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AI MAGAZINE Anno 4 Numero 40 giugno 2010



Puntini, puntini, puntini…

Elena Cancellieri



a photography and CONTEMPORARY cultures’ mag.


L’APERITIVO ILLUSTRATO magazine.
La Rivista che ti disseta la mente.

> GIUGNO 2010 <
Sommario


Rubriche Illustrate
6
L’Editoriale
di Christina C. Magnanelli Weitensfelder
10
Lo sapevate che?
S.T.U.F.O.
31
FrancheSTRIPPATE
Il Re Nudo
37
Portfolio d’autore
Photographer: Marco Cisaria
53
Libera Associazione
Stessa spiaggia…
66
Le Previsioni di Giugno
L’oroscopo de L’Aperitivo


Arte & Dintorni
12
La storia di copertina
Puntini, puntini, puntini...

15
Arte contemporanea
La poesia della quotidianità
19
Ars Gratia Artis
Arte “velata”
20
Mercato dell’Arte
Art sale?
21
Art Review
Mondo Altro
22
L’Artista sott’occhio
I Guarnieri
25
Arte a Milano
Elogiare il semplice?
33
Scatto e Contrasto
Fotografia delle meraviglie
34
Ottava Arte
Vivi che ricorderai
65
Speciale Premio
APERITIVO ILLUSTRATO 2010
Introduzione al bando di concorso


Mostre & Appuntamenti
24
Andar per mostre /1
La nuova Galleria Rumma di Milano
Andar per mostre /2
Bentornata Bicocca!
29
Andar per mostre / 3
Torino capitale della moda
61
Appuntamenti MUSICA e SPETTACOLO
Gli appuntamenti migliori
segnalati dalla redazione
63
Appuntamenti ARTE e CULTURA
Gli appuntamenti migliori
segnalati dalla redazione


Design
44
Oggetto “D”
Nel segno del design
45
Orizzonti architettonici
La finestra sul fiume
47
Design di Moda
Le R(iv)elazioni pericolose…
49
L’utile al dilettevole
Shakti Mat



Cultura & Spettacolo
16
New York Report
Mine Vaganti a NY /
Intervista esclusiva a Ferzan Ozpetek
36
Insoliti noti
Enrico Silvestrin e l’arte
38
Noti ignoti
I wish I was special
39
Colpo di testa
Il mio mondo è nella danza. John Neumeier.
40
Cinema espanso
Il Pittorico e il Filmico. Luis Buñuel.
41
Teatralmente
La Lupa
42
Film Files
Tre recensioni selezionate del mese
43
Cinefilosofando
The day after tomorrow
Ciak, si gira!
Il cinema di impegno civile e politico negli anni ’60 e ‘70
50+51
Un libro in passerella
Letture consigliate dalla redazione
59
Note & Dintorni
Due recensioni selezionate del mese



Costume & Società
27
Archivi contemporanei
Skinstyle
48
Good morning America!
Museum conservators
52
Taccuino Surreale
Sigh: l’idiota spaziale
54
I viaggi dell’econauta
Come sarebbe se…?
55
Vedo verde
Zucchine di malavita e dintorni
57
Origami
Tempi di dei e di eroi


Varie & Eventuali
50
L’arte del pensiero
La Rete
57
Il CruciARTE
Un momento di relax con L’Aperitivo Illustrato
62+64
Rete di vendita e
distribuzione





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n. 71 fall 2015

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n. 70 estate 2015

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Andrea Tinterri
n. 69 primavera 2015

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n. 68 inverno 2015

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Brian Midnight
n. 67 autunno 2014

L'eco del tempo
Roberto Palumbo
n. 66 estate 2014


1) Paul Signac
Donne al pozzo
olio su tela, 195x131cm, 1892

2) Paul Signac
Ritratto di Félix Fénéon
olio su tela, 73,5x92,5cm, 1890

3) Paul Signac,
Place des Lices, Saint-Tropez, Opus 242
olio su tela, 65,4x81,8cm, 1892

Perché fermarci alle apparenze? Cosa si nasconde realmente dietro le piccole cose della nostra quotidianità? Chi l’avrebbe detto?! La risposta sta nei… puntini!

