di Anna Stuart Tovini
La parola "indipendente", oggi strausata come un bell'aggettivo, secondo me è sempre fuori luogo. Ed è pure poco interessante.
Nessuno è indipendente, casomai possiamo essere "autonomi", casomai...
Eppoi nessuno è solo uno, bisogna sempre rendere conto a qualche diverso noi stesso; inoltre, anche se pare che gli esseri umani non si siamo evoluti dalle api, si sopravvive mettendo in comune e in relazione risorse, mansioni e attitudini, realizzando insieme idee e progetti che a volte arrivano a sorpresa come cestini sull'acqua di un fiume, altre nascono dai semi nascosti di passati incompiuti.
"Da cosa nasce cosa", questa una specie di versione vernacolare della teoria frattale rende bene la breve storia del festival Studi che fra qualche giorno si svolgerà a Milano e che qui voglio raccontare.
Spesso con la mia amica Marcella Anglani, che insegna "ultime tendenze" all'accademia di Brera, si è parlato di trovare il modo di collegare/coordinare tra loro diverse iniziative che nascono dai giovani artisti. D'altronde, come lei ben sa (vedi intervista su
Chi siamo), questo creare relazioni, sviluppare dialogo e mettere in comune risorse, e' il senso e il lavoro del network UnDo.Net fin dall'inizio.
Dunque anche questa e' una storia che contiene tante storie.
In questo caso si può decidere che la scintilla sia partita da "Quasi aperto", cioè quando, tra il 22 e il 25 maggio scorsi, abbiamo collaborato con l'Associazione 89/a nell'organizzazione di un fine-settimana nel giardino della Casa degli Artisti a Milano. Si è trattato di una mostra/incontro tra discipline e generazioni diverse, durante la quale si è sviluppata una riflessione sull'utilizzo delle risorse e delle potenzialità del territorio.
E' un'iniziativa che abbiamo preso per portare l'attenzione sulla Casa degli Artisti e sulle sue alterne vicende.
La Casa degli Artisti fu costruita da due mecenati tra il 1910 e il 1911 per ospitare studi di artisti. Negli anni '30, dopo l'esproprio da parte dell'allora Podestà, è iniziato un periodo di abbandono conclusosi con l'occupazione nel 1978 da parte di alcuni artisti e critici.
Negli anni a venire si sono succeduti artisti, scenografi, videomaker e liutai che si sono presi cura della Casa ed hanno organizzato mostre ed eventi. Nel settembre 2007 la Casa è stata sgomberata e da allora ha rischiato di trasformarsi in un rudere irrecuperabile.
L'Associazione 89/a, nata con lo scopo di preservare e valorizzare la Casa, ha portato avanti un percorso di collaborazione con le istituzioni cui nel 2012 ha sottoposto un nuovo progetto culturale e gestionale per l'edificio. Ora il Comune di Milano ha dichiarato di avere stanziato i fondi per la ristrutturazione e messa in sicurezza dell'immobile garantendo la destinazione futura a studi di artisti. E la storia prosegue...
In zone più o meno accessibili della Casa degli Artisti,
Quasi aperto
ha inaugurato il 22 maggio 2014 sotto un temporale torrenziale. Meno male che ci si poteva rifugiare nelle antiche serre del giardino che oggi ospitano gli uffici del wwf. In quell'occasione abbiamo conosciuto Cludio Corfone e Rebecca Moccia che partecipavano alla mostra e che da tempo stavano lavorando intorno al tema degli studi d'artista. Successivamente io e Vincenzo Chiarandà ci siamo più volte incontrati con loro andando sempre più a fondo nell'ideazione dell'apertura contemporanea di tutti gli studi d'artista a Milano cominciando a chiamarla "festival Studi".
E' stato anche grazie alla loro irrefrenabile energia che io e Vincenzo abbiamo di nuovo (dovrei dire per l'ennesima volta) creduto che 20 anni di berlusconismo non abbiano spento il desiderio degli artisti di collaborare e farsi carico di fatiche che chi pensa solo al profitto non sa immaginare.
A giugno Claudio Corfone e la sua "vicina" Agnese Guido hanno organizzato nei loro studi la mostra
Extradelicato 2
invitando ad esporre alcuni artisti. Una situazione (tra alti e bassi) molto professionale e divertente, confluita nelle focacce mal farcite di un festival dello street food (bleah).
