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Arte contemporanea Anno 2 Numero 8 settembre-ottobre 2007



Osservare il pensiero riflesso

Gianluca Ranzi



bimestrale di informazione
e critica d'arte


52. Esposizione Internazionale d’Arte
Biennale di Venezia
Pensa con i Sensi
Senti con la Mente
Arte al Presente

Padiglione Italia
Giuseppe Penone
Francesco Vezzoli

Padiglione Venezia-Video

Tra Vuoto e Morte al Padiglione Italia

Padiglione:
Francia-Gran Bretagna

Le Nuove Presenze

13x17 www.padiglioneitalia

Eventi collaterali
52. Biennale di Venezia
Strappi alla Regola
François Dufrêne, Raymond Hains, Mimmo Rotella, Daniel Spoerri, Jacques Villeglé

Osservare il Pensiero Riflesso

François Morellet
Getulio Alviani
La poetica del rigore Platonico - Pitagorico

‘50-’60
La Scultura in Italia

‘Patella Ressemble a’ Patella’
Mostra antologica di
Luca Maria Patella

Sequence 1
Pittura e Scultura nella Collezione Francois Pinault

Vertigo
Il Secolo di Arte Off-Media
Dal Futurismo al Web

La Passione secondo ABO

Chagall e Mirò

Paolo Canevari
Nothing from Nothing

Mirko
Opere dal 1933 al 1969

Lanciare l’Arte in una Pubblica Arena
“Public Art a Trieste
e dintorni

Lo Spazialismo
e l’Apporto Veneziano

Emergenze
Not Afraid Of Dark

Roberto Malquori
Ladies and Gentlemen...
Francesco De Molfetta

La Collezione Giuseppe
e Giovanna Panza di Biumo

Raymond Hains e l’Italia

Giuseppe Chiari

Libri d’Arte

Manifestazioni Artistiche

Eventi Flash

Risultati d’asta 2006/2007

Mostre in Italia

Mostre all’Estero
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Diego A. Collovini
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Diego Collovini
n. 35 novembre-dicembre 2013

Gianfranco Zappettini
Diego Collovini
n. 34 giugno-luglio 2013

Maurizio Cesarini
Katiuscia Biondi Giacomelli
n. 33 febbraio-marzo 2013


Antonio D’Agostino
Chiaro e scuro
film 16mm, B/N, sonoro, 12’,1963

Emiliano Zucchini
Canale morto
video, colore, sonoro, 1’, 2002

Maurizio Cesarini
Il viaggio attraversa il viaggiatore
video B/N, sonoro, 12’58’’, 2006

La mostra "Osservare il pensiero riflesso" che si svolge ad Ancona nelle due sedi della Mole Vanvitelliana e dell'Atelier dell'Arco Amoroso dal 27 ottobre al 30 novembre, propone una riconsiderazione e una panoramica sull'opera di alcuni pionieri della video arte e del cinema sperimentale italiano degli anni Sessanta e Settanta che hanno trovato nell'apertura verso le pratiche tecnologiche e multimediali nuovi orizzonti di ricerca espressiva. La mostra ne rintraccia oggi l'influenza fino alle ultime generazioni di artisti evidenziando come il loro lavoro sia stato e sia ancora uno degli episodi piu fertili e rivelatori del ruolo di primo piano che la ricerca artistica italiana ha avuto negli sviluppi internazionali della ricerca concettuale degli ultimi quarant'anni.

Nell'opera di Cioni Carpi, Giuseppe Chiari, Antonio D'Agostino, Ugo La Pietra, Fabio Mauri, Luca Patella, Franco Vaccari, Maurizio Cesarini e Emiliano Zucchini l'uso del cortometraggio a 16 millimetri e del video diviene lo strumento espressivo privilegiato per documentare, specchiare e rendere visibile una strategia globale di intervento diretto sulla realta' che si fonda sulla dialettica tra l'Io dell'artista e l'oggettivita' del mondo, facendo pero' del mondo la polarita' privilegiata, in quanto spazio esistenziale dove riversare la propria azione di proposta politica e di critica sociale.
Gli artisti selezionati, pur nella singolarità della vicenda creativa di ciascuno, condividono un tratto comune: si sono formati, o comunque ne sono stati influenzati, in un'attitudine che trova nei mezzi di comunicazione di massa un repertorio tecnico ideale per veicolare il proprio pensiero e che fa dell'arte una esperienza irrinunciabile di socializzazione. Essi agiscono controcorrente a un sistema sociale che tende a valorizzare soltanto il tempo della produzione economica e i suoi prodotti derivati. La smaterializzazione dell'oggetto artistico ottenuta dall'immaterialità del video restituisce agli artisti la coscienza di un gesto disfunzionale, disinteressato, slegato da un utile immediato, ma soprattutto li sintonizza sulla fragranza del quotidiano, sulla messa a fuoco della realtà senza condizionamenti eterodiretti.

