Non di rado sentiamo il suono meravigliosamente erratico e evocativo
di proiettori 16mm in mostre d'arte contemporanea, ma quasi sempre si
tratta di un aspetto contingente, un suono tollerato o sottolineato
come emblema di un'operazione meccanica, in contrasto con il gelido
silenzio dei media digitali.
In questa mostra, invece, il suono
diventa parte fondamentale dell'esperienza, tra l'eterno ronzante
picchiettare dei meccanismi ed i fantasmi rimasti sulle tracce sonore
della pellicola, riprodotti dagli altoparlanti dei proiettori stessi.
I rimbombanti cubi bianchi della galleria sono gli spazi perfetti per
la messa in scena di queste macchine manomesse che celebrano il
miracolo del cinema, pur scartando la sua "grande illusione".
Info sulla mostra
Stating the Real Sublime