioni delle parete della galleria. Al posto dei
fiori, tanti tweeter riciclati da oggetti domestici dismessi.
Un
microfono solo, piazzato sopra una trave come un cimice, ascolta
l'ambiente, fornendo dati a un computer che taglia e manipola i suoni
in tempo reale per costruire un misterioso collage che sembra
accumulare elementi e riproporli, trasformati, in una specie di
continuum.
A differenza di molte installazioni interattive, qui il
rapporto tra suono emesso dai visitatori e suono restituito dal
sistema non è per niente didascalico anzi, richiede uno sforzo di
concentrazione per farsi capire, o una convivenza più lunga per
potersi abituare alla criptica logica del marchingegno.
Per fortuna
il paesaggio sonoro, nonostante la qualità variabile delle piccole
casse, è molto gradevole e tende a cullare il visitatore in
un'atmosfera pacata, mai aggressiva.
In questo caso la nostra
registrazione è una caricatura per godere l'opera bisogna
assolutamente entrarvi e rimanervi per un po' di tempo.
Info sulla mostra
Linfa Sintetica