Attraversare le contingenze allargando le prospettive

06/12/2014
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ARTInRETI. Il gioco del loco

Rapporto tra comunità e territorio. Relazione tra bene comune e spazio pubblico. Produzione di cultura e arte sociale.
Dal 27 al 31 Ottobre 2014 Cittadellarte Fondazione Pistoletto ha ospitato il seminario auto-formativo sull’arte pubblica organizzato da ARTInRETI nella sua seconda edizione de “il gioco del loco”.










































































Resoconto a cura di Alessia Pozzi

Che cosa significa “trasformazione” e quali sono gli agenti che la operano?
Qual è il ruolo dell’arte? E' in grado di interagire con le altre forme di conoscenza?
Come possono gli artisti attivare processi trasformativi?

ARTInRETI costituisce un network di istituzioni e associazioni artistiche indipendenti operanti in Piemonte nello spazio pubblico e all’interno del contesto sociale. ARTInRETI riflette sulla responsabilità dell’artista in questo contesto, sugli strumenti di cui dispone e su come il suo intervento possa avere un impatto sul territorio. E' nato nel 2012 da una mostra-ricerca condotta da Cecilia Guida, direttrice del programma Unidee-Università delle Idee di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto di Biella, su proposta di Paolo Naldini e Juan Esteban Sandoval, rispettivamente direttore e responsabile dell'Ufficio Arte.

Sulla base della sperimentazione di metodi partecipativi gli artisti si sono interrogati sulla odierna funzione sociale dell'arte. Artivatori è il termine che hanno scelto per descrivere un nuovo tipo di agente sociale che si occupa di trasformazione e in cui confluiscono le figure di artisti, curatori e operatori culturali.
Pur essendo eterogenei e molto diversi tra loro, i progetti in mostra avevano in comune modalità ed obiettivi, la loro interconnessione creava un “ambiente” comunicativo basato su dinamiche di relazione orizzontale.
La mostra era incentrata sulle esperienze artistiche del Piemonte, in quanto da diversi anni la Regione promuove riflessioni teoriche e progetti concreti sulla relazione tra arte e contesto pubblico.
La mostra “Artinreti” ha rappresentato il primo passo di un progetto culturale più ampio, che ora mira a superare la dimensione regionale per diventare un osservatorio permanente di pratiche artistiche legate alla trasformazione urbana a livello nazionale.

Nel corso del tempo ARTInRETI si è evoluto in una piattaforma discorsiva e in un percorso di autoformazione, costituito da incontri autogestiti volti all’individuazione e all’analisi delle pratiche artistiche nel contesto sociale. In questo modo sono state scelte alcune parole chiave adatte a descrivere gli intenti del gruppo.
Gli incontri sono avvenuti nei diversi luoghi in cui i partecipanti operano prevedendo l’intervento di un ospite esterno, invitato a presentare un progetto chiuso o in corso che rispecchiasse lo spirito e gli intenti del gruppo.
Per Arte al Centro 2013 ARTInRETI è ritornato alla Fondazione Pistoletto, riassumendo - con immagini, parole e oggetti - il dibattito avviato nei mesi precedenti sul ruolo e sul valore delle pratiche artistiche di tipo partecipativo e su forme “altre” d’azione nel contesto sociale.

La creazione di forti relazioni con diverse comunità e l’attività costante ha confermato la sua funzione di interlocutore con gli enti locali. Quindi, sotto forma di movimento collettivo, ARTInRETI ha chiesto il riconoscimento del suo ruolo da parte delle istituzioni, la creazione di forme di tutela e sostenibilità economica e la revisione della legislazione esistente sul tema.

Nel 2014, in occasione di quest’ultimo seminario, il gruppo ha dialogato non più con un singolo ospite ma con soggetti provenienti da tutta Italia e da diverse aree professionali, il confronto ha riguardato similitudini, approcci e obiettivi, nel rispetto delle singolarità dei partecipanti.

Del gruppo ARTInRETI erano presenti a Biella Luisa Perlo e Lisa Parola dell’associazione a.titolo; Giulia Marra e Matteo Ferraresi, dell’associazione URBE Rigenerazione urbana; Andrea Caretto e Raffaella Spagna, dell’associazione Diogene; Rebecca De Marchi, dell’associazione Eco e Narciso; Maurizio Cilli, artista; Cecilia Guida, direttrice del programma Unidee-Università delle Idee; Paolo Naldini direttore di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto; Juan Esteban Sandoval responsabile dell'ufficio Arte della Fondazione.

