La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, con il nuovo ciclo di conferenze, si addentra quest'anno non solo negli specifici linguaggi dell'arte, ma anche in quelli a lei prossimi quali la moda, l'architettura, il design e la multimedialita' per ricercare percorsi nei quali l'arte possa di nuovo definirsi. Incontro con l'artista e storico dell'arte Alessio Fransoni. 'Art After Art History. Appunti di metodo'
a cura di Loredana Parmesani
10 aprile 2003, ore 20.30
La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, dopo i tre cicli di conferenze
dedicati al secondo dopoguerra (dagli anni Cinquanta agli Novanta), intende
affrontare uno degli aspetti più significativi dell'oggi, cioè il rapporto
tra arte e discipline a lei prossime.
In un momento come quello attuale che segnala, dall'arte alla moda, dalla
progettazione all'industria, dalla teoria alla tecnologia, una necessitÃ
assoluta di immagini e di risoluzioni 'estetiche', riflettere sulle
interferenze fra tali linguaggi significa fare luce sulle tendenze
dell'oggi, sulla spettacolarizzazione della realtà e sul suo confondersi con
le immagini che fino ad ora l'arte sola ha saputo produrre.
La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, con il nuovo ciclo di
conferenze, si addentra quest'anno non solo negli specifici linguaggi
dell'arte, ma anche in quelli a lei prossimi quali la moda, l'architettura,
il design e la multimedialità per ricercare percorsi nei quali l'arte possa
di nuovo definirsi.
L'intervento della serata:
Incontro con l'artista e storico dell'arte Alessio Fransoni
'Art After Art History. Appunti di metodo'
Alessio Fransoni (Roma 1971) è artista e storico dell'arte. Dal 1999 la sua
attività confluisce nel progetto Generic Art History & Promotion (GAHP). La
GAHP è un'associazione fondata insieme ad Andrea Albertini e ad altri
artisti e storici dell'arte nell'estate del 1999, con lo scopo di promuovere
la ricerca sulle connessioni tra i diversi settori della comunicazione
visiva, sulla sua storia e sui suoi criteri di legittimazione e
valorizzazione.
Oggetto privilegiato di analisi è il funzionamento dei meccanismi di
attribuzione di valore (artistico e quindi sociale in generale) e il ruolo
giocato in questi meccanismi dall'idea di un passato generico, quindi, per
l'arte, dalla storia e dal mito dell'arte. Un progetto volto a rendere arte
non l'idea, la filosofia, la teoria dell'arte, ma la stessa storia
dell'arte.
La conferenza è divisa in due parti, nella prima verranno definite le
coordinate teoriche che orientano l'opera della GAHP e i problemi che
sollevano sulla lettura di alcune forme di arte recente; nella seconda
saranno passate in rassegna alcune operazioni condotte dalla GAHP
discutendone le ricadute che hanno sia sul piano della teoria e della
pratica artistica, sia su quello dell'elaborazione di alcune innovative
linee-guida per la scrittura della storia dell'arte.
L'orizzonte di riferimento del progetto è quello dell'Arte Concettuale,
ossia di quell'arte che parla al mondo e del mondo attraverso la rigorosa
analisi dei propri processi di significazione e delle proprie strutture e
istituzioni. Tale orizzonte, delineato ormai da quasi mezzo secolo, è
considerato il medesimo in cui opera l'artista attuale. Alcuni dei suoi
strumenti sembrano tuttavia aver perso capacità di presa.
Nella conferenza si individueranno i motivi della crisi dell'Arte
Concettuale tradizionale nelle contraddizioni emerse nell'uso del modello
conoscitivo delle scienze della natura. La GAHP propone una diversa via di
sviluppo di quella pratica artistica: 'arte come autoanalisi dell'arte'
potrà essere nuovamente produttiva se si trasforma in autoconsapevolezza
dell'arte della propria storia. Non c'è modo per l'arte di cogliere il senso
del suo esserci se non riaprendo la coscienza alla sua specifica storia, che
non significa guardare semplicemente verso il passato, ma riflettere su come
la storicità sia la condizione di possibilità del conoscere e dell'agire nel
presente. Per questo progetto si dovrà provvedere a una sostituzione dei
riferimenti filosofici del Concettuale tradizionale  la filosofia analitica
e il neopositivismo logico  con altri assunti dalla filosofia ermeneutica,
da Heidegger a Gadamer: coscienza storica e circolo ermeneutico. Per gli
strumenti metodologici si guarderà non più all'antropologia radicale, ma ai
modelli più aggiornati di storiografia dell'arte, con la conseguente
trasformazione del ruolo dell'artista da 'antropologo impegnato' Â secondo
la celebre definizione di Kosuth  a storico dell'arte impegnato.
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Prossimi appuntamenti:
- 29 maggio 2003 Andrea Lissoni (critico)
- 13 marzo  8 maggio 2003 Arte e comunicazione
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