Attraversare le contingenze allargando le prospettive

12/12/2013
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A Catanzaro c'è spazio


"La Calabria, come tutto il sud, presenta grandi opportunità accompagnate da altrettante difficoltà", così dice Rocco Guglielmo parlando con Giovanni Viceconte della sua Fondazione.
Ecco un escursus tra le mostre realizzate e del lavoro svolto sul territorio negli ultimi anni. E tra le altre cose nel 2014 i grandi ambienti d'artista da Catanzaro si trasferiranno a Milano...



Ugo La Pietra, La grande occasione, 1973. Film 35 mm, b/n, sonoro,13'43''. Courtesy Ugo La Pietra e Archivio Fondazione Cineteca Italiana




Giuseppe Colonese, Riflessioni, 2011/2012. Videoinstallazione




Gianni Colombo, Spazio elastico, 1967




Loris Cecchini , Monologue patterns (squatter), 2003




Franco Vaccari, Roberto Rosselli (europa), e Luchino Visconti (ossessione), 1989




Ugo La Pietra, Interno / Esterno: “un pezzo di strada nella casa, un pezzo di casa nella strada”, 1979




Paolo Scirpa, Raccordo orizzontale, 1987. Legno con neon colorati, 140x140x50 base ciascuno




Adrian Tranquilli, I’ll never get to you, 2009. Fibra poliuretanica e resina, 50x300x280 cm




Nonostante la crisi economica continui a perdurare, il territorio calabrese, in particolar modo Catanzaro, sembra andare in senso opposto, almeno per quando riguarda il settore dell’arte contemporanea.
Gli ultimi anni, infatti, nel capoluogo di regione hanno preso il via diversi spazi dedicati all’arte contemporanea, dal Museo MARCA, al Parco di Scolacium di Roccelletta di Borgia, dalla Casa della Memoria di Mimmo Rotella, alla giovane Fondazione Rocco Guglielmo.
Quest’ultima, nata il 19 febbraio del 2011, è diventata nel giro quasi tre anni una delle realtà più attive non solo a livello regionale ma anche in ambito nazionale. Si è infatti dimostrata capace di realizzare progetti ambiziosi, con uno sguardo attento alle dinamiche più interessanti e significative del panorama artistico contemporaneo.
La Fondazione, voluta dal notaio e collezionista Rocco Guglielmo nella città in cui vive e lavora, contribuisce alla crescita sociale del territorio in cui opera, offrendo nuovi spunti e riflessioni ai creativi della regione.

In occasione della sua apertura presso il Complesso Monumentale del San Giovanni, è stata presentata la prima mostra del titolo La Costante Cosmologica, sotto la direzione artistica di Gianluca Marziani.
La mostra s’ispirava alla geniale intuizione di Albert Einstein e presentava l’arte visiva come rilevatore per capire l'espansione dell'universo e di conseguenza i luoghi e gli aspetti della civiltà in cui viviamo.
Gli artisti invitati da Marziani sono stati ben quindici (Giovanni Albanese, Matteo Basilè, Simone Bergantini, Stefano Canto, Giacomo Costa, Mauro Cuppone, Alberto Di Fabio, Pierluigi Febbraio, Michelangelo Galliani, Veronica Montanino, Svetlana Ostapovici, Tommaso Ottieri, Affiliati Peducci/Savini, Luca Piovaccari, Adrian Tranquilli) tutti rigorosamente italiani, ognuno con una sala dedicata.

Nel 2012 con la mostra Corpo Elettronico, Gianluca Marziani e Andrea La Porta hanno proposto la loro esplorazione del mondo della videoarte italiana - tra video, cinema digitale e processi installativi.
La rassegna ha accolto grandi opere, dalle videoinstallazioni interattive Frammenti della battaglia (1996) di Studio Azzurro o del duo Bianco-Valente Relational Domain (2005), fino alla videoproiezione a tre schermi The Saints are Coming (2007) di Matteo Basilé.
Inoltre, Corpo Elettronico ha ospitato altri undici artisti nazionali - Masbedo, Alessandro Amaducci, Canecapovolto, Gianni Toti, ZimmerFrei, Alessandro Bavari, Luca Bolognesi, Salvo Cuccia, Theo Eshetu, Antonello Matarazzo, Andrej Mussa - e due giovani video-artisti residenti in Calabria - Ehab Halabi Abo Kher e Giuseppe Colonese.

