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the Art ship Anno 1 Numero 7 agosto 2012



Dall’Occupazione alla Fondazione

Elena Scalia

Il Teatro come Bene Comune



Bulletin of visual culture


SOMMARIO N. 7

5 Editoriale

6 Il minimalismo sonoro di Zimoun di Pasquale Fameli
7 I Racconti di Fedra
L’uomo di carta di Andrea M. Campo
8 Punctum
Il paesaggio contro l’anestesia dello sguardo
9 Passpartout Inside Creative Area
Noces de Jasmin pour Avignon et le Théâtre di Margaux Buyck
10 Peanut Gallery
Dall’Occupazione alla Fondazione di Elena Scalia
L’attualita’ dell’altrove beniano di Federica Fiumelli
14 Grandi Mostre
Triplice lapidario di Paola Pluchino
Il professore che svuotò l’arte la Redazione
16 Heart Bauhaus

17 Esiti del premio The Artship:
Doppio d’autore - La poesia incontra l’arte, Ia edizione
20 Macadam Museum
Il nirvana è emigrato a Istanbul di Elisa Daniela Montanari
22 In Conversation With
L’utopia realizzata Di Paola Pluchino
24 Urban Addicted
Louis Vuitton incontra l’arte di Yayoi Kusama di Ada Distefano
La moda e la scultura la Redazione
27 Young District
Artexpò 2012, schegge d’arte Di Fac-simile
Focus on di Elisa Daniela Montanari
30 Let Me(et) Know(ledge)
Around Bologna di Marco Scotti
32 E-Bomb
Documenta, l’estetica di un processo di C.S.
34 Il Proiettore di Oloferne
Il viaggio di un Ulisse con speroni e cavallo di Giuditta Naselli
34 OPEN CALL di Gabriella Mancuso
36 Baloon
Freddo dall’Est di Alessandro Cochetti
37 Routes di Gabriella Mancuso
39 L’Immanente e il Trascendente
Del cielo e della terra: l’essenza dell’armonico di Vincenzo B. Conti
40 Bookanear
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Il 14 giugno 2012 il Teatro Valle Occupato ha compiuto un anno di vita festeggiando con una maratona di venti giorni non stop: spettacoli, concerti, discussioni e performance. Un anno di apertura, liberazione, sperimentazione che si riflette su un modo nuovo di intendere lo spazio teatrale. L’occupazione del Teatro da parte delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo non è avvenuta a fini del reintegro dei fondi tagliati o per una migliore amministrazione di un singolo teatro, bensì si pone come obiettivo il riconoscimento della cultura come bene comune; l’accesso alla conoscenza, ai saperi, alla ricerca e alla creazione in tutte le sue forme come diritto imprescindibile all’esercizio della cittadinanza.

Questo atto testimonia una nuova predispozione d’animo e di coscienza che restituisce dignità alla concezione di teatro come Bene Comune e Agorà e si muove sotto il segno di un agire condiviso e di una partecipazione diretta della cittadinanza, difendendo il teatro sia dall’interesse proprietario privato sia dalle istituzioni pubbliche che governano con logiche privatistiche e autoritarie. Secondo l’articolo I comma III lettera C del disegno di Legge predisposto dalla Commissione Ministeriale per la Riforma del Titolo II del Libro III del Codice Civile “ I Beni Comuni sono le cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona. I beni comuni devono essere tutelati e salvaguardati dall’ordinamento giuridico, anche a beneficio delle generazioni future.

Adottando tale disciplina giuridica Il Teatro Valle Occupato, partendo dalla reinvenzione di uno Statuto partecipato che coinvolge cittadini e lavoratori dello spettacolo e stravolge - per migliorarlo- il sistema culturale italiano, sta dando vita a una Fondazione Bene Comune. L’ Ente propone un’alternativa giuridica ed economica radicalmente innovativa, un'altra forma di democrazia attraverso le arti e la cultura, un’altra idea di lavoro e di condivisone. Per realizzare questo progetto è necessario raccogliere 250.000 euro: ne sono stati raccolti circa 120.000. La Fondazione sviluppata in attuazione autonoma e diretta degli Artt 1, 2, 3, 4, 9, 18, 21, 33, 34, 36, 43, 46 della Costituzione Italiana, è senza scopo di lucro neppure indiretto e con fini di utilità sociale. I punti forti di tale statuto si delineano come una “dichiarazione di poetica” che si prefigge:

- Di fare della Fondazione il primo centro di Drammaturgia Italiano.