Per fortuna in luglio ci siamo trovati con un primo gruppo di artisti intorno a un tavolo con un ottimo pesto. Qui si è superato il primo scoglio di disfattismo e misurato il primo grado di diffidenza... mica facile si sa.
Pausa in agosto e poi a settembre è subito ripartita la progettazione con l'idea di articolare l'evento in più giorni e svolgerlo proprio in coincidenza con il festival di San Remo.
Claudio e Rebecca hanno cominciato ad invitare a partecipare tutti gli artisti a loro vicini e tutti quelli che incontravano in occasioni lavorative e varie inaugurazioni.
Sappiamo che in passato e in diverse città sono già stati aperti al pubblico gli studi d'artista, questo tipo di evento ha infatti valenze e progenitori importanti sul piano ideativo e concettuale.
Quello che distingue il festival Studi è il fatto di creare una sorta di dispositivo in cui gli artisti aprono i loro studi non solo per far vedere i propri lavori, ma invitando altri artisti ed essendo a loro volta invitati. Perciò, oltre ad esporsi, gli artisti organizzano un vero progetto di mostra nel proprio spazio di lavoro.
L'intenzione è quella di creare un circuito, di stimolare collaborazioni, di far entrare le persone (il pubblico?) direttamente a contatto con il primo stadio della produzione artistica, quello più vicino agli autori stessi.
Festival Studi
si sta sviluppando in modo abbastanza anarchico ed auto-organizzato, l'invito è aperto e non settario, quindi i display si stanno moltiplicando.
Per esempio Marco Magni ha invitato gli artisti ad intervenire su una sua vecchia scultura, mentre Concetta Modica, venendo a sapere che vicino a lei lavorano altri tre artisti, ha pensato con loro ad un progetto intitolato "Where do we go from here?"
Nello studio di Bruno di Bello si creerà "una simbiotica convivenza intergenerazionale a più dimensioni" con Luca Pozzi (parole sue).
Nello spazio del gruppo di fotografi che si definisce Elevenstudio, Simona Andrioletti ha organizzato un progetto sul paesaggio a cui partecipano diversi artisti provenienti da varie parti d'Europa, tra loro ci sono Bros e Cosimo Filippini.
Lucia Cristiani e Luca Loreti hanno ideato una mostra che coinvolgerà gli stessi artisti contemporaneamente in modo da creare un dialogo tra i loro due spazi.
Anche gli spazi artist run hanno trovato il modo di partecipare: Mars ha indetto una sorta di contest curatoriale parallelo ai giorni del festival, Soap vuole esporre un lavoro di ogni artista che partecipa al festival Studi (ci riusciranno?), a Dimora Artica Patrizia Emma Scialpi propone una selezione di video d'arte ecc. ecc.
Dimenticavo l'altra storia...
Parallelamente a incontri, cene e progettazioni, è partita la ricerca di un appoggio istituzionale e di un minimo di budget che potesse almeno garantire una copertura delle spese.
Tutti quelli con cui abbiamo parlato si son mostrati entusiasti dell'idea del festival. Quindi abbiamo ricevuto: la benevolenza del Comune di Milano, il gentile diniego di Fondazione Pardi, ascoltato i pianti di miseria di un (piccolo) elenco di privati...
Ora vedremo se servirà bussare alla neonata Città Metropolitana e se il nostro amico di Marselleria potrà offrire o meno birra e musica a tutti.
Comunicheremo a breve come e dove si terrà una simpatica presentazione alla stampa e in ogni caso vogliamo fare pagine e comunicazione web, un depliant con una bella mappa, magari una bellissima documentazione, una buona attività sui social e infine una gran festa!!!
Per sapere come finirà la storia "restate collegati" fino alla prossima puntata su UnDo.Net
Festival Studi. Prima edizione
A cura di: Vincenzo Chiarandà, Anna Stuart Tovini, Rebecca Moccia, Claudio Corfone. In collaborazione con freeUnDo
Deadline iscrizioni: 1 febbraio 2015
Periodo: dal 10 al 15 febbraio 2015
Città: Milano
http://www.studifestival.undo.net
studi@undo.net