Attraversare le contingenze allargando le prospettive

07/03/2012
stampa   ::  




Passi da gigante

In Puglia negli ultimi anni ha preso vita una costellazione di progetti, "la sfida è dare continuità alle iniziative" dice Anna Santomauro in questa intervista. Insieme a Viviana Checchia ha fondato l'anno scorso il progetto vessel, ora sta partendo "Giant step" una nuova proposta che coinvolge curatori, comunità artistiche e spazi europei in una sorta di inchiesta / valutazione per formulare l'idea di "un'istituzione ideale" secondo saperi e prospettive diversi. Ecco di cosa si tratta...



Prima giornata di 'Lavori in corso', visita a Brindisi, 28 Aprile 2011. Foto di Claudia Corsa




Umberto I per il progetto di Rosa Jijon 'Il litorale, l'ultima frontiera'. Foto di Rosa Jijon




Secondo giorno di 'International Curatorial Workshop', 29 Maggio 2011, Andria © vessel (Rachel Pafe)




Teatro Margherita a Bari, il progetto di David Chipperfield




Teatro Margherita a Bari, vista interna di stanza espostiva nella Zona 1, lato Sud-Ovest




Tavolo di discussione curatoriale aperto al pubblico “Grandi mostre a dimensione locale: quali approcci curatoriali?”, 16 Maggio 2011, Accademia di Foggia. Foto di vessel




Il libro "Italian Conversation. Art in the age of Berlusconi", esito della residenza italiana dei Fucking Good Art a vessel




Van Abbemuseum, Eindhoven




Mostyn Gallery, Wales




Uno degli spazi di vessel




Viviana Checchia (a sinistra) e Anna Santomauro




Cosa è successo in Puglia negli ultimi due anni?

Anna Santomauro: La Puglia, come tanti altri territori ritenuti “marginali”, negli ultimi due anni hanno fatto esperienza di quella ridefinizione delle mappe della contemporaneità che ci vede sempre più locali e propensi a lavorare in territori specifici, convertendo, confondendo e collegando centri e periferie. In Puglia, questo contesto sembra essere in parte una conseguenza della continuità dimostrata dalle politiche giovanili regionali in particolare nell'ambito del programma Bollenti Spiriti che, attraverso una serie di azioni e di bandi, finanzia e supporta idee e progetti creativi giovani.

Puoi parlarci del programma Bollenti Spiriti e di quali dinamiche ha attivato?

A.S.: Credo che tramite questo programma tanti giovani migranti pugliesi abbiano avuto la possibilità di sperimentarsi anche all'interno del proprio territorio di origine, dando vita a una costellazione di progetti indipendenti di media e lunga durata (in particolare grazie al bando Principi Attivi, al quale anche vessel ha partecipato ottenendo un fondo di 25.000 €). La sfida, in questi casi, è dare continuità alle iniziative, alle quali la Regione dà solo un incentivo iniziale, mettendo in moto forme di fundraising alternative al finanziamento pubblico.

Come valutate il lavoro svolto da vessel nel 2011?

A.S.: Questo primo anno di attività è stato all'insegna di una sperimentazione che è avvenuta su più piani: pur essendo nate in questo territorio, né io né Viviana Checchia abbiamo mai lavorato in maniera continuativa in Puglia. Dunque la fase iniziale di lavoro ci ha viste impegnate nella conoscenza del territorio e nella creazione di una serie di relazione con coloro che da sempre vi operano, anche grazie alla presenza dei curatori in residenza, con i quali abbiamo condiviso uno sguardo attento e distaccato rispetto alle dinamiche locali. È stato estremamente istruttivo per noi.
Inoltre, l'esserci circondati di tanti curatori e artisti dal background così diverso ci ha permesso di rinnovare costantemente lo sguardo sul nostro lavoro e sulle nostre metodologie.
Alcuni “pezzi” di vessel non sono ancora stati del tutto sviluppati: l'incubatore e la web radio. Ma la nostra politica ci porta a cercare le risorse necessarie a costruire la nostra progettualità prima di metterla in atto, e quindi a creare per questi progetti le condizioni indispensabili per poterli realizzare.
Giant Step, poi, apre un nuovo capitolo: lavoreremo gomito a gomito con la comunità artistica locale, cambiando ancora una volta la prospettiva e le aspettative, ma tenendo come spesso è accaduto finora, aperti dei ponti con l'esterno.

