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Cut up (2001-2004) Anno 4 Numero 4 estate 2003



Intervista a Garbo

di Andrea Campanella



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Andrea Campanella: Ciao Garbo, sei uno degli artisti italiani che ha riempito musicalmente la mia giovinezza e quindi a te va tutta la mia stima e riconoscenza. Come nasce Garbo musicista e cantante ''dalla voce buia''; mi interessa sapere come riusciti ad avere un contratto

EMI e quali erano i tuoi punti di riferimento allora.....


Garbo: Il ragazzo Garbo intorno i suoi 17-18 anni scrive dei brani che poi diventano provini. Da lì a qualche tempo questi provini finiscono sul tavolo di un discografico incontrato

occasionalmente durante una mia seduta in una saletta di registrazione. Lui pensa che il materiale da me prodotto può diventare discografico, lo porta alla EMI e lì viene stipulato il mio primo contratto. I miei riferimenti musicali arrivavano dall'Europa o da oltre oceano

(Lou Reed, Roxy Music, David Bowie, Brian Eno, ecc.).



AC: Puoi parlarmi dell'esperienza sanremese di ''A Berlino va bene'' ripetuta qualche tempo dopo con ''Radioclima''.... la new wave a Sanremo: a proposito che ricordo hai della cosiddetta new wave e quanto ti ci riconoscevi. Quali erano gli autori che amavi di più, per te che cantavi una nuova ''Generazione''?


G: A SanRemo portai prima ''Radioclima'' e poi ''Cose veloci''. In realtà fu interessante innestare in un contesto ''strano'' (nazional-popolare) ciò che fino ad allora non era ancora stato fatto e mi riferisco a quella che tu chiami New Wave, un movimento ideale in cui da Londra a Berlino, Tokyo, Milano, Parigi, ci si riconosceva in un suono nuovo, più elettronico e sperimentale (vedi Gary Numan, Japan, D.Mode...).


AC: C'è una canzone a cui sono legato molto che è ''Vorrei regnare'' con quella chitarra frippiana e il testo davvero folgorante ''vorrei regnare sulle cose che cambiano...i volti'' . Trovo ci sia dentro tutta la poetica a te cara del tempo che passa inevitabile e dell'impossibilità di fermare le cose.


G: Credo che ''Vorrei regnare'' sia uno dei primi brani new wave italiani e come dici tu, racchiude tematiche che ho spesso toccato anche se in modi diversi. Di fatto mi sembra però che nel nostro paese c'è sempre una certa riluttanza nei confronti della sperimentazione e dei cambiamenti.



AC: In quel periodo giovani come me ascoltavano Bowie, John Foxx, Cabaret Voltaire, Clock DVA, Japan etc etc. Come era la scena italiana nella quale ti muovevi (di italiano io ascoltavo

Faust'O, i Krisma, Diaframma, Gaznevada e poco altro)?

G: Riallacciandomi a quanto detto prima l'Italia è un paese per tradizione conservatore ed allora ecco che la scena musicale ''più innovativa'' era rappresentata dai nomi che tu hai citato e con i quali ho condiviso un periodo musicalmente e non solo davvero stimolante e nuovo (alcuni di loro sono tuttora amici).



AC: Un'altro pezzo chiave è ''Quanti hanni hai?'' incisa con Antonella Ruggiero prima e rielaborata poi su Fotografie. Me ne vuoi parlare?


G: Una canzone a volte nasce in un unico gesto perché forse era già scritta dentro di me. Per ''Quanti anni hai?'' è stato così. Mentre ci occupavamo della produzione ho pensato di desiderare la presenza di una voce femminile per sottolinearne il contenuto e l'ho chiesto all'amica Antonella Ruggiero che stimo molto, lei accettò e il brano fu completato. Successivamente, per la pubblicazione della raccolta ''Fotografie'', volli realizzarne una versione più personale,sperimentale ed intimistica.



AC: ''Il fiume'' non era un disco ''facile'', molto personale, intimo forse meno immediato ma più profondo. Ci fu poi il cambio di casa discografica..un momento di transizione, come lo ricordi?


G: Manifesti mi sembrava un lavoro non riuscito appieno, forse alla Polygram non avevi gli spazi che cercavi? 6/7) Gli album ''Il fiume'' e ''Manifesti'' rappresentano per me un momento di grande importanza musicale e non solo. C'è da parte mia un approfondimento e allargamento di prospettive musicali, in sostanza una maturazione che mi porta a realizzare del materiale più

complesso e forse meno fruibile dall'ascoltatore abituale. Dall'altra parte (quella discografica) anche il desiderio di essere più autonomo nelle mie scelte produttive. Da qui la decisione di discografiche indipendenti.


GC: Ti ho ritrovato con ''1.6.9'' lavoro per Kindergarten molto più fresco e riuscito, così come ''Grandi giorni'' davvero un gran disco! E poi c'è stata la parentesi del video con i Delta V di ''quanti anni hai?''


G: Dopo aver raggiunto più controllo sulla mia cretività e sulla mia autonomia espressiva ho cercato progressivamente di tornare alla forma ''canzone'' con il desiderio di comunicare agli altri cercando di farmi maggiormente comprendere sia nel suono generale che nella parola. Contemporaneamente il desiderio di allargare le mie collaborazioni, vedi per esempio la mia partecipazione all'album ed al video del gruppo Delta V.



GC: Arriviamo a ''Strade Blu'' un disco importante credo, ancora per una etichetta indipendente la Mescal, iperattiva e di successo (basti pensare a Subsonica e Afterhours). Come è nato questo

ultimo lavoro? Le canzoni sono una più bella dell'altra: personalmente ''your love'' e la conclusiva ''una sera infinita'' danno i brividi. La voce mantiene una grande importanza, calda e magnetica come sempre.


G:''Blu'' ritengo sia il punto d'arrivo di ciò che ti ho descritto fino ad ora. Rappresenta per me l'equilibrio di ciò che volevo raccontare e come vorrei arrivasse a chi lo ascolta. Questo

album nasce nell'arco di 1 anno e mezzo di lavoro compositivo e produttivo, di collaborazioni con artisti e musicisti amici. Racconta di una lunga interminabile sera con dentro personaggi,

storie e angolazioni di me. Racconta di passioni, di sogni di amarezze, come la vita.


GC: Per concludere: Chi è il Garbo di oggi, qual'è la musica che lo interessa e che percorrerà?


G: La musica che m'interessa è quella che oggi voglio dare su qualche palco tra le persone e da lì nascerà anche quella che mi piacerà comunicare domani... oggi questo è Garbo!.