- La promozione di iniziative di studio, dibattito e formazione finalizzate alla ricerca ed elaborazione autonoma ed indipendente, di proposte comuni di rigenerazione sociale, economica e produttiva, culturale e politica.

- La solidarietà e la cooperazione volta ad offrire un esempio virtuoso di governo del bene comune Teatro Valle anche al fine di promuoverlo come esempio a livello internazionale del talento italiano nella drammaturgia.

- Il contributo alla costruzione di un rinnovato spazio culturale europeo e globale nel campo della drammaturgia attraverso lo sviluppo di rapporti transnazionali per la circolazione del dibattito culturale e scientifico.

- La diffusione presso il teatro e altrove di attività di studio e di ricerca, di attività politiche e seminariali nelle discipline di sua competenza.

- L’istituzione di borse di studio e premi a favore di giovani lavoratori dello spettacolo e della conoscenza italiani.

A distanza di un anno tali premesse hanno dato i propri frutti attraverso due elementi fortemente innovativi: la gestione partecipata della cittadinanza e l’autogoverno delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo. In questi mesi è stato sperimentato un modo nuovo di intendere lo spazio teatrale; dalle prime serate flusso, in cui sul palcoscenico si susseguivano tutti coloro che sentivano l’urgenza di sostenere la lotta per la cultura, si è approdati a spettacoli interi grazie in parte alla rassegna di teatro indipendente “Sostanze volatili”. La manifestazione si distingue per la scelta di spettacoli fuoricircuito scelti tra le proposte arrivate in questi mesi – dando la priorità a testi di drammaturgia contemporanea – e  che ne rappresentano solo una prima selezione. L’idea è di dare continuità e corpo a questo esperimento per renderlo un appuntamento fisso.

Inoltre le permanenze artistiche di un unico artista o ensemble, hanno trasformato il teatro “in un luogo plurale” aperto alla molteplicità dei generi: agli artisti infatti è stato chiesto di inventare nuove modalità formative, aprire al pubblico il processo creativo, invitare altri lavoratori dell’immaginario e contaminare i linguaggi producendo una riflessione sul proprio agire artistico in tempo di crisi . Le prime permanenze hanno visto la presenza di artisti come Jacob Olesen, Marco Baliani, Punta Corsara/Teatro delle Albe, Scena Verticale/Saverio La Ruina e Anatoly Vasiliev. Grande spazio è stato dato alla musica, dai grandi nomi agli emergenti, al Cinema indipendente ed alla danza contemporanea. Ma il Teatro Valle si sta affermando soprattutto come spazio di formazione permanente per operatori e per la cittadinanza, libero e accessibile che, con il progetto Nave Scuola, si occupa di laboratori di drammaturgia, danza, regia, recitazione, artigianato in cui si sono susseguiti maestri come Emma Dante, Fausto Paravidino, Mario Perrotta e Gabriele Vacis. Questa nuova forma di identità culturale si autodefinisce a partire da una costante analisi che rileva l’attuale collasso della dimensione civile e civica del teatro chiuso nella propria autoreferenzialità; l’artista non studia più il presente, non lo conosce e dunque non lo sa restituire. Ma “andare a fondo è il contrario di affondare” e proprio questo gesto di rottura e di ricostruzione dimostra che dal fondo si può risalire con una maggiore consapevolezza sulle rotte da perseguire a vele spiegate.

Per approfondire e leggere lo statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune si segnala il sito: http://www.teatrovalleoccupato.it/.