La vita quotidiana in ogni sua condensazione diventa l'oggetto del loro intervento per far inceppare il meccanismo che ha alienato l'uomo dalla propria capacità critica e lo ha anestetizzato al proprio sentire. Per risvegliare coscienze assopite il video, la fotografia, il cinema, la video-installazione, la Mail-Art, le proiezioni di diapositive, i giornali, divengono nelle mani degli artisti in mostra il più potente mezzo per rivelare i pericoli e le mistificazioni operate dal sistema sociale. Essi evidenziano con le loro opere quanto il nesso tra arte e vita debba essere stretto per essere il più fertile possibile e adottano un atteggiamento nomadico attraverso i piu' diversi media espressivi e le varie discipline, inglobando la musica contemporanea (Giuseppe Chiari, Cioni Carpi), l'interpretazione della storia (Fabio Mauri), la fotografia (Franco Vaccari), il lungometraggio (Antonio D'Agostino), l'architettura l'urbanistica e il design (Ugo La Pietra), la Land Art, il Comportamentismo e la parola scritta (Luca Patella), la performance e l'happening (Maurizio Cesarini), la video-scultura e l'indagine filosofica sul tempo (Emiliano Zucchini). Anche quando la soggettivita' dell'artista si fa piu' sentire, essa viene comunque arginata o persino annullata nella sua esibizione effimera e fatta strumento di comunicazione dove il vero fine ultimo e' sempre l'utopia di un contatto diretto e non filtrato con il pubblico. E' per questo che per spezzare la separatezza teatrale col pubblico la tattica puo' consistere nella proposta diretta ed esposta della stessa fisicita': usata come schermo per la proiezione dei films nelle azioni di Fabio Mauri, martoriata nelle azioni di Cesarini, svelata e liberata dalle bende nella performance di D'agostino, sovrapposta e confusa all'immagine della natura con Carpi, esposta in tempo reale nelle azioni di Vaccari, moltiplicata e sdoppiata in diversi frames spazio-temporali nel lavoro di Zucchini. La distensione orizzontale della portata dell'arte va cosi' ad abbracciare il frammento, il quotidiano, la presa diretta, la prosa e assume il mondo come materiale permanente e totale in tutti i suoi aspetti, persino nei momenti di silenzio come avviene nell'anarchia sonora di Giuseppe Chiari che fonde parola, gesto e testo scritto, o nel rischio di lasciare interamente al pubblico la costituzione del corpo dell'opera come avvenne nell'azione "Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio" presentata ad Vaccari alla Biennale di Venezia del 1972. La smitizzazione dell'io e del mito creativo dell'autore e' del resto un tema che Vaccari condivide con altri artisti, a partire da opere come "SKMP2" di Luca Patella, dove l'autore esce dal proprio recinto egotico e presenta il lavoro di altri artisti, fino ai films sugli artisti Fluxus girati da Antonio D'Agostino nel 1974, che sfuggono alla cronaca della documentazione e divengono opera autonoma, o ancora agli Schermi e alle Targhe di Fabio Mauri, che ben condividono il clima di ricerca anespressiva, fredda, anti-eroica e autoreferenziale che spirava in Italia agli inizi degli anni Sessanta, da Piero Manzoni e Azimuth a Milano fino alla Scuola di Piazza del Popolo a Roma.

Lo scardinamento di ogni aspetto specialistico dell'arte fino alla rinuncia a rivendicare il copyright dell'intervento attivo dell'artista non si tramuta pero' mai in una parodia, ma si inserisce in un saldo orizzonte etico di riferimento che agisce sulla realta' in vista di un suo miglioramento-modificazione o di una sua rilettura scevra da vincoli, condizionamenti o manipolazioni interpretative inconsciamente indotte. E' lo sguardo critico di Fabio Mauri nella sua rilettura politica del fascismo, della guerra, della sopraffazione, ma e' anche l'ironia e la giocosita' apparentemente disincantata che permea l'attivita' di Ugo La Pietra, che fa dell'architettura e delle arti applicate uno strumento di comunicazione e di impegno sociale. Cosi' avviene per Antonio D'Agostino, che spaziando anch'egli attraverso vari ambiti disciplinari e adottando una pluralità di mezzi espressivi, ha utilizzato il video fin dai primi anni Sessanta. Performance, happenings, ricerca oggettuale, lungometraggi, e video costituiscono la sua pratica operativa che attraverso l'interazione diretta col pubblico è volta a scardinare i luoghi comuni della visione, destabilizzando l'ipocrisia alla riscoperta di un nucleo incontaminato del sè.

Anche Luca Patella, svariando la propria ricerca espressiva in una pluralita' di esiti interdisciplinari, condivide la medesima azione demifistificatoria, indirizzandola pero' al campo del linguaggio, dove spezza, sposta e spiazza le parole, mandando in frantumi le resistenze e liberando le energie. Lo stesso avviene nelle opere di Maurizio Cesarini dove anche la tecnica di ripresa, spesso volutamente semplificata, diviene una metafora della frammentazione del quotidiano, della sua complessita' strutturale e della sua rigenerante ricchezza, mentre i racconti video del più giovane artista presente in mostra, Emiliano Zucchini, affrontano gli pseudo-miti della cultura contemporanea svelandone le contraddizioni e riportando l'attenzione ai fondamenti della dimensione spazio-temporale che regola i gesti basilari dell'esistenza, come a evidenziare un alfabeto gestuale originario che preesiste e restituisce senso all'agire altrimenti erratico dell'uomo.