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Segno Anno 31 Numero 216 novembre-dicembre 2007



Intramoenia extra art

Lia De Venere

Il grand tour della meraviglia nei castelli del Salento
Lecce, Acaya, Muro Leccese



Attualità internazionali d'arte contemporanea


10/21 Anteprima mostre & musei
news/worldart - news italia-estero
a cura di Lucia Spadano e Lisa D’Emidio

Artisti in copertina
Hidetoshi Nagasawa, Nastro, 2007
courtesy Galleria G7, Bologna
Oliviero Toscani, Pannello senza titolo,2007
Torre mozza Castello Carlo V, Lecce
courtesy Toscani / La Sterpaia


22/35 Tematiche espositive / recensioni
• Gilbert & George, di Gabriella Serusi
Intramoenia Extra Art nei Castelli del Salento, di Lia De Venere
• Rotko, Ceroli, Kubrick, di Paolo Balmas
• Luca Maria Patella, di Stefano Saccone
• Hidetoshi Nagasawa, di Nicola Cecchelli

36/73 attività espositive / recensioni documentazioni
David Ter-Oganyan, Marzia Migliora, Deborah Logorio,
Jurgen Knubben, Tony Cragg, Sulle tracce del Sacro,
Medhat Shafik, Daniele Nitti e Antonella Zazzera,
Spalletta-Castella-Billing-Gutke,
Maurizio Taioli, Pier Palo Calzolari, Tino Stefanoni, Annie Ratti,
Lia Drei-Francesco Guerrieri, Massimo Ruiu, Roberto Giussani,
Paolo Canevari, Erika Rocchigiani, Lucia Romualdi,
Salvatore Astore, Hotel Pooop,
Speciale Campania (1° parte), Eric Wesley, Mrdjan Baijc,
Leonardo Santoli, Gianni Asdrubali, Franco Pierluisi,
Nuovo spazio per Continua a Parigi, Frieze week
(a cura di Cecilia Antolini, Alessandro Trabucco, Nicola Angerame,
Paolo Aita, Maria Marinelli, Diletta Benedetto, Ilaria Piccioni, Matteo Galbiati, Viviana Guadagno, Chiara Ceccucci, Maria Vinella, Roberto Linonta,
Maria Livia Brunetti, Francesco Poli, Lucia Spadano, Martina Cavallarin, Fuani Marino, Antonello Tolve, Eugenio Viola, Stefano Saccone, Bruno Bandini,
Emiliano Gandolfi, Vincenzo D’Alba, Francesco Maggiore, Roberto Sala

73/74 leggere d’arte
• Libri e Cataloghi a cura di Gabriele Perretta
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Coniglioviola
Rebus
video proiezione a Muro Leccese e on line
Courtesy BND
(foto Maurizio Abbate)

Perino & Vele
Da porton down, 2006
installazione ambientale, dimensioni variabili
cartapesta, ferro zincato, tempera
courtesy Alfonso Artiaco, Napoli/VM21 artecontemporanea, Roma
(foto Maurizio Abbate)

"Ogni anno un gruppo di castelli diverrà ostello e riserva indiana per artisti del Contemporaneo scelti in un’ottica multimediale multiculturale e trasnazionale. In tal modo si crea un nomadismo culturale che porta i protagonisti dell’arte a viaggiare, a risiedere nel territorio pugliese.
La Puglia diventa il teatro di un evento culturale in cui l’arte contemporanea progetta paradossalmente il proprio passato incontrandosi con la storia dei luoghi Di questi luoghi. Un grand tour per tutti"
.
(Achille Bonito Oliva)

