La fine dell'arte contemporanea: dall'orinale all'orale. Francesco Bonami in conversazione con Fabio Cavallucci
Si e' concluso il ciclo dell'arte contemporanea? Ci sara' ancora spazio nei musei per quadri e sculture? La morte dell'arte e' stata piu' volte annunciata. Nonostante questo e' ancora in buonissima salute. Ma l'arte cosi' come la conosciamo sta cambiando drammaticamente. E' stato da poco tradotto in Italia il libretto dal titolo Dopo l'arte di David Joselit, gia' professore di Storia dell'Arte all'Universita' di Yale e dal 2014 alla guida del Ph.d Program di Storia dell'Arte di The City University of New York, che traccia un'analisi sull'arte contemporanea, in cui l'opera d'arte passa dall'epoca della sua riproducibilita' tecnica all'epoca della proliferazione delle Reti. Il critico e curatore Francesco Bonami, tra i pochi ad aver compreso l'importanza di divulgare l'ostica Arte Contemporanea a un pubblico generalista, in conversazione con Fabio Cavallucci, direttore del Centro Pecci, affrontera' questioni epocali 'azzardando' previsioni sul futuro dell'arte. Curatore dal 1999 al 2008 del Museum of Contemporary Art di Chicago, direttore della 50ima edizione dell'Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia nel 2003, dove ha condiviso la curatela con altri curatori, il critico di origini fiorentine, e' un addetto ai lavori sui generis: attivo divulgatore del contemporaneo, prolifico scrittore, con un'allergia all'accademismo 'ortodosso' e una grande qualita', l'ironia. Infatti, due dei suoi fortunati volumi dedicati a scardinare i luoghi comuni sull'arte contemporanea s'intitolano Potevo farlo anch'io e Dopotutto non e' brutto. Martedi' 10 febbraio ore 18.