Ermanno Cristini
Markus Bollingmo
Microcollection
Name Diffusion
Giancarlo Norese
Rokhshad Nourdeh
Marie Preston
Luca Scarabelli
Alessandro Castiglioni
Sur le tapis volant. Roaming, da un'idea di Ermanno Cristini, e' una serie di mostre, curate da Alessandro Castiglioni, che durano solo il tempo dell'inaugurazione: dei flash che sopravvivono nel dito dei fotografi.
A cura di Alessandro Castiglioni
Ermanno Cristini, Microcollection, Name Diffusion, Giancarlo Norese, Rokhshad Nourdeh, Marie Preston, Luca Scarabelli
Fotografia: Markus Bollingmo
ROAMING, da un’idea di Ermanno Cristini, è una serie di mostre, curate da Alessandro Castiglioni, che durano solo il tempo dell'inaugurazione: dei flash che sopravvivono nel dito dei fotografi e poi galleggiano nella dimensione indistinta del web.
ROAMING, sarà ad Museo di Saint Denis, a Parigi 6 luglio e poi circolerà, uguale ma sempre diverso nelle presenze degli artisti e dei fotografi, in diverse città in Italia e all’estero.
Localizzate in spazi fortemente conformativi e rappresentativi, per la loro presenza fisica e lo spessore della loro storia - immobili industriali dimessi e recuperati-, ma anche per la loro presenza simbolica -sedi istituzionali come il museo-, le mostre si caratterizzano per la rapidità e per le modalità di occupazione degli spazi.
Gli artisti cambiano secondo una catena di inviti che mette “sotto scacco” l'idea di un curatore. Nella successione degli inviti rimane un'ombra di indicibilità poiché l'affinità è tra chi invita chi, e un posto più in là si rompe. Si genera così un meccanismo di “caos” e di casualità nell'insieme eterogeneo, tenuto insieme dai singoli, con una sorta di “curatela velata”.
In contraddizione con l'ampiezza o con l'aura delle location, le opere mettono in atto una presenza discreta, negli angoli, negli interstizi, per terra, in cima ad una scala, mescolate ad altre opere nel museo, ecc. che le conduce a farsi scoprire piano piano, quasi mostrandosi solo ad uno sguardo secondo, in aperto contrasto con la fugacità e la transitorietà esasperata dell'evento.
Ma delle opere e della loro relazione con lo spazio, nella messa in mostra trasformata in evento, resta solo l’immagine del fotografo. E’ in forma di immagine che l’opera si dispone a circolare. E allora qual’è l’opera? Quella dell’artista, del fotografo, l’operazione in sé?
Così il fotografo diventa parte integrante del nucleo di artisti e cambia ad ogni iniziativa mettendo in campo visioni diverse: il pubblicitario, il fotografo d’arte, il fotografo di architettura, e dunque diversi modi di percorrere il bordo tra opera e immagine, tra realtà e rappresentazione, tra reale e virtuale.
E quando il simulacro, trasformato in sistema di pixel, si proietta nel web e si allestisce in SECOND LIFE?
Paradossalmente l'unico elemento di stabilità della messa in mostra avviene in una dimensione puramente virtuale, delocalizzata e globale. Allora cosa cambia nello statuto dell’opera nel momento in cui si trasformano la sua materia, il suo spazio e il suo tempo?
Musee d'art et d'histoire de Saint Denis
22bis, rue Gabriel Peri - Paris
Orario: 15-18
Ingresso libero