Museo d'Arte della Medaglia
Buja (UD)
Piazza Santo Stefano
0432 960151, 0432 960963
WEB
Luciano Ceschia
dal 19/5/2011 al 14/10/2011
Sabato e domenica 10-12; 16-19 Visite infrasettimanali su prenotazione

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Luciano Ceschia



 
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19/5/2011

Luciano Ceschia

Museo d'Arte della Medaglia, Buja (UD)

Ogni medaglia riflette nel piccolo formato l'ampio pensiero scultoreo dell'artista. Occasione della mostra e' la donazione da parte degli eredi di un nucleo di 40 pezzi che si aggiungono ai 28 gia' presenti nel Museo.


comunicato stampa

Ogni medaglia è un capolavoro, che riflette nel piccolo formato l’ampio pensiero scultoreo di Luciano Ceschia. E’ questo il presupposto per una indagine sull’artista friulano e il suo operato a 20 anni dalla scomparsa. L’occasione è offerta dalla donazione da parte degli eredi di un nucleo di 40 pezzi che si aggiungono ai 28 già presenti nel Museo d’Arte della medaglia di Buja (Ud). Le medaglie costituiscono il dato di partenza: Ceschia dai primi anni Settanta sino agli ultimi suoi giorni ne produsse oltre un centinaio, aprendo il piccolo formato al suo grande pensiero scultoreo, mutando la dimensione, ma non i principi che gorvernarono nella sua ricerca il rapporto tra forma e superficie, spazio e luce, pieno e vuoto, concretezza materiale e tensione verso astratta idealità. Scrive Francesca Agostinelli: “Luciano Ceschia offrì campo di sperimentazione nuova alle tensioni interne alla superficie medaglistica in termini di equilibrio, ritmo, partitura.

Si misurò con alterni risultati sulla “doppia faccia” della medaglia talora accogliendo il canonico principio del dritto e rovescio, talaltra insinuando l’ambivalenza dei lati attraverso una complementarietà di senso imprescindibile. Utilizzò gli elementi epigrafici per giungere alla stereometria dell’oggetto così da superare i valori di superficie in favore di conquiste continue in senso dinamico e spaziale. Di certo ogni medaglia di Luciano Ceschia è chiara trasposizione del principio, della tensione e del risultato della scultura che l’artista andava elaborando in quegli anni importanti, che lo condussero all’acmè di una vicenda umana e professionale capace di riconoscimenti internazionali, come testimoniano le mostre che gli furono dedicate a Vienna (1979), Lubiana (1983), Zagabria, New York (1984) Toronto (1985), Sumi, Kiev, Riga, Leningrado, Mosca (1987).” Nel Museo della medaglia l’esposizione suggerisce rimando alle opere scultoree che in modo più stringente creano assonanze con la produzione medaglistica: Gong, Dischi e Sfere raccontano questo itinerario che si cala nel piccolo formato senza inibizioni ne’ soluzione di continuità, conducendo il genere a una innovazione sul terreno già fertile dei grandi Maestri rappresentati all’interno del Museo e che hanno significato i più alti parametri della medaglistica classica. Gong, Dischi, Sfere e dunque Medaglie ci conducono a un viaggio ampio intorno alla scultura di Luciano Ceschia, ripresa nella seconda sede espositiva che è l’antica Pieve di San Lorenzo.

Qui si accentua il legame con il territorio che diede i natali allo scultore tarcentino e con un ambiente culturale, ove il profondo valore della radice conduce a brani che divengono mito di un mondo contadino. Dalle mani dello scultore presero vita personaggi della mitologia popolare, storie e umori terragni scaturiti dal racconto e dalle serate intorno al fuoco. Sono brani in terracotta che parlano di mondi legati alla terra madre, principio di ogni essere materiale e culturale e di ogni dinamica e vitale trasformazione. Questo senso universale dell’origine viene proposto nella Pieve per offrire un viaggio a ritroso che giunge alle radici scultoree dell’artista, radici che fanno proprio il mito popolare, per trarre dal senso del luogo spinta al nuovo. “Le cose sono intrecciate alla mia vita e sono inseparabili” scriveva Luciano Ceschia. “prendetemi e prenderete un paese, degli alberi, una vecchia civiltà e una nuova cultura”. E in questo senso credo vadano “presi”, quei capolavori ceramici che raccontano un’anatomia dell’anima che è anatomia del territorio, fatta di personaggi, alberi e colline, di galli in parata, tori, cavalli, cinghiali e ancora teste di contadini, cacciatori e feste popolari. Ma che più largamente raccontano un complesso itinerario che non costituisce solo moto per un viaggio nell’arte del proprio tempo, ma che si offre quale pretesto per un più complesso percorso umano ed esistenziale che si chiudeva con l’improvvisa e prematura scomparsa dell’artista. Era il 1991. Mostra organizzata da Pro loco Buja - Circolo Culturale Laurenziano. Catalogo in mostra con testi di Francesca Agostinelli e Valentina Ceschia

Vernissage: venerdì 20 maggio, h.18,30

Museo d'Arte della Medaglia
localita' Santo Stefano - Buja (UD)
Orari di apertura: Sabato e domenica 10-12; 16-19 Visite infrasettimanali su prenotazione

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