In modo quasi consequenziale il progetto del 2013 è Sguardo espanso, una retrospettiva volta ad approfondire la storia del cinema italiano d'artista, attraverso le 300 opere di oltre cinquanta autori (Franco Angeli, Rosa Barba, Gianfranco Baruchello, Elisabetta Benassi, Carmelo Bene, Valentina Berardinone, Umberto Bignardi, Salvatore Brancato, Anton Giulio Bragaglia, Sylvano Bussotti, Cioni Carpi, Leonardo Carrano, Mario Ceroli, Claudio Cintoli, Fernando De Filippi, Fortunato Depero, Francesco Di Cocco, Ra Di Martino, Chiara Dynys, Ursula Ferrara, Mario Ferrero, Gianikian, Ricchi Lucchi, Giosetta Fioroni, Flatform, Rosa Foschi, Nato Frascà, Gianini e Luzzati, Roberto Lucca Taroni, Virgilio Marchi, Arnaldo Ginna, Paolo Gioli, Andrea Granchi, Gruppo 70, Thorsten Kirchhoff, Ugo La Pietra, Silvio e Vittorio Loffredo, Virgilio Marchi, Plinio Martelli, Fabio Mauri, Arcangelo Mazzoleni, Alessandro Mendini, Davide Mosconi, Bruno Munari e Marcello Piccardo, Magdalo Mussio, Ugo Nespolo, Pippo Oriani, Mimmo Paladino, Pino Pascali, Luca M. Patella, Gianni Pettena, Daniele Puppi, Enrico Prampolini, Paola Salerno, Michele Sambin, Mario Schifano, Studio Azzurro, Gianluigi Toccafondo, Danilo Torre, Franco Vaccari, Luigi Veronesi, Virgilio Villoresi, Francesco Vezzoli, Nanda Vigo, Debora Vrizzi, Zapruder) di generazioni diverse, selezionate dai curatori Bruno Di Marino, Andrea La Porta e Marco Meneguzzo.
Una mostra pensata come un grande laboratorio d’idee, con peculiari finalità didattiche che ha consentito di coinvolgere - grazie ad una rassegna cinematografica, incontri e workshop - il pubblico e gli studenti del territorio.
Sguardo espanso ha rappresentato la prima iniziativa della Fondazione Rocco Guglielmo, realizzata con il finanziamento di eventi d'arte contemporanea: POR Calabria FESR 2007/2013, che ha messo a disposizione tre milioni e mezzo di euro per sette progetti in Calabria.
Tutto ciò, sta dimostrando come la Calabria e i suoi spazi espositivi si propongano non solo come contenitori, ma come luoghi di produzione e progettualità di elevato interesse culturale.

