di Marco Baliani, dall'omonimo saggio di Ernst Bloch. - (...) sara' possibile anche in teatro creare una condizione di ascolto immaginativo, dove si possa, come dice Bloch, "pensare affabulando", dove le direzioni (anche formali, di linguaggi usati) siano molteplici, aperte, non linearmente definibili? - (Marco Baliani).
di Marco Baliani
dall'omonimo saggio di Ernst Bloch
Rassegna di Teatro
Presento questa mia ricerca teatrale con il termine "studio"; non solo per me
tracce è un'opera non terminata ma pretenderebbe di mai terminare. Provate ad
immaginare una scultura che in se potrebbe evolversi in molte direzioni e che
continua invece a vivere come un abbozzo continuo, una traccia di significati
ancora da assumere, di immagini ancora da evocare. D'altronde la traccia è ciò
che di labile si lascia dietro, è un segno di scoperta, le tracce raccontano
sempre qualcosa.
Quando ho letto Tracce di Bloch, che è all'origine di questa impresa, mi è
accaduto qualcosa del genere e allora mi sono detto: sarà possibile anche in
teatro creare una condizione di ascolto immaginativo, dove si possa, come dice
Bloch, "pensare affabulando", dove le direzioni (anche formali, di linguaggi
usati) siano molteplici, aperte, non linearmente definibili?
Lo stupore e l'incantamento, i due temi che mi hanno guidato, sono luoghi che
visito di sovente nel mio lavoro d'attore o quando guido altri attori, sono due
sostanze profonde dell'atto teatrale. Vorrei presentare queste sostanze
attraverso una specie di mappa, di costellazioni narrative diverse, come un
ronzio multiforme di racconti, aneddoti, ricordi, poesie, digressioni,
riflessioni, domande.Vorrei alla fine che gli spettatori si alzassero forse
sconcertati, dispersi, ma colmi di altre memorie non dette, desiderosi di
aggiungere altri racconti alla collana, di completare non il mio lavoro ma il
loro percorso. all'interno della mappa.
16 luglio, ore 21.30
Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Chiostro del Duomo di Prato