Issam Heni
Dali'
Sophia Baraket
Rhania Dourai
Mabel Palacin
Florian Schneider
Faten Hamdi
Michael Hardt
David G. Torres
Andrea Lissoni
Gerard Vilar
Per la pratica del comune. Due appuntamenti del ciclo; il 12 ottobre: Cambiare il mondo al tempo del 'nuovo dis-ordine mondiale' #1, il 14 ottobre: Dopo lo spettacolo - Riflettere sullo statuto dell'immagine ai giorni nostri. Blogger, studiosi, attivisti ed artisti si danno appuntamento per provare ad attraversare criticamente la nuova geografia euro-mediterranea ed analizzare la valorizzazione della cosiddetta dimensione immateriale.
S.a.L.E. Docks presenta due appuntamenti del ciclo: Contro la crisi. Per la pratica del comune. 12 ott. h.18 e 14 ott. h.18
Cambiare il mondo al tempo del 'nuovo dis-ordine mondiale' #1
Il terremoto nordafricano che sta cambiando lo spazio euro-mediterraneo.
Issam Heni (blogger – Tunisia) autore delle fotografie che documentano scontri e violenze della polizia pubblicate in Dégage Dégage. Issam fa parte di una delle neonate associazioni che iniziano a mappare la situazione di disoccupazione e precarietà del sud del paese.
Dalì (writer, artista – Tunisia) è un 27enne molto attivo nel suo territorio, in Egitto e Siria. Ora vive a Parigi in seguito al conseguimento di un Dottorato.
Faten Hamdi (giornalista di Radio Kalima – Tunisia) giornalista/attivista di una radio indipendente tunisina.
Sophia Baraket e Rhania Dourai (collettivo Artocracy – Tunisia) con il progetto ”INSIDE OUT” Artocracy sostituisce le effigi del passato regime con una serie di ritratti di cittadini tunisini. Untilizzano la street art per aprire un dibattito sull’immaginario post-rivoluzionario.
Michael Hardt (Filosofo) è professore associato nel dipartimento di letteratura alla Duke University. Tra i suoi lavori importanti vi sono Impero (2002), Moltitudine (2004), Comune (2010).
Focus
Le insurrezioni democratiche del mondo Arabo disegnano una mappa complessa di diverse intensità, fuochi di rivolta e di repressione, tumulti e momenti di distensione, ripresa della protesta,istanze di modernizzazione e “contro-rivoluzione”. In alcune nazioni, specialmente in Tunisia e in Egitto, la transizione post-regime è un processo complesso e per nulla scontato. L’incontro che proponiamo cerca dunque di tracciare, assieme ad alcuni protagonisti di questa “primavera araba”, linee di orientamento che sappiano superare stereotipi ed ideologie.
Quando sono esplose le prime proteste in Tunisia, i mezzi di informazione parlavano di “rivolte del pane” ed è certo che la crisi alimentare sia uno dei detonatori di questi eventi. Allo stesso tempo il ruolo delle reti (che va indagato anch’esso fuori da schemi semplificatori) e il protagonismo di una giovane generazione altamente scolarizzata disegna un trait d’union suggestivo con le proteste studentesche (e non solo) di tutta Europa, quelle scatenatesi di fronte all’acuirsi della crisi finanziaria.
Ci pare necessario chiedersi quali siano i problemi di una transizione che non sembra destinata a compiersi con la stessa fulminea velocità con cui i regimi sono caduti. Quale sia il ruolo dell’esercito, della classe dirigente, dei partiti e delle organizzazioni islamiche, ma anche quali spazi vanno aprendosi per le soggettività laiche, democratiche e femministe.
Ciò che è certo è che, per i movimenti europei, le primavere arabe hanno implicato un cambiamento nella percezione tradizionale dello spazio politico.
Blogger, studiosi, attivisti ed artisti si danno appuntamento al S.a.L.E. per provare ad attraversare criticamente questa nuova geografia euro-mediterranea.
------
Venerdì 14 Ottobre 2011, ore 18.
Dopo lo spettacolo.
Riflettere sullo statuto dell’immagine ai giorni nostri.
David G. Torres: Curator. Co-director y co-fundador de A*DESK. Instituto Independiente de Crítica y Arte Contemporáneo. Comisario Pabelló Català i de les Illes Balears a la Bienal de Venecia 2011
Andrea Lissoni: (Milano, 1970) è storico dell’arte e affianca all’attività di ricerca una pratica critica e curatoriale. Si occupa di arte contemporanea con particolare interesse per interdisciplinarietà e ricerche nell’ambito delle moving images.
Mabel Palacin: began her career in the early nineties, and since then her projects have focused on two issues: the status of images in today’s world and forms of artistic output. She has thus been concerned with reflecting on the image as universal language: how new systems of production and dissemination (from mobile phones to social networks) have allowed global access to images, and how these have taken a central role that conditions, affects and explains the present-day social, economic and political reality.
S.a.L.E-Docks: Spazio indipendente e attivista per le arti contempoaranee ( www.saledocks.org )
Florian Schneider: Florian Schneider is a filmmaker, writer, and curator. In his work hefocusses on border crossings between mainstream and independent media, art and activism, theory and open source technology. (www.theima )
Gerard Vilar: profesor de Estética y Teoría de las Artes en la Universidad Autónoma de Barcelona, donde es catedrático desde 2002. Ha sido profesor invitado en el Instituto de Investigaciones Filosóficas de la UNAM de México, en el Institut für Philosophie de la Universität Potsdam, y en el Department of Philosophy de la Northwestern University. Es director de la revista de Estética Disturbis desde 2007, y coordinador del Máster de Estética y Teoría del Arte Contemporáneo Pensar el arte de hoy (UAB-Fundació Joan Miró-Museu Picasso). Desde 1995 hasta 2009 dirigió la revista de filosofía Enrahonar.
Focus
Si tratta di fare il punto sullo statuto dell’immagine oggi. Del resto questo è il focus su cui insiste “180”, l’installazione di Mabel Palacin esposta al S.a.L.E fino al 30 ottobre 2011. Con sempre maggior frequenza gli artisti si interrogano sui confini tra video e fotografia, tra produttore e consumatore. Molti riflettono sul ruolo delle tecnologie rispetto alla percezione, sulla molteplicità dei possibili punti di vista, ecc.
Cruciale, inoltre, è il tema della proprietà dell’immagine che va affrontato non solo in termini giuridici, ma illuminando le dinamiche odierne della valorizzazione della cosiddetta dimensione immateriale. Il titolo “Dopo lo spettacolo” allude esattamente a questo aspetto, alla necessità di ripensare l’assunto debordiano per cui lo spettacolo è definibile come “il capitale ad un tale grado di accumulazione da farsi immagine”. Oggi questo paradigma va re-interrogato alla luce della centralità dell’investimento sulle forme espressive del contemporaneo, un investimento che spesso guida lo sviluppo socio-economico di intere porzioni metropolitane
S.a.L.E. Docks
Dorsoduro 265 Punta della Dogana Venezia