Come è nata l'idea di Giant Step?

A.S.: L'idea è nata a maggio 2011, poco prima che iniziasse la prima edizione di International Curatorial Workshop, durante una riunione con una parte del comitato scientifico di vessel. Dopo una nostra breve panoramica sulle dinamiche locali, sulle politiche regionali e sulla nascita di nuove istituzioni culturali i membri del comitato ci hanno suggerito di avviare un'indagine rispetto ai cambiamenti in atto in città e in regione (in particolare guardando al progetto BAC per la creazione di un museo di arte contemporanea a Bari). Si è avviato così il processo di ricerca di partner e di ricerca di fondi per la realizzazione del progetto, ricerca che ha avuto un buon esito nel bando Collaboration Grant di European Cultural Foundation, che finanzia progetti di collaborazione tra paesi europei, mediterranei o balcanici. Giant Step si articola nella cooperazione tra vessel e altre tre istituzioni europee: Van Abbemuseum | The Netherlands, Mostyn | Wales, Galeria Labyrint | Poland.

Quali sono gli attori in gioco nella creazione del Polo museale intorno al Teatro Margherita di Bari? Che tipo di problematiche sta sollevando la città?

A.S.: Il progetto BAC - Bari Arte Contemporanea parte dal Comune di Bari, di cui Vito Labarile – consigliere incaricato dal Sindaco per le Arti Visive, è rappresentante. Esso prevede la creazione di un Polo museale tra Teatro Margherita (per il quale l'architetto David Chipperfield ha realizzato il progetto museografico e architettonico di recupero), Sala Murat e Mercato del Pesce, e un “hub” della creatività nell’area dell’ex Caserma Rossani. Il progetto, vista la portata di investimenti e di cambiamenti strutturali, sociali e urbanistici all'interno di un'area fortemente connotata storicamente e socialmente, provoca numerose domande e un profondo desiderio di investigarne le ragioni, gli obiettivi e i mezzi.

Da qui è nata l'idea di Giant Step? Qual è l'obiettivo del progetto?

A.S.: L'idea si è sviluppata, a partire da questi primi spunti, su un piano parallelo rispetto alle attività che stavamo svolgendo, ed è andata crescendo in maniera fisiologica diventando una sorta di dichiarazione di intenti e di presa di responsabilità da condividere passo dopo passo con agenti e organizzazioni culturali dal diverso background. L'obiettivo principale di Giant Step, infatti, è attivare un dibattito transnazionale e interdisciplinare intorno al ruolo che le istituzioni culturali giocano nella società contemporanea, dando vita a un network di studio e di ricerca che metta in discussione lo status quo e che contribuisca, in contesti e territori diversi, alla formulazione di quella che potrebbe utopicamente essere considerata “un'istituzione ideale”. Il nostro desiderio è far sì che questo dibattito si nutra della partecipazione di coloro sui quali l'operato delle istituzioni ha un impatto, e che quindi le comunità artistiche e culturali coinvolte abbiano a disposizione gli strumenti per poterle valutare e per avanzare proposte. Perché questo accada riteniamo fondamentale mettere in campo saperi e prospettive diversi, in campo sociale, economico e politico, oltre che strettamente culturale.

Come pensate di riuscire a delineare i contorni di “un'istituzione ideale" e cosa possono avere in comune le istituzioni internazionali che avete coinvolto nel progetto?