Gli ospiti selezionati erano Maria Pecchioli, dell’associazione Fosca e Radical Intention; Andrea Girone e Giulia Crisci, dell’Assemblea Cavallerizza 14:45; Giangavino Pazzola, curatore indipendente e dottorando all’Università di Torino, Emanuele De Donno dell’associazione Viaindustriae, Matteo Balduzzi curatore del Museo di Fotografia di Cinisello Balsamo, Alessandro Nassiri Tabibzadeh artista e presidente dell'organizzazione no profit Careof, Silvia Simoncelli curatrice indipendente, Antonio Limonciello dell’Associazione ZeroTremilacento.

Profili e progetti dei partecipanti al seminario

Proponendosi come “massa critica” attiva nel territorio, in grado di dialogare con le amministrazioni pubbliche per la proposizione e la discussione di politiche culturali di valore, gli artivatori si sono riuniti alla Fondazione Pistoletto in una tavola rotonda intorno alla necessità di rendere maggiormente visibile e fruibile il mondo dell’arte sociale e partecipativa: una realtà che non può più essere ignorata e ostacolata dalle istituzioni che dovrebbero invece sostenerla.

La multidisciplinarietà è la chiave scelta dai curatori per avvicinare le attività pluriennali di ARTInRETI all’azione concreta, volta alla creazione di una rete diffusa di spatial practices* che sia documentata in modo che il pubblico possa entrare in contatto diretto con il luogo pulsante di progettazione e condivisione.
Dopo una prima presentazione dei singoli progetti ed attività, i partecipanti sono stati chiamati a prendere parte al Gioco del Loco: una soluzione ludica attraverso cui, in cerchio, si era invitati a turno a rispondere ad alcuni quesiti relativi all’arte pubblica.
Sono state redatte collettivamente 30 domande e i partecipanti sono stati invitati a pensare a una possibile risposta a ognuna di esse, riferendosi a testi, progetti propri o di altri artisti, curatori o art practitioners, o a riferimenti vari.

Questo dispositivo è stato pensato per mettere in discussione la forma tradizionale della conferenza, partecipando insieme alla presentazione e al dibattito degli argomenti.
L'idea era creare un momento di condivisione di conoscenze ed esperienze, costruendo collettivamente una situazione che si avvicina alla dimensione della conversazione pur essendo un'occasione di formazione, non secondo un processo di tipo autoritario, ma distribuito.

CHI E' RESPONSABILE DELLO SPAZIO PUBBLICO?
L'ARTE E LA CULTURA AIUTANO AD ABITARE MEGLIO LO SPAZIO PUBBLICO?
QUANDO L'ARTE E' PUBBLICA?
L'ARTE PUBBLICA RACCONTA RELAZIONI O LE GENERA?
COME RENDERE “TRASVERSALE” E “APERTO” UN PROGETTO DI ARTE PUBBLICA?
COME SI DETERMINA IL VALORE DI UN'OPERA D'ARTE PUBBLICA?
L'OPERA D'ARTE PUBBLICA PUO' ESSERE IMMATERIALE?
CHE DIFFERENZA C'E' TRA UN'OPERA D'ARTE PUBBLICA E UN INTERVENTO URBANISTICO O DI ARREDO URBANO?
COME SI COMUNICA UN PROGETTO DI ARTE PUBBLICA?
QUANDO LA PARTECIPAZIONE NON E' MANIPOLAZIONE?

Questi sono solo alcuni dei quesiti analizzati nel corso dell’incontro. Confrontare le proprie opinioni partendo da domande strutturate si è rivelato un metodo efficace per alimentare un dibattito nato per condividere soprattutto metodi operativi.

Per via della differenza intrinseca tra ogni area operativa, sia a livello sociale che territoriale, ogni domanda ha aperto la strada ad ulteriori questioni che sono state analizzate in maniera poliedrica combinando i punti di vista professionali dei partecipanti.
L’obbiettivo non era quello di trovare risposte univoche alle domande, ma di aprire la discussione a ventaglio attraverso la formulazione di ulteriori interrogativi.

“Lo scopo della relazione è la sua stessa essenza, ovvero il contatto con il Tu […] Chi sta nella relazione partecipa a una realtà, cioè a un essere, che non è puramente in lui né puramente fuori di lui.
Tutta la realtà è un agire cui io partecipo senza potermi adattare a essa. Dove non v'è partecipazione non v'è nemmeno realtà. Dove v'è egoismo non v'è realtà. La partecipazione è tanto più completa quanto più immediato è il contatto del Tu. È la partecipazione alla realtà che fa l'Io reale; ed esso è tanto più reale quanto più completa è la partecipazione”. Queste parole del filosofo austriaco Martin Buber rispecchiano lo spirito collaborativo e partecipativo fondante del gruppo ARTInRETI: lavorare all’interno dello spazio pubblico significa confrontarsi costantemente con la comunità che lo abita, intesa come insieme attivo di persone che convivono quotidianamente con la realtà del loro territorio, della loro “casa”.
La rigenerazione urbana rappresenta il recupero di rapporti interrotti in aree della città dove la degradazione, sociale e fisica, hanno preso il sopravvento; la restituzione delle proprietà originali di un luogo di relazione e scambio. Gli interventi realizzati dai partecipanti al seminario si basano su questo concetto: l’Io, da cui deve nascere lo spirito collaborativo, il Tu, interlocutore e fulcro del dibattito sociale, il Noi, come comunità attiva e propositiva per una cooperazione,co-creazione e co-produzione artistico-culturale collettiva.