Certe volte, soprattutto in questa frenesia che connota la vita di ogni giorno e il tran-tran contemporaneo, siamo portati dal nostro subconscio a guardare le cose di sfuggita, senza soffermarci troppo sull’immagine che ci troviamo di fronte agli occhi né tanto meno, ovviamente, su tutto quello che dietro l’immagine si nasconde.
Certe volte, ad esempio, capita che quando siamo al supermercato mettiamo nel carrello il primo flacone di detersivo che ci capita a tiro, o addirittura, quello che la nostra memoria inconscia ci dice di acquistare perché magari la sera prima ci siamo addormentati canticchiando nella mente il jingle della pubblicità che lo reclamizzava in TV poco prima.
Certe altre volte può capitare che, davanti al bancone di un bar, nell’immensità di quel bancone pregno di cartellini con su scritti fantasmagorici elenchi di leccornie di ogni gusto ci facciamo consigliare soltanto dalla fotografia stampata sul menu piuttosto che dal panino vero e proprio, che è proprio lì, davanti agli occhi – e naturalmente non ha nulla a che vedere con la bella e succulenta immagine propinata – ma… si, decidiamo di scegliere proprio quello.
Certe volte capita che leggendo un bel romanzo che ci appassiona, divoriamo fiotti di pagine ogni sera, a costo di tenerci su le palpebre con le dita, pur di arrivare a vederne il finale, e magari ci accorgiamo proprio alla fine del libro di doverlo rileggere daccapo perché ci siamo persi parte del racconto per la strada.
Certe volte capita che quando parliamo con qualcuno per ore e ore, magari ci concentriamo troppo sul discorso generale perdendone le sfumature che vanno a costituirne le stesse fondamenta.
Certe volte, come magari sarà successo a te, caro lettore, in questa circostanza, leggendo queste poche righe, capita che decidiamo di non rispondere quando qualcuno ci fa notare elementi scomodi che costituiscono gli atteggiamenti della nostra routine quotidiana, e non perché non sappiamo o vogliamo rispondere, ma perché magari - e dico magari! - dare una risposta significherebbe dover scavare dentro noi stessi e… forse la risposta per primi non piacerebbe nemmeno a noi.
E invece io dico basta, voglio per una volta affondare il mio pensiero nei meandri dei particolari che della mia quotidianità non vanno. Dico che si, è vero, certe volte quando sono al supermercato mi faccio influenzare dalla campagna pubblicitaria che ha utilizzato la canzoncina più stupida ma più orecchiabile; si è vero, certe volte al bar prediligo un bel panino “boschetto” perché dalla foto sembra ci siano dei meravigliosi funghi porcini fumanti, anche se so benissimo che nella realtà mi mangerò nel panino una pastina liofilizzata aromatizzata con non so quale polvere assurda, che ricorda - seppur vagamente - soltanto gli scarti dei funghi; e poi, si, lo so, è vero: io sono anche quella che, talmente proiettata verso la risoluzione delle cose, spesso quando arrivo alla pagina 20 del libro, vado addirittura direttamente a leggermi l’ultima, pur di scoprire qualcosa di come andrà a finire…; e si, certe volte mi capita anche di parlare con delle persone e non ricordarmene in maniera definita il volto o le parole dette. Sono un disastro per tutto questo? Beh, forse!
Ci hanno sempre insegnato - i nostri genitori, a scuola, nel mondo del business - a guardare alle cose in maniera generale, dal punto di vista dell’insieme, nella loro totalità. Questo, se dal lato della conoscenza d’insieme è di grande aiuto, è completamente fuorviante dal punto di vista di una corretta e precisa analisi della realtà. È semplice: guardando un’immagine nel suo insieme, automaticamente ci sfugge il particolare.
Questo accade quando al supermercato non ci soffermiamo a pensare troppo sul giusto acquisto, fidandoci della nostra “incosci(a)-ente” memoria; idem per il bar e il suddetto panino; succede quando pur di leggere un libro e capirne il significato nella sua totalità finiamo col perderne completamente le sottigliezze e raffinatezze stilistiche e di linguaggio; succede quando parliamo con una persona per lungo tempo concentrandoci soltanto sul significato generale delle sue parole, senza magari notare quel particolare gesto della mano, quell’imbarazzo negli occhi, o quel sorriso mezzo accennato che avrebbero dato un significato completamente diverso a tutto il discorso…
Negli ultimi tempi mi sono imbattuta in alcune opere di Paul Signac e di altri pittori divisionisti (o puntinisti). A prima vista – e non me ne vogliano gli esperti – la mia mente le ha subito catalogate come “belle a vedersi, piene di colori meravigliosi ma nulla di che…”; poi, in un momento di pausa, ho ripreso una ad una le immagini, ho cominciato ad osservarle bene, in ogni angolo. Mi ha affascinato trovarmi a perdermi letteralmente in quella miriade di puntini, trovarmi a nuotare in un mare di colori purissimi, che non sono altro che piccoli punti di colore, ma che accostati l’uno all’altro in maniera così semplice, così disinvolta, formano un’esplosione di emozionalità fuori dal comune.
È a questo punto che ho iniziato seriamente a pensare al valore di ogni singola cosa che nella quotidianità sembra passarci davanti senza voler essere notata, di ogni piccolo puntino e goccia di colore che vanno a comporre le nostre giornate… Le note e le tonalità di una canzone, la forma e la brillantezza di una fotografia, il rumore di una parola pronunciata ad alta voce, il fruscio del pensiero di chi mi sta di fronte, la luce che filtra da una finestra socchiusa, il silenzio del mare calmo, la bellezza di un filo d’erba, l’odore della pioggia, la bellezza della luminosità di una stella...
Sono tutti puntini, proprio come quelli di Signac, che messi insieme però non possono che mostrarci la meraviglia della vita.