Ancora una volta i castelli della Puglia dialogano con l’arte contemporanea. Sotto la regia di Achille Bonito Oliva il progetto Intramoenia Extra Art (curato da Giusy Caroppo) è arrivato con la terza edizione all’estremità orientale della regione, in Salento. I castelli di Lecce e di Acaya e il palazzo del principe di Muro Leccese ospiteranno per tre mesi un gruppo di opere di artisti italiani e stranieri di diverse generazioni, scelti dal vulcanico Bonito Oliva secondo un’ottica ” multimediale, multiculturale e transnazionale” per dar vita a quello che è stato da lui definito un “grand tour della meraviglia”. Nelle due scorse edizioni di Intramoenia altri castelli pugliesi (nel 2005 Castel del Monte, in provincia di Bari, nel 2006 tre castelli della Capitanata) avevano offerto asilo a un piccolo manipolo di artisti, alcuni dei quali molto noti.
Siti ricchi di memorie, a volte testimoni di vicende drammatiche, si sono così aperti al confronto con opere contemporanee realizzate con linguaggi diversi – pittura, scultura, installazione, video, fotografia – in alcuni casi innescando un interessante cortocircuito di rimandi.
Dispiace che l’originario obbiettivo di far realizzare agli artisti dei lavori site specific non sia stato se non in rari casi raggiunto. Forse la limitatezza delle risorse finanziarie e i tempi ristretti non hanno consentito di commissionare opere in stretta relazione con i luoghi. In ogni modo, diversi lavori, sebbene risalenti a diversi anni fa, si sono sorprendentemente acclimatati nelle nuove location, offrendo il destro per inedite e accattivanti letture.
La tappa salentina si apre a Lecce, dove su una parete esterna della cosiddetta Torre mozza del castello di Carlo V è collocato un grande pannello fotografico di Oliviero Toscani con alcuni corpi di donne fasciate da bende sanitarie, allusione a ferite reali o metaforiche, a trattamenti chirurgici o estetici. Ma è comunque tra Muro Leccese e Acaya che si concentra il grosso della rassegna. Nel cortile del palazzo del Principe di Muro attendono i visitatori due carri di acciaio corten coperti di ruggine di Mimmo Paladino (1999-2000), autore anche di un coevo grande dipinto su tela, di una serigrafia su alluminio e alcune tele a tecnica mista collocati negli ambienti sotterranei. Apre il percorso espositivo al piano superiore il video di Coniglioviola Rebus (2006-07), che mescola disinvoltamente citazioni dall’arte del passato con scenari da film di animazione. A seguire alcuni lavori di Luca Maria Patella, in cui giochi di parole e inganni visivi instaurano sottili e intriganti slittamenti di senso, e La libreria del professore del barese Francesco Schiavulli, ambiziosa installazione appesantita da una ridondanza formale, che tenta una eccentrica riflessione sul marxismo. Negli ambienti sotterranei del palazzo Child (2005), una malinconica figurina infantile di Luisa Rabbia è bloccata sulla soglia di un vano buio, mentre tra interno ed esterno Baldo Diodato ha collocato le sue “impronte” in alluminio, che riprendono con la tecnica del frottage la superficie di lastricati, muri, rilievi di pietra locale.
Riaperto al pubblico dopo un lungo restauro, il poderoso castello di Acaya ha accolto alcune opere di Vettor Pisani, che ripropongono con eleganza formale le tematiche esoteriche a lui care, una tavola imbandita da Maurizio Elettrico, metafora di un inquietante Medioevo prossimo venturo, un video di Paolo Consorti, parodia un po’ forzata della pena inflitta agli ignavi nell’Inferno dantesco. E ancora il bel sipario blu con il linguaggio dei sordomuti di H.H. Lim, l’artista malese da molti anni a Roma, convinto dell’universalità del linguaggio delle immagini, i putti di maiolica dai colori squillanti, un po’ spaesati, che Franco Dellerba ha collocato in attesa di qualche evento che non ci sarà, e il video Haiku (2004) della bosniaca Maja Bajevic, viaggio malinconico ritmato da un blues tra paesi e pensieri differenti, un affondo nell’attualità inquieta del suo e di altri paesi del mondo. Negli ipogei Mama (2003) la scultura in bel marmo rosso di Milas (Turchia) di Anish Kapoor (a giudizio di molti purtroppo non adeguatamente sistemata) rimanda ad armoniose forme organiche, mentre lo spirito ironico dei giovani, ma già rodati Perino&Vele, spiazza il visitatore con una saracinesca misteriosamente rumorosa e uno strano volume in cartapesta ancorato al muro.
Nel cortile del castello, infine, l’intervento più lieve e insieme poetico l’ha realizzato Virginia Ryan, che ha chiesto ad alcune donne del paese di ricamare su una federa di lino o cotone una parola che alludesse ad un momento significativo della propria vita: amore, pace, mamma e la data del proprio futuro matrimonio, queste alcune delle parole fissate sulla tela e continuamente sussurrate in sottofondo, quasi a propiziare il sonno della Vergine raffigurata nell’antico attiguo affresco.
A conclusione della terza fase del progetto, un bilancio si rende necessario. Ideata con l’intento di attivare nuovi flussi turistici verso mete inconsuete e/o di incrementare quelli già attivi, l’iniziativa ha probabilmente prodotto in questo senso qualche risultato. Ciò di cui, però, la Puglia ha realmente bisogno, al di là delle pur interessanti esposizioni temporanee, è la realizzazione di alcune strutture destinate in maniera organica e continuativa alla promozione e alla produzione dell’arte contemporanea.