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Zoom Magazine (2006-2008) Anno 28 Numero 212 gennaio-febbraio 2008



Marshamstreet

Michela Balzarelli

Sham Hinchey and Marzia Messina





Sommario zoom 112
gennaio-febbraio 2008

Cover by Matthew Jordan Smith

SPECIAL ISSUE: FASHION

Gianfranco Ferré
Mariella Burani
Stefano Galuzzi
Matthew Jordan Smith
Enrico Coveri
Giampaolo Sgura
Romeo Gigli
Francesco Biasia
Fratelli Rossetti

webportfolio
Stepanka Stein - Salin Issa
Marhsamstreet

exhibition
Miwa Yanagi

Vision Italy, Germany, America, France, Great Britain...
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If I can't see you, you can't see me

Salt Free

The wavering balance

Lavorano insieme da circa cinque anni: lui fotografo, lei grafica specializzata in programmi di elaborazione immagini. Insieme si sono appassionati alla fotografia di moda, il connubio è perfetto, nascono immagini dove il risultato è la combinazione tra la visione creativa femminile e l'espressione maschile. Ogni foto è pensata insieme, lavorano al massimo dell'equilibrio e della comunicazione.
Le immagini realizzate per lo stilista Roberto Capucci sono visivamente straordinarie, ci catturano grazie alla perfezione delle forme, ai colori sfolgoranti degli abiti ed alla visione surreale del paesaggio e dell'atmosfera.
Dopo la prima impressione continuiamo a guardarle e scopriamo infiniti dettagli del nostro tempo, sovrapposti a paesaggi antichi, storici e monumentali. E' un incontro tra il moderno e il retaggio passato dove viene svelata la superficialità del nostro modo di vivere o ci vengono anticipati alcuni dei problemi futuri, ma sempre in modo ironico.

Nonostante il mondo della moda sia molto competitivo, attrae molti fotografi. Perché avete deciso di lavorare in questo campo
Citando Gershwin, è un bel lavoro se riesci a prenderlo . Detto questo, è un mondo stimolante che ci permette di perseguire la nostra propensione all'arte catturando l'espressione artistica/creativa di altri. Sentiamo la fotografia di moda come una collaborazione tra noi e i designer e ci piace continuare su questa linea.

Com'è cambiata l'estetica delle immagini in questi anni?
Non si può negare che la fotografia commerciale, come le immagini stesse, siano diventate sempre più aggressive. È consequenziale che se in una cultura c'è una tendenza a velocizzare, il marketing segue lo stesso andamento: la pazienza non è contemplata nelle esigenze di un fruitore.

Secondo voi la fotografia ha un ruolo di primo o di secondo piano all'interno del mondo della moda?
Certamente gioca un ruolo fondamentale. Lo ha sempre fatto. Proprio per questo per noi è sempre una sfida aperta cercare di sviluppare un concept che presenterà in primis il lavoro di uno stilista per poi rappresentare noi, sperando di farlo in un modo sempre unico e inaspettato.

Com'è iniziato il vostro progetto con Roberto Capucci e come si è sviluppato?
Abbiamo sempre apprezzato lo stile di Roberto Capucci.
Riconoscendo in lui un'icona intravedevamo nel lavoro che stavamo per intraprendere un' ardua impresa. Ma ci siamo confrontati molto tra noi e abbiamo ampiamente discusso come catturare la sua arte sartoriale in pellicola. Originariamente pensavamo di cercare location surreali che potessero esaltare le sue creazioni, ma ci siamo resi conto che nella realtà non esistevano. Abbiamo così deciso di creare dei paesaggi sovrapponendo diverse immagini che potessero riconsegnare il senso di magia e assenza di tempo della collezione storica di Capucci.

Come realizzate le vostre immagini? Avete un concetto e un'inspirazione per ogni immagine?
C'è sempre un concept dietro una serie o una singola fotografia. Cominciamo generalmente con una conversazione dove spesso ci troviamo a parlare di politica e arte e di come le due possono tradursi in qualcosa di visivo. Ogni progetto inizia più o meno nello stesso modo, ma c'è un certo rapimento, un ritmo che cresce durante il lavoro in corso e che cavalchiamo con forza.
Lavorare in due è certamente un vantaggio, tendiamo a far rimbalzare visioni e considerazioni dall'uno all'altro finché un'idea non si spegne oppure prende vita. E anche se la pensiamo in modo simile, il nostro lavoro è sempre il risultato di due formazioni sociali, politiche ed artistiche differenti.

Collaborate con altri artisti?
Beh, sì, abbiamo appena lavorato con Roberto Capucci, l'ispiratore delnostro progetto, ed è stata e continua ad essere una importante esperienza In un passaggio successivo ci siamo rivolti al lavoro di Arnaldo Pomodoro, uno dei maggiori scultori contemporanei. Le sue opere erano perfette per la nostra immagine Danae, abbiamo così contattato il suo studio che ci ha permesso di inserire l'opera in bronzo che avevamo individuato,Novecento. Questo ci ha introdotto verso una nuova direzione, e recentemente abbiamo fotografato le sculture in legno dell'architetto/artista Michele De Lucchi per la nuova serie di immagini Capucci connesse allo stesso concept.

Quali sono i vostri piani futuri?
Abbiamo appena finito di realizzare la prima parte del progetto Capucci,che vorremmo esporre in differenti luoghi, incluso il museo 'Fondazione Capucci' a Firenze. L'intenzione ultima è quella di raccogliere l'intero progetto in un libro fotografico. Vorremmo poi continuare a collaborare con sempre più artisti. Nel frattempo abbiamo altri progetti in corso ed altri ancora che fremono per iniziare.

Credits
Make-up artist Emiliano Marchionni
Hair Stylist: Salvino Palmieri e Emanuele Vona