A.S.: Ci rendiamo conto che parlare di “istituzione ideale” può sembrare pretenzioso e utopico, tuttavia riteniamo che creare una prospettiva di questo tipo possa portare a una totale messa in discussione dell'attuale operato delle istituzioni culturali: si tratta di una sorta di paradosso, ovvero nessuno di noi conosce la formula assoluta per creare “l'istituzione dei sogni”, perché siamo convinti che ogni istituzione prenda le mosse dal proprio contesto, con il quale non può fare a meno di dialogare. L'”istituzione ideale”, dunque, sarà il fil rouge del progetto, una spinta a dotarsi di strumenti critici e di ricerca per rivedere l'esistente e dar spazio a un'aspirazione ragionata, anche se utopica, e per conoscere contesti diversi. Si può dire, infatti, che le quattro istituzioni coinvolte abbiano poco in comune: Van Abbemuseum e Mostyn sono già profondamente affermate e radicate, vessel e Galeria Labyrint sono invece due giovani istituzioni. Ciascuna, pur partendo da motivazioni diverse, nutre il desiderio di definire il proprio ruolo e il ruolo di altre istituzioni nel panorama sociale contemporaneo in totale trasformazione.

Quali saranno le fasi del progetto Giant Step?

A.S.: Giant Step parte con la ricerca nell'ambito di ciascuna città coinvolta. A questa fase di analisi, che sarà costellata di incontri pubblici, seguiranno i symposia: vessel apre il ciclo dal 15 al 17 giugno, per poi passare il testimone alle organizzazioni partner. Il symposium di vessel avviene a ridosso della seconda edizione dell'International Curatorial Workshop, che si terrà tra il 12 e il 14 giugno e che verterà sulle tematiche di Giant Step, ovvero sulla critica istituzionale. Concluso questo step, in autunno concentreremo la nostra attenzione sulla pubblicazione finale.

Come porterete avanti l'indagine?

A.S.: A Bari, come nelle altre città europee coinvolte dai symposia di Giant Step (Eindhoven, Lublin, Llandudno) stanno nascendo gruppi di lavoro che si occuperanno di prendere in analisi alcuni casi studio, di realizzare interviste, e di coordinare dei reading groups che si focalizzano su materiali teorici e critici che ciascuna organizzazione propone, avvalendosi della collaborazione di esperti e studiosi del tema (vessel, ad esempio, sta collaborando con il filosofo Vlad Morariu). I materiali di studio, così come i risultati delle varie ricerche, saranno poi pubblicati sul sito web di Giant Step.

C'è la possibilità per artisti e curatori attualmente non coinvolti di partecipare in qualche modo?

A.S.: In questo momento ogni nuova collaborazione è ben accetta: siamo felici di estendere il dibattito e di veder nascere nuovi gruppi di lavoro in tutta Italia e in Europa, dunque chiunque fosse interessato a realizzare una ricerca su un particolare contesto istituzionale, o a gestire un reading group che coinvolga le comunità artistiche della propria città può semplicemente contattarci via email.


Link utili:

vessel

Giant Step

Bollenti Spiriti

European Cultural Foundation

BAC - Bari Arte Contemporanea


Anna Santomauro (1983) vive e lavora come curatrice tra Bari e Bologna. Collabora da alcuni anni con neon>campobase, associazione non profit per l’arte contemporanea, per la quale ha curato il programma di approfondimento dedicato al video (Playlist, Neon>focus on video artists e, insieme a Vincenzo Estremo, neon>video selection). Nel 2009 inizia la collaborazione con Viviana Checchia per i progetti 1h art, Festa del Migrante e Green Days. Insieme a Vincenzo Estremo sta portando avanti una ricerca progettuale incentrata sui cambiamenti sociali derivati dai nuovi fenomeni di mobilità e sul concetto di identità e comunità. Scrive per Arte e Critica. E’ fondatrice, insieme a Viviana Checchia, dello spazio non profit vessel.