La Diagonale - Arte e Design
Roma
via del Biscione, 9a
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Sigfrido Maovaz
dal 14/2/2007 al 14/3/2007
mar-sab 11 - 20

Segnalato da

Luca Bellocchi



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Sigfrido Maovaz



 
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14/2/2007

Sigfrido Maovaz

La Diagonale - Arte e Design, Roma

I corpi dipinti, soggetti di lotta e di amore, presenze di reali condizioni abbozzate con veloci colpi di bruno e di biacca. La materia e' evoluzione espressiva e l'annientamento di ogni veridicita', la matrice unificante.


comunicato stampa

L'uomo ideale

La coppia primogenia obnubilata. La violenza nella rapidità d'azione. L'uomo origine della corruzione morale in quel suo essere erotico quasi unicamente per la fisicità dei corpi.

Pensieri che affiorano alla mente scorrendo le opere di Sigfrido Maovaz. E non a caso. Lui stesso ha scritto:''(l'uomo) preferisce guardare non se stesso o i suoi simili o a quelle cose e quegli esseri che rendono meno pesante la vita, ma l'intima struttura della materia''. Allora era 1976 e l'arte figurativa stava attraversando il suo massimo periodo di esasperazione informale.

La materia era costante evoluzione espressiva e l'annientamento di ogni accenno al vero, la matrice unificante. Nel magma del vacuo alienante, Sigrido Maovaz da solitario conduceva la sua ricerca artistica e seppure al centro della vita culturale romana, sperimentava nel chiuso del suo studio le processioni pittoriche con sequele di corpi che si srotolavano in monocrome composizioni. Erano epifanie compulsive che trovavano nel tessuto figurativo la testimonianza stessa per emergere e confrontarsi. I corpi dipinti di Sigfrido Maovaz si macchiavano di fitte trame e un corpuscolo soffuso annebbiava la loro totalità.

Per lo più erano soggetti di lotta e di amore, presenze di reali condizioni abbozzate con veloci colpi di bruno e di biacca.Quando non si dedivcava al corpo umano nella convinzione profonda di contingente situazione sociologica, l'interesse pittorico di Maovaz era occupato da cavalli, da presenze del vivere quotidiano, o da scorci architettonici (cupole e facciate) rinascimentali. Sia in un caso che nell' altro la scelta di Maovaz restava comunque ancorata alla sua formazione mitteleuropea e alle sue origini triestine (era nato a Monfalcone, nel 1927), con le analoghe citazioni culturali di Joyce, Beckett, Svevo, Slataper, o di suo padre Mario Maovaz (personaggio di grande levatura culturale e morale, martire della resistenza partigiana)che, alla fine dell'Ottocento e ai primi del Novecento, hanno animato nel mondo: Trieste e la triestinità.

Oltre che pittore e scultore Sigfrido Maovaz è stato critico d'arte ( per anni ha firmato da Vice di Guzzi, le recensioni d'arte sulla terza pagina del Tempo di Roma)con la stessa obbiettività e ''corrività del suo fare pittorico e grafico''. La sua umanità sofferente, i suoi nudi scarniti, la sua voglia di rischiare in una tensione culturale espressionista e letteraria'' hanno testimoniato, seppure nel breve percorso della sua vita (è morto a Casalini, Perugia, nel febbraio del 1993), un modo coerente e coraggioso di concepire l'arte, attento a ciò che gli suggeriva la sua sensibilità estetica, ma soprattutto a quanto gli dettava la sua preparazione umanistica e il suo acuto intelletto. (Pierluigi Albertoni)

La Diagonale - Arte e Design
via del Biscione, 9a - Roma
Orario mar-sab 11:00 - 20:00
Ingresso libero

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