Next Mag (2008-2009) Anno 1 Numero 3 giugno-luglio 2008
Intervista a Patrizia Savarese
Tutto scorre. È quello che rappresenta Patrizia Savarese, fotografa romana,che porta avanti una ricerca formale e tecnica nella fotografia “acquatica” già da diversi anni ed è per questo numero la nostra artista di copertina. Fin dall’inizio della sua carriera è il “momento” il suo interesse principale.
Inizia infatti come fotografa nello show-business, in giro per il mondo al seguito delle più famose rock star internazionali, negli anni 80. In movimento lei stessa, è sempre artisticamente alla ricerca del movimento. Fra sogno e realtà, i suoi scatti non hanno grande bisogno di descrizioni, rivelando da soli un senso di appartenenza a un mondo seducente, onirico, irriducibilmente femminile.
Da dove nascono le sue fotografie d’acqua?
Da un particolare amore per il mare, e in secondo luogo da un felice connubio con un’azienda come la Teuco Guzzini che ha facilitato la costruzione dei miei set subacquei.
Cosa significa la presenza dell’acqua?
L’acqua è evocativa di mille suggestioni… elemento primordiale della terra e liquido amniotico che accoglie la vita umana. È un elemento trasparente che, senza una forma, ci sfugge dalle mani e, al tempo stesso, è capace di provocare molteplici e forti sensazioni corporee: da quella rilassante nel galleggiamento a quella energizzante nelle onde.
Un elemento che sembra senza peso e senza corpo ma che può comporre alternate note musicali con il rumore della pioggia o il fragore assordante delle cascate,oppure ipnotiche impressioni visive con i movimenti ondosi o i riflessi di luce infiniti dei fiumi e dei mari.
L’utilizzo dell’acqua è un elemento ricorrente ormai anche in altri fotografi: c’è qualcuno che trovi interessante o che secondo te aggiunge qualcosa di nuovo?
Di quelli che conosco posso dire che a volte mi confrontano con il lavoro acquatico di Howard Schatz, ma ritengo le due ricerche diverse da ogni punto di vista sia visivo che concettuale, anche se nate praticamente in contemporanea a metà anni ’90, in due paesi molto lontani tra loro. Il suo lavoro è bellissimo ed unico poi, eseguito con potenti mezzi tecnici e scenografici.
Le mie foto sono eseguite decisamente con dei budget molto più ridotti rispetto ai suoi. All’inizio del mio lavoro neppure lo conoscevo, ma ritengo sia stato uno dei primi nel mondo a fare questo tipo di immagini. Così come ritengo di essere stata, senza presunzione, tra i primi fotografi in Italia ad aver avviato una specie di moda nell’utilizzo dell’acqua per le foto di pubblicità o negli spot televisivi (c’è un recente spot di un noto brand
del caffé, in cui un’immagine sembra davvero ripresa da un mio lavoro del 2002). In Italia mi piace il lavoro di Fabrizio Ferri, elegante nella sua essenzialità.