Ciclo di 4 conferenze di pensatori, scrittori e poeti francesi a cura dell’Accademia di Brera, del Centre culturel francais de Milan e della Fondazione Stelline. Oggi 'Costruire la durata': Georges Didi-Huberman si interroga sullo statuto del mondo delle immagini. L'intellettuale ritiene che la durata si costruisca in ogni istante attraverso un difficile rapporto tra storia e memoria, tra presente e desiderio...
GEORGES DIDI-HUBERMAN
parlera' di “COSTRUIRE LA DURATA"
E' questa la prima di quattro conferenze del ciclo “Del contemporaneo. Carta
bianca a...", a cura dell’Accademia di Brera, del Centre culturel francais de
Milan e della Fondazione Stelline di Milano.
“Del contemporaneo. Carta bianca a..." e' un ciclo di quattro conferenze che si
terra' alla Fondazione Stelline dall’8 marzo al 27 aprile e vedra' alcuni tra
i piu' autorevoli pensatori, scrittori e poeti francesi - Georges Didi-Huberman, Jean-Luc Nancy, Nathalie Heinich e Jean-Christophe Bailly - confrontarsi sul tema della contemporaneita'.
Il primo appuntamento e' per mercoledi' 8 marzo, con Georges Didi-Huberman,
(1953), storico dell’arte e filosofo, insegnante all’Ecole des hautes e'tudes
en sciences sociales di Parigi. Figura tra le piu' innovative della nuova
generazione di pensatori francesi ha pubblicato molti volumi per le Editions
de Minuit. In italiano si possono ricordare Beato Angelico (Leonardo, 1991),
Aprire Venere. Nudita', sogno, crudelta' (Einaudi, 2001), Ninfa moderna (il
Saggiatore, 2004), Immagini malgrado tutto (Cortina, 2005) e La
sopravvivenza dell’immagine (Bollati Boringhieri, 2006).
Nel suo intervento, del titolo “Costruire la durata", il piu' sorprendente e
fine degli intellettuali dell'ultima vague francese si interroga sullo
statuto del mondo delle immagini in cui siamo immersi. Didi-Huberman ritiene
infatti che la durata si costruisca in ogni istante attraverso un difficile
rapporto tra storia e memoria, tra presente e desiderio. Ma questa
costruzione si scontra sempre con gli ostacoli che la consuetudine visiva
crea. Per esempio: noi, come ogni giorno della nostra vita, guardiamo i
telegiornali. Rivediamo, per l'ennesima volta, le immagini di fuoco e
sangue, di guerra e di sofferenza. Ma quelle immagini sono realmente e
solamente delle immagini? Non sono piuttosto dei semplici trailer, cosi' come
si parla di trailer di film, sorta di clips della sventura storica che esse
sarebbero destinate a documentare? E se le cose stanno cosi', non sono forse
queste immagini impossibili da guardare veramente? Non sono esse incapaci di
costruirsi una durata, montate come sono al modo di spot pubblicitari
schiacciati da un livellamento generale? Ci troviamo di fronte a un
accecamento epocale o a semplice cinismo?
Gli altri incontri del ciclo:
Mercoledi' 22 marzo Jean-Luc Nancy "L'arte, oggi? Oggi, l'arte?"
Mercoledi' 5 aprile Nathalie Heinich "L'arte contemporanea come
genere o come paradigma?"
Giovedi' 27 aprile Jean-Christophe Bailly "L'istante e la sua
ombra. Riflessioni sul fotografico"
Come afferma Federico Ferrari - filosofo e docente di ‘Elementi di filosofia
contemporanea’ e di ‘Fenomenologia dell'arte contemporanea’ all’Accademia di
Belle Arti di Brera - tra i promotori dell’iniziativa, “Da piu' parti sembra
levarsi una voce che ripete, in modo piu' o meno preoccupato, che il nostro
sarebbe un tempo che ha perso tutti i punti di riferimento, privo di
costellazioni e astri capaci di indicare la direzione: un tempo del
disastro. L’umanita' intera starebbe vagando nel buio, verso la notte dei
tempi. Di qui il proliferare di un tono apocalittico nei media e il
propagarsi di un sentimento diffuso di insicurezza. Il mondo dell’arte e'
senza dubbio specchio di questo chiaroscuro dell’anima contemporanea, di
questa oscillazione melanconica o gravida di speranze che penetra ogni
pratica e ogni pensiero. E' con questo spirito che abbiamo affidato ad alcuni
tra i piu' autorevoli pensatori, scrittori e poeti francesi il compito di
esplorare i confini di questo spazio, di questa infinita distesa
inesplorata, simile a un foglio bianco, su cui la contemporaneita' si apre.
Non poteva che nascere un invito senza riserve a tracciare o indicare nuove
vie: carta bianca a...".
Jean-Luc Nancy (1940) e' il piu' importante filosofo francese vivente. Ha
insegnato nelle universita' di Strasburgo, San Diego e Berlino. Ha prodotto
opere fondamentali tanto nel campo della filosofia politica quanto in quello
dell’estetica. Alla sua opera Jacques Derrida ha dedicato un monumentale
saggio dal titolo Le toucher. Jean-Luc Nancy. Tra i suoi libri piu' recenti
tradotti in italiano: L’intruso (Cronopio, 2000), Essere singolare plurale
(Einaudi, 2001), La creazione del mondo (Einaudi, 2003), La pelle delle
immagini (Bollati Boringhieri, 2003), Corpus (Cronopio, 2004).
Nathalie Heinich (1955), sociologa. E' direttore di ricerca presso il CNRS.
Si e' specializzata nella sociologia dell'arte, indagando lo statuto
dell'artista, la nozione d'autore e la questione dell'identita'. Ha inoltre
svolto una piu' vasta e articolata riflessione sull'arte contemporanea e la
sua fruizione. Tra le sue opere: La Gloire de Van Gogh. Essai
d'anthropologie de l'admiration (Minuit, 1991), Du peintre a' l'artiste
(Minuit, 1993), E'tats de femme. L'identite' fe'minine dans la fiction
occidentale (Gallimard, 1996), Le Triple jeu de l'art contemporain (Minuit,
1998) e L’Elite artiste. Excellence et singularite' en re'gime de'mocratique
(Gallimard, 2005).
Jean-Christophe Bailly (1949), scrittore e drammaturgo. Ha fondato e diretto
piu' riviste: Fin de sie'cle, Ale'a e la collana "De'troits". Autore di numerose
opere, ta cui: Description d'Olonne (Bourgois, 1992), La comparution
(Bourgois, 1991), Adieu, essai sur la mort des dieux (Aube, 1993), L’
apostrofe muta (Quodlibet, 1998), Le champ mime'tique (Seuil, 2005). Ha anche
scritto studi sull’arte e monografie, in particolare dedicate a Gilles
Aillaud, Marcel Duchamp, Koo Jeong-A, Kowalski, Jacques Monory, Kurt
Schwitters e ai ritratti del Fayoum.
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Tutti gli incontri si terranno alle ore 15.00, ad ingresso libero (posti limitati) con traduzione simultanea.