Atelier Moro&Femme
Bologna
via Santo Stefano, 14/D
051 238219

David Berkovitz
dal 26/1/2012 al 24/2/2012
lun-sab 10-13 e 15.30-19.30

Segnalato da

Alessandra Cussini




 
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26/1/2012

David Berkovitz

Atelier Moro&Femme, Bologna

Berkovitz racchiude nella linearita' di figure geometriche un'arte primitiva fatta di segni e disegni nascosti, elementi da scrutare che si intarsiano in perfetti angoli e sensazioni di simbiotica contiguita'.


comunicato stampa

Il vigore espressivo è dettato da una fantasia primordiale, una forza immaginativa che scioglie il proprio contenuto di violenza trasformandolo in una scrittura eversiva, caricata di umori dissidenti e contrastanti energie.

Le premesse estetiche dell'opera di David Berkovitz non riescono a prescindere da una sorta di “intrinseca etica formale”, sia sociale che spirituale, un ordine sovvertitore in grado di innescare quel processo di sublimazione del pensiero all'interno della propria enfasi creativa.

Tutto si tiene e si produce come continuo perfezionamento di un movimento spaziale: sgretolando il concetto di forma fissa, l'artista propone – al contrario – moduli reiterati di immagini in movimento, forme mobili al servizio di un procedimento di trasformazione continua e rinnovato mutamento. Le immagini di Berkovitz si compongono di un'unica, infinita linea, la quale non si interromperebbe se non incontrasse ostacoli o impedimenti fisici: l'opera – pare di intuire – si trova come imprigionata nel ristretto del quadro o del supporto dal quale – incondizionatamente – di volta in volta viene ospitata. Non ci sono fratture concettuali ad interrompere il segno che, liberato nello spazio, lascerebbe fluire nella trasformazione della materia la propria, continuata, energia propulsiva.

Evidente risalta il parallelo con la scriptio continua e bustrofedica risalenti ai primi passi della scrittura antica, o ancora con certi segni ideogrammatici propri di molte comunità tribali, a sottolineare il forte legame con tanta arte primitiva ed automatica, espressione della pura intuizione creativa. Le forme prendono così corpo nel comporsi di un labirinto di segni, proprio all'interno di quei circuiti entro i quali l'immagine viene rifiutata, segmentata, sbriciolata e di nuovo ricostruita: segni che restano e ripassano sulle figure come un maquillage o un tatuaggio, ad accorciare ancora le distanze con procedimenti e costumi delle religioni primitive.

Nel tentativo di superare ed oltrepassare i limiti dello spazio, il tratto del graffito cerca e ricerca sé stesso, si riconduce a riempire ogni singola porzione dominabile, in una sorta di horror vacui o di “overall”, come già venne definita una particolare tendenza formale dei primi street artists americani. Come seguendo il filo di una perdurante ondulazione fonetica, l'opera di Berkovitz narra il suo essere iconica e aniconica assieme, rappresentativa di categorie mentali prima ancora che di principi formali, grido di silenzio e rifugio nella libertà.

Alberto Gross

Inaugurazione: Venerdi 27 gennaio 2012 ore 19.00
con musica dal vivo con i Live Tropical Fish

Atelier Moro&Femme
via Santo Stefano, 14/D - Bologna
Orari lun-sab 10.00-13 e 15.30 - 19.30
Ingresso libero

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