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I frutti del Caos
dal 15/12/2003 al 16/12/2003

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15/12/2003

I frutti del Caos

Spazio Arcnaut, Milano

Parteciperanno all'incontro: Giulio Giorello. Filosofo della scienza, Francesco Monico: Direttore della Nuova Accademia delle Belle Arti, Gianluca Bocchi: Filosofo. Complessita' e caos non sono piu' solo ipotesi teoriche, ma urgenze che richiedono un ripensamento del nostro rapporto con il mondo, alla ricerca di nuovi equilibri, di nuove strategie quotidiane.


comunicato stampa

L'osservatore
diligente per emergenza
guarda l'albero del caos
e si chiede
cosa genereranno
i suoi frutti dorati

Tra i nuovi paradigmi resi possibili dalla pratica del computer, sicuramente quelli della complessità e del caos hanno conosciuto un grande successo e una iperdivulgazione per assopirsi poi in conseguenza della loro stessa sovraesposizione.
Ci ha pensato il nuovo millennio, con lo straordinario evento dell'11 settembre, le sorprendenti implicazioni del moltiplicarsi delle reti e dei mezzi di comunicazione, l'evidenza dei cambiamenti climatici in atto, l'emergenza di un'incertezza economica globale, il timore suscitato dalle nuove avventure geopolitiche, il disorientamento che si propaga quotidianamente nella nostra vita, a renderli nuovamente attuali.
Complessità e caos non sono più solo ipotesi teoriche, ma urgenze che richiedono un ripensamento del nostro rapporto con il mondo, alla ricerca di nuovi equilibri, di nuove strategie quotidiane.

Con gli scarti della sua esistenza, con i ricettacoli della sua memoria, l'Arconauta è l'incerto traghettatore che naviga nel guscio di noce dell'oceano del millennio appena iniziato, usando tutti gli strumenti di rilevamento e di controllo, ma servendosi anche di quell'indefinibile antico istinto che è la sua bussola naturale: il suo sguardo informato.
E' un osservatore dell'infinito, orizzonte, limen, soglia della sua esplorazione.
Può essere sorpreso delle sue stesse scoperte, ma deve riconoscerle, spesso catalogarle e nominarle.

Si inventano algoritmi per affrontare l'imprevedibilità di nuovi costrutti, un'immensa ontologia invisibile che inquieta come una metafisica e tranquillizza come una sfera di pace relativa, segno del cambiamento avvenuto.
Si generano strutture che permettono di studiare il tipo di 'groviglio' che abbiamo di fronte: isole di ordine, zone di confine. Un margine del caos che la scienza studia e che la natura trasforma in scenari di estrema bellezza.

'Il fastidio crescente per l'industrializzarsi della ricerca, la nostalgia per la dimensione artistica del fare scienza, si colgono anche nell'insistenza con cui i caotici sottolineano la bellezza dei loro risultati' Marco d'Eramo, da' L'abisso non sbadiglia più'.

E' un'estetica che somiglia alla frastagliata costa bretone o alla complessità di un mandala indiano. Così allo studio delle dinamiche caotiche si sono dedicati neurologi e informatici, fisici e meteorologi, economisti ed astronomi, siamo di fronte non a studi interdisciplinari ma ad una disciplina che coinvolge specialisti in campi diversi.

Ecco la filosofia che in modo analogico interpreta non più un pensiero prometeico, ma una forma di razionalità frastagliata simultanea che abbandona l'io per tuffarsi in modo più coraggioso nel mondo dell'altro, nel mondo.

Parteciperanno:
Giulio Giorello. Filosofo della scienza,
Francesco Monico: Direttore della Nuova Accademia delle Belle Arti,
Gianluca Bocchi: Filosofo

Martedì 16 dicembre 2003
Ore 21:00

Spazio Arcnaut
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