Anche la recente mostra Artisti nello Spazio - Da Lucio Fontana a oggi: gli ambienti nell'arte italiana, curata ancora una volta da Marco Meneguzzo, Bruno Di Marino e Andrea La Porta, offre l’ennesima prova di capacità organizzativa e progettuale dalla Fondazione Rocco Guglielmo. La rassegna, inaugurata lo scorso 20 ottobre, fa parte della seconda annualità legata al POR Calabria FESR 2007/2013.
Il progetto è costituito da un percorso espositivo che ripropone quaranta ambienti, di cui quindici ricostruiti e venticinque documentati con video e foto di grande formato, esso dà un’ulteriore contributo al processo di approfondimento e studio di alcuni aspetti dell'arte contemporanea italiana - dal 1946 a oggi - con particolare attenzione al concetto di “ambiente” come esperimento spaziale e multisensoriale.
L’ambiente di cui si parla in questa mostra - come scrive in catalogno Meneguzzo - “è tendenzialmente un ambiente chiuso, una costruzione, una stanza, e non un luogo aperto, un luogo naturale”. Artisti nello Spazio è introdotta da un video dedicato a Mimmo Rotella, una sorta di chiave di lettura dell’intero percorso espositivo, che permette allo spettatore di entrare, in uno spazio “insolito” - quello senza tempo dell’arte e dello studio dell’artista.
Tra i quindici ambienti ricostruiti, mi piace ricordare quelli di Davide Boriani e di Gianni Colombo, rappresentanti del gruppo T, 1959.
Boriani, con Stroboscopico n. 5 (1967), accoglie il fruitore in uno spazio buio costruito con pareti a specchio e pavimento a strisce rosse e verdi, delimitato da un quadrato centrale con pannelli specchianti che ruotano sull’asse verticale, la rotazione azionata dal movimento del visitatore, lo costringe a una sequenza di stimoli luminosi che mutano la percezione dello spazio e della sua forma.
Colombo, con il suo Ambiente elastico (1967) - vincitore del Gran Premio alla Biennale di Venezia del 1968 - definisce lo spazio con una griglia tridimensionale costituita da elastici. I fili, mossi da motori elettrici, rendono mutevoli le coordinate spaziali sino a rendere instabile la percezione, a favore di una visione nuova e modificabile definita dalla movenza stessa del fruitore/attore.
Possiamo parlare di ambienti praticabili, capaci di introdurci a una nuova percezione sensoriale dello spazio, anche per altri lavori: Light prism - Grande tuffo nell'arcobaleno di Alberto Biasi (tra i fondatori del Gruppo Enne ed esponente italiano dell’arte cinetica), realizzati dal 1962, dove un fascio di luce bianca, passando attraverso prismi di cristallo ruotanti, si scompone creando un ambiente in cui lo spettatore è immerso in un gioco di colori in continuo movimento.
In Luna (1968) di Fabio Mauri – creato sei mesi prima dell’Apollo 11 - la luce, restituisce un’atmosfera stellare che invita adulti e bambini a entrare ed interagire con l’opera. Piscina di marshmallow di Aldo Mondino - proposta per la prima volta nel 1982 alla Quadriennale di Roma – conduce in una dolce visione multisensoriale.
E poi Interno / Esterno - un pezzo di strada nella casa, un pezzo di casa nella strada (1979) di Ugo La Pietra, Avvolgere la notte (2013) di Cesare Berlingeri; Presenze nel vuoto (2013) di Carlo Bernardini, Limitare i danni (1998) di Chiara Dynys e Terraaria (1999) di Liliana Moro.
Anche gli ambienti basati sul medium elettronico sono presenti in mostra nel video-documento sul lavoro di Studio Azzurro. Il collettivo milanese, creato da Paolo Rosa, Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi, giunge a realizzare nel 1984 “videoambienti”, come Il nuotatore, per poi passare dal 1995 agli ambienti sensibili, basati su centinaia di sensori attivati dal fruitore.
In mostra anche: Claudio Abate, Vincenzo Agnetti, Mario Airò, Getulio Alviani, Giovanni Anceschi, Massimo Bartolini, Manfredi Beninati, Flavio Favelli, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Alik Cavaliere, Loris Cecchini, Gino De Dominicis, Gabriele Devecchi, Luciano Fabro, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Piero Gilardi, Jannis Kounellis, Giuliano Mauri, Mario Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Alfredo Pirri, Paolo Scheggi, Paolo Scirpa, Nanda Vigo e Luca Vitone.