Un’altra tematica trattata durante lo svolgimento del seminario è stata quella relativa alla legge 717 (Legge Bottai) del 1949.
Questa prevede la destinazione di una quota non inferiore al 2 per cento del costo totale del progetto di riqualificazione o nuova costruzione di edifici, per l’abbellimento mediante opere d’arte.
Si riferisce a interventi di Arte Pubblica che, evolutisi in termini di pratiche artistiche nel corso degli anni, non possono più essere classificati solo come interventi legati al monumentalismo o all’inserimento di opere di pittura, mosaico o scultura nell’architettura degli edifici pubblici. Sebbene applicata per oltre 50 anni, negli ultimi tempi le amministrazioni hanno evitato di darne attuazione per carenza di finanziamenti o per dubbi interpretativi; spesso questo si verifica anche per mancanza di fiducia nel fatto che l’inserimento di opere d’arte nell’edificio sia utile per migliorarne la bellezza e la vivibilità.
Per questi motivi e per la generale ignoranza, a volte il 2% è stato speso in modo distorto, mentre le linee guida imporrebbero al responsabile del procedimento di prevedere, già a livello della formulazione del progetto preliminare, indicazioni sull’opera da inserire.
Ma quali sono i parametri attraverso cui un’opera d’arte viene giudicata idonea a finanziamento?
La necessità di attuare una campagna di visibilità per far conoscere e riconoscere la diversità degli interventi artistici all’interno dello spazio pubblico, diventa sempre più incombente.
Nel corso delle ultime due giornate sono state organizzate delle visite per toccare con mano le realtà vissute a Torino e a Milano dal PAV Parco Arte Vivente, dall’Assemblea Cavallerizza 14:45 e dall’Associazione Dynamoscopio nel quartiere Giambellino Lorenteggio.

VIDEO: interviste agli ideatori ed ai partecipanti al seminario

Al termine del seminario sono stati focalizzati due argomenti ritenuti di primaria importanza per quanto riguarda le attività di ARTInRETI: l’ampliamento della rete e la comunicazione.
Fino ad oggi la piattaforma nata a Cittadellarte di Biella si è occupata principalmente di connettere le esperienze di arte pubblica sul territorio piemontese e nord italico, in futuro saranno coinvolti interlocutori attivi in ogni parte della penisola. La multidisciplinarietà di questi soggetti, inoltre, permetterà di attrarre un pubblico differenziato, ma anche di rispondere in maniera più specifica alle sfaccettature e alle esigenze di ogni territorio.

Il format del Gioco del Loco verrà ulteriormente sviluppato diversificando le domande in base alle situazioni e alle associazioni che caratterizzeranno le sedi delle tappe, in quello che si avvia a diventare un vero e proprio tour dell’Italia. Infatti sono già state individuate diverse città in qualità di luoghi significativi per le attività di arte pubblica e partecipativa.
Se da un lato seminari itineranti saranno fondamentali per la conoscenza diretta delle situazioni territoriali, parallelamente la creazione di un sito web dedicato potrà contribuire efficacemente all'informazione su ARTInRETI.
Il sito, rigorosamente bilingue, sarà provvisto di un archivio contenente le esperienze realizzate su tutto il territorio nazionale. Attraverso testi, immagini e video, diventerà un luogo di discussione di facile accesso per il pubblico, che avrà così l’opportunità di conoscere queste realtà ed essere costantemente aggiornato sulle attività svolte.

Le attività sviluppate dagli artisti e dalle associazioni che erano presenti a questa full immersion di ARTInRETI, offrono un contributo importante all'affermarsi progressivo dell’arte pubblica che altrimenti rischia di essere declassata a pratica minoritaria.

* "Spatial practices. Funzione pubblica e politica dell'arte nella società delle reti" di Cecilia Guida, Franco Angeli editore, 2012

Alessia Pozzi ha iniziato la sua carriera di artista con una formazione accademica nell'ambito dell'architettura, della scenografia e della pittura. Ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Firenze, città in cui, tra il 2010 e il 2014, ha sviluppato diversi progetti di arte pubblica e partecipativa. Si è laureata con una tesi sulle social practices e la riqualificazione urbana, nei suoi lavori indaga il rapporto tra l'Io e la comunità.
http://pozzialessia.blogspot.it