OpenLab in Compagnia Unica
Genova
via San Vincenzo, 102/104 r
340 7652181
WEB
James Kalinda e Moneyless
dal 3/6/2010 al 19/7/2010
merc-sab 15.30 - 19.30

Segnalato da

Elena Saccardi




 
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3/6/2010

James Kalinda e Moneyless

OpenLab in Compagnia Unica, Genova

Eves preview. Moneyless interpreta ed evolve il tema dell'astrattismo geometrico, analizzando la grafica razionalista, mentre Kalinda si esprime per mezzo del disegno figurativo.


comunicato stampa

James Kalinda (1981, Parma) si esprime per mezzo del disegno figurativo, ispirato dalle produzioni murali e ai temi mistici di alcuni tra i primi street artists italiani, James riesce ad evolvere il linguaggio stilistico del wall painting grafico tradizionale privo di profondità, per mezzo di una personale rappresentazione illustrativa, caratterizzata da ombre e volumi che conferiscono al soggetto personalità e innovazione.

Moneyless (Teo Parisi 1981, Milano, vive a Lucca) interpreta ed evolve il tema dell’astrattismo geometrico, riproponendolo nello spazio pubblico. Il suo lavoro è contaminato dai linguaggi grafici e teorici dell’attuale corrente post graffiti e dall’analisi delle arti razionaliste grafiche del 900. (Testo a cura di: Bignotti Cesare / EVES)

…A volte bisogna chiedersi se ce l’hai o non ce l’hai!? Cosa!? Non lo so di preciso. Ma sono sicuro che ci sono giorni in cui questa cosa manca. Sono giorni pazzi e strani dove vorresti solamente adagiarti molle su te stesso e lasciare che la vita ti corroda lasciandoti lì come una carcassa. Uno scheletro al sole. (James Kalinda)

Quando chiedi a James Kalinda di rispondere a qualche domanda sul suo lavoro è bene sapere che ciò che ne verrà fuori non è esattamente quello che ti aspetti: “lenzuoloni” di parole autoreferenziali su intenti, poetica, tecnica e mano d’opera. Niente di tutto questo ma risposte asciutte tra l’ironico e il surreale. Come nelle puntate di un sequel, in cui le immagini si susseguono ma non devono essere premeditatamente collegate, ti tocca aspettare la prossima visione. Si sa, saper attendere non è proprio la virtù dell’uomo contemporaneo abituato ad incamerare alla velocità della luce immagini, suoni, odori, sapori. A volte l’invisibile sfugge.

Chi sta leggendo questo testo probabilmente è entrato da OpenLab art gallery o ne è appena uscito e - lo dico con un po’ d’invidia - ne sa sicuramente molto più di me sul nuovo “mondo Kalinda” messo in scena in galleria. Probabilmente vi starete ponendo le stesse domande sorte a me la prima volta che ho visto le sue opere live, una su tutte: Chi sono i personaggi ritratti? E di seguito: Cosa fanno? Da dove vengono? Visto che James Kalinda si serve del figurativo per attirare sensazioni impercettibili, sulle pareti, nelle tele, in disegni e sculture riconosciamo opere nate da un percorso iniziato circa due anni fa con la mostra La Malora. «Sostanzialmente sono quadri che ritraggono cose, persone e ambienti di un ipotetico villaggio-città. È un posto triste e desolato dove succede poco e niente, le persone sono schive e terrorizzate, escono poco e la notte si chiudono nelle loro case per sfogarsi. Le sculture invece sono feticci e reliquie delle mie domeniche sante» racconta James. Per gli interventi a parete segue un approccio istintivo, niente bozze o disegni preparatori, il punto di partenza sono per lo più fotografie trovate in rete e sui giornali da cui, a volte, preleva solo dei particolari, altre, sistematicamente stravolte dalla sua fervida immaginazione.

Le nuvole nere che vediamo spuntare qua e là dalla bocca dei suoi personaggi macrocefali oltre ad essere la sua firma richiamano all’universo della carta stampata, precisamente al fumetto e alla grafica (È recente l’uscita di Tentacular , una raccolta di disegni frutto dell’ultimo anno edita da Fedelo’s per la nuova collana Graphite e presentata al Lucca Comics&Games 2010, n.d.a.). Vogliono dirci qualcosa? Hanno perso la parola? Quei fumetti attendono di essere riempiti da noi e da ciò che suscita la loro vista? Non è dato sapere… Tutte giocate su i toni di bianco, nero e fucsia, i colori delle sue tele. Troppi colori lo distoglierebbero, forse, da quella continua corsa all’inseguimento di una sensazione fugace. Per dirla con le sue parole tramutate in versi: poco importa che si tratti di un foglio o di un muro, da dove e come siano arrivati a noi. Ciò che rende unico il lavoro di Kalinda è la ricerca e la volontà con cui viene concepito. (Testo a cura di Francesca di Giorgio)

Inaugurazione 4 giugno ore 18

OpenLab art gallery - Compagnia Unica (1 piano)
Via San Vincenzo 102-104r, Genova
orari d'apertura: dal mercoledì al sabato h. 15.30 - 19.30
ingresso libero

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