IX appuntamento del ciclo di conferenze "Scopri la Firenze degli anni '30"
Fabio Gadducci e Leonardo Gori presentano "Eccetto Topolino". Il panorama della stampa periodica italiana, gia' in profonda trasformazione per l'avvento del rotocalco e della comunicazione di massa moderna, vive negli anni Trenta un'autentica rivoluzione nel campo dei settimanali per ragazzi. L'incontro di alcune personalita', in modo diverso assai sensibili ai mutati codici espressivi della stampa popolare, provoca fra il 1932 e il 1934 l'esordio in Italia dei fumetti moderni: Guglielmo Emanuel, agente romano del King Features Syndicate e di Walt Disney; Mario Nerbini, aggressivo editore fiorentino; un circolo di autori e imprenditori che fanno capo ad Arnoldo Mondadori e che hanno in Federico Pedrocchi la loro punta artistica e organizzativa. Il 1932 vede l'uscita fiorentina e "nerbiniana" del primo numero di "Topolino". Il 1934 segna l'esordio de "L'Avventuroso" e dei grandi comics americani del KFS. Nel 1935, la produzione Disney passa dalle rive dell'Arno a quelle dei Navigli. Il tormentato rapporto tra l'autorita' politica di regime, il mondo variegato degli educatori e quello editoriale, sfocia nel 1938 in provvedimenti ministeriali che mettono al bando i temi e motivi tipici della letteratura popolare "gialla" e il fumetto di produzione americana nella sua globalita', escluso appunto Topolino e tutta la produzione Disney. Negli anni di guerra, la morsa censoria del Ministero della Cultura Popolare si fa piu' strutturata e coercitiva, e nel 1943 colpisce addirittura la struttura profonda del linguaggio dei comics. L'esame di documentazione inedita, permette oggi di risolvere dubbi e misteri di tale complesso fenomeno, sia dal punto di vista della produzione artistica, sia da quello dell'azione culturale e politica ostile al fumetto. Il quadro che ne esce appare in gran parte inedito e capace di modificare alcune importanti chiavi interpretative di tutta la cultura e la politica in Italia negli anni Trenta.