Il progetto della Fondazione Rocco Guglielmo, in questi anni, non si è limitato solo alle grandi mostre citate, ma ha avuto il pregio di dare spazio anche a un progetto di Latifa Echakhch per il Palazzo Collicola di Spoleto, e per aver rivolto una particolare attenzione a realtà più giovani.
Ne sono un esempio: nel 2011 la mostra “Mutterland - l’età estranea" di Gehard Demetz (Bolzano, 1972), nel 2012 la personale di Alex Pinna “Ti guardo, mi guardo” - che ha coinvolto fisicamente anche la città, installando quattro grandi sculture in punti diversi di Catanzaro - e nel 2013 l’esposizione di Chiara Dynys “Right to play”.
Questi ultimi progetti sono stati allestiti presso la Casa della Memoria di Mimmo Rotella, sede dell’omonima Fondazione Rotella, che insieme al Complesso Monumentale del San Giovanni rappresenta il secondo spazio utilizzato a Catanzaro dalla Fondazione Rocco Guglielmo.
In questa direzione si muove anche il progetto Hub Calabria, che mette al centro delle proprie attività il lavoro di artisti calabresi storicizzati - si pensi alle mostre: Umanità, Maschere, Luoghi (2011) di Alessandro Russo (Catanzaro 1953) - presso Complesso di San Giovanni - o alla mostra Ghiacci e Ombre (2012-2013) di Cesare Berlingeri (Cittanova, RC 1948), pensata per la Casa della Memoria di Mimmo Rotella e per la Chiesetta medievale del Sant'Omobono.


Alcune immagini dalle mostre della Fondazione Rocco Guglielmo




Giovanni Viceconte incontra Rocco Guglielmo

Chi è Rocco Guglielmo e quando nasce la sua passione per l’arte contemporanea?

Sono un professionista (notaio) con Studio a Catanzaro dal 1992. La mia passione per l'arte contemporanea nasce circa 30 anni fa.
Mi sono avvicinato a questo mondo, iniziando a collezionare e poi sempre più mi sono interessato all'arte contemporanea.

Dopo l’istituzione della Fondazione di Mimmo Rotella, che hai seguito fin dalla sua nascita nel 2010, hai voluto a Catanzaro la Fondazione Rocco Guglielmo dedicata all’arte contemporanea. Cosa ti ha spinto a realizzare in Calabria questa progetto e quali sono le problematiche dell’operare in questo territorio?

La decisione di creare una fondazione che operasse nell'arte e per l'arte contemporanea è nata dal desiderio di poter anche in minima parte contribuire alla promozione e valorizzazione di giovani artisti con uno sguardo anche rivolto ai grandi maestri.
La Calabria come tutto il sud presenta grandi opportunità accompagnate da altrettante difficoltà. Ma credo che operando in Calabria sia giusto fare qualcosa che abbia una ricaduta sul nostro territorio.

Qual'è il rapporto della Fondazione Rocco Guglielmo con il Museo Marca, con le gallerie private e con gli artisti del territorio?

I rapporti con gli artisti del territorio sono una priorità della Fondazione che anche nel suo sito ha dedicato uno spazio in cui tutti gli operatori culturali della Regione possono aderire al fine di creare una rete regionale o quasi un censimento regionale.
Con il MARCA fino ad ora non ci sono state occasioni di collaborazione su specifici progetti, ma in futuro non lo escludo considerato la grande professionalità fino ad ora dimostrata.

Quali sono i prossimi progetti della Fondazione?

Spero innanzitutto che si possa trasferire a Milano la mostra attualmente in corso a Catanzaro. Nel 2014, poi, sono previste altre iniziative sul territorio che vedranno protagonisti anche artisti calabresi.


Giovanni Viceconte (Cosenza, 1974), è giornalista e curatore. Si è laureato all'Accademia di Belle Arti, nel 2004 ha conseguito il Master in Organizzazione Eventi Culturali e nel 2005 il Master in Organizzazione e Comunicazione delle Arti Visive presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Ha collaborato con diverse testate nazionali di settore e curato progetti espositivi presso spazi pubblici e privati seguendo il lavoro di artisti delle ultime generazioni legati al linguaggio video e performativo. Attualmente si occupa del progetto 2Video su UnDo.Net e dell'archivio ArtHub.it


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