Fondazione Ambrosetti c/o Palazzo Panella
Palazzolo sull'Oglio (BS)
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L'arte e i linguaggi prossimi
dal 26/3/2003 al 27/3/2003
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Segnalato da

Emanuela Filippi



 
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26/3/2003

L'arte e i linguaggi prossimi

Fondazione Ambrosetti c/o Palazzo Panella, Palazzolo sull'Oglio (BS)

Serie di conferenze a cura di Loredana Parmesani. Incontro con l'artista Michelangelo Pistoletto. Quale ruolo oggi Michelangelo Pistoletto assegna all'arte? Quali sono i programmi di Cittadellarte e quanto del 'direttamente vissuto' di Arte Povera ritorna o si e' modificato in Progetto Arte? Quale 'divenire' del reale colgono oggi I Quadri Specchianti?


comunicato stampa

a cura di Loredana Parmesani

27 marzo 2003, ore 20.30

Incontro con l'artista Michelangelo Pistoletto

L'artista internazionale Michelangelo Pistoletto fondò a Torino, nella seconda metà degli anni Sessanta, insieme ad altri artisti (Mario Merz, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Giuseppe Penone, Gilberto Zorio, Emilio Prini), il movimento poverista, coordinato criticamente da Germano Celant.
In sintonia con il clima internazionale (Land art americana, e il 'teatro povero' del polacco Jerzy Grotowsky), gli artisti italiani spostavano l'indagine in una direzione di totale osmosi con la natura, alla riscoperta non solo di quella fuori da sé, e cioè animali, vegetali e minerali, ma anche la natura dentro di sé, cioè il proprio corpo, la propria memoria, i propri gesti, ogni elemento insomma strettamente connesso con la sfera dell'esistenza sensibile. Il rapporto tra artista e mondo non era mediato, ma un rapporto primario di incontro e di relazione con gli esseri viventi, al fine di farne scaturire un nuovo linguaggio. Così l'artista -sceglie il direttamente vissuto, non più il rappresentato, aspira a vivere, non a vedere- e in questo vissuto scopriva la propria forza e quella del mondo che erano il fondamento dell'opera.
Nella produzione artistica però non interagivano solo l'artista e il mondo, ma si ricercava anche un rapporto con lo spettatore che, da puro fruitore del fatto artistico, veniva chiamato in causa per partecipare attivamente al farsi dell'evento artistico.
Michelangelo Pistoletto, in particolare con il lavoro Lo Zoo del '68, una sorta di teatro di strada, non solo trascendeva tutte le tecniche tradizionali e usciva dagli spazi dei musei e delle gallerie, ma invadeva quelli cittadini: -Per me l'arte e la vita sono tutte due una questione di durata, non desidero far morire l'arte come non desidero far morire la vita.
La più grande arte sarebbe quella di far vivere la vita sempre-.
Tale tensione è presente anche in I Quadri specchianti, dove è spettatore-attore lo stesso artista. I plexiglas, gli Oggetti in Meno, Lo Zoo, costituiscono i momenti iniziali e salienti di quell'attitudine che, via via, si è sviluppata nel tempo e che, dopo più di quarant'anni, è approdata nel '94 a Progetto Arte attuato all'interno della struttura della Fondazione Pistoletto di Cittadellarte, a Biella.

Intervento della serata
Quale ruolo oggi Michelangelo Pistoletto assegna all'arte? Quali sono i programmi di Cittadellarte e quanto del 'direttamente vissuto' di Arte Povera ritorna o si è modificato in Progetto Arte? Quale 'divenire' del reale colgono oggi I Quadri Specchianti?
-Sul nostro pianeta- dice Pistoletto ­si è creato uno squilibrio 'civile' di macroscopiche proporzioni. Un estremo contrasto si è manifestato nel rapporto tra la rapidità dei mezzi di comunicazione, che avvicinano gli abitanti della terra e le distanze millenarie che si interpongono tra le etnie, allontanando irrimediabilmente gli individui.-
Di fronte a tale disfunzione, Pistoletto richiama la coscienza individuale degli artisti all'assunzione di una responsabilità interpersonale: -Ora, sulla soglia di un nuovo millennio, penso all'arte come progetto di avvicinamento e di congiunzione di tutto ciò che è reciso e spinto verso distanze contrapposte, e penso che essa debba ritrovare la sua compresenza universale-.
Con il Progetto Arte avviato nel '94, di cui la Fondazione Pistoletto diviene a Cittadellarte l'organismo attivo, Pistoletto propone perciò un nuovo ruolo dell'artista: quello della partecipazione diretta nelle dinamiche sociali in modo che l'arte, in tutte le sue accezioni ­musica, teatro, letteratura, danza, fotografia, architettura, arte visiva­ interagisca direttamente con ogni altro ambito del sistema sociale, dall'economia alla politica, dalla scienza alla produzione, dall'educazione al comportamento.

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La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, dopo i tre cicli di conferenze dedicati al secondo dopoguerra (dagli anni Cinquanta agli Novanta), intende affrontare uno degli aspetti più significativi dell'oggi, cioè il rapporto tra arte e discipline a lei prossime.
In un momento come quello attuale che segnala, dall'arte alla moda, dalla progettazione all'industria, dalla teoria alla tecnologia, una necessità assoluta di immagini e di risoluzioni 'estetiche', riflettere sulle interferenze fra tali linguaggi significa fare luce sulle tendenze dell'oggi, sulla spettacolarizzazione della realtà e sul suo confondersi con le immagini che fino ad ora l'arte sola ha saputo produrre.

La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, con il nuovo ciclo di conferenze, si addentra quest'anno non solo negli specifici linguaggi dell'arte, ma anche in quelli a lei prossimi quali la moda, l'architettura, il design e la multimedialità per ricercare percorsi nei quali l'arte possa di nuovo definirsi.

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Prossimi appuntamenti:
- 10 aprile 2003 Alessio Fransoni (artista)
- 29 maggio 2003 Andrea Lissoni (critico)

- 13 marzo / 8 maggio 2003 Arte e comunicazione apertura del corso di aggiornamento per Docenti

Ufficio Stampa:
Emanuela Filippi
02/454 79 017
emanuela.filippi@tiscali.it

Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea
Palazzo Panella, Palazzolo sull'Oglio.

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