Old Street
London
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Hating in a world of desire!
dal 31/10/2013 al 29/11/2013
WEB
Segnalato da

Az.namusn.art



 
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31/10/2013

Hating in a world of desire!

Old Street, London

Action's urban wild art. Nuovo ciclo di azioni urbane ad alto impatto sociale economico, politico e ambientale: Ball(oons) Experience Series.


comunicato stampa

Londra, 28 ottobre 2013, Old Street. Il collettivo artistico AZ.NAMUSN.ART sceglie il giorno dell’uragano, il St Jude's Day Storm, per avviare il nuovo ciclo di azioni urbane ad alto impatto sociale economico, politico e ambientale, Ball(oons) Experience Series.
AZ.NAMUSN.ART, con l’ausilio di scale e impalcature presenti in loco, verso le 4:00 del mattino ha raggiunto il tetto di un edificio nei pressi della stazione di Old Street, su cui da Aprile è posizionato un enorme pallone da spiaggia, del diametro di oltre 10 metri.

Sotto l’alibi dell’installazione di arte pubblica, opera di Morag Myerscough, si nasconde in realtà una subdola operazione di marketing della società immobiliare Derwent London. Secondo la società, l’edificio in costruzione (15 piani per circa 228.000 metri quadrati, valore immobiliare intorno ai 200 milioni di sterline), grazie a un particolare sistema d’isolamento termico ed efficienza energetica, vedrebbe ridotta del 20% la bolletta energetica. Ogni anno, l’equivalente dell’abbattimento delle emissioni di CO2 riempirebbe circa 180 palloni della stessa dimensione del Land Marker sul tetto dell’edificio.

AZ.NAMUSN.ART, dopo aver reciso i punti di ancoraggio e aver installato un GPS sul pallone, lo lascia libero, in balia dell’uragano. Grazie al satellite, però, si traccia una mappa urbana arbitraria, affidata esclusivamente alla forza della natura, che porta a compimento il processo e, quindi, l’opera-azione in forma di Action’s Urban Wild Art. Il titolo, Hating in a World of Desire, è un riferimento diretto all’opera Loving in a World of Desire di Damien Hirst, che vede un pallone da spiaggia sospeso su un getto d’aria che fuoriesce dal basamento dell’opera stessa.

AZ.NAMUSN.ART sottolinea ironicamente come il caos generato dalla forza devastante della natura accomuna la creazione dell’opera e quella del mondo, smascherando al contempo la vulnerabilità delle nuove tecnologie che, seppur create e manovrate dall’uomo, risultano non controllabili. E così, il valore simbolico del “monumento”, corrotto dalla strumentalizzazione della società immobiliare, si riscatta attraverso la riappropriazione fatta dai fenomeni atmosferici. Pertanto, è la natura che lo trasforma da opera oggettuale in un’allegoria effimera, ma dal forte contenuto etico, che travalica il principio estetico, dilagando nella realtà. Hating in a World of Desire, quindi, è un’anti-pubblicità, una contro-campagna di sensibilizzazione, sui cambiamenti climatici e le emissioni di CO2. Infine, è un monumento-memento alle sperequazioni dell’economia globale. Nonostante la conclamata attenzione alle tematiche ambientali, infatti, l’opinione pubblica sembra anestetizzata davanti al totale delle azioni dei combustibili fossili della Borsa di Londra, che stime al ribasso quantificano in circa 900.000.000.000 di sterline!

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