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Del contemporaneo. Carta bianca a...
dal 7/3/2006 al 7/3/2006
ore 15
02 45462411, 02 48591928

Segnalato da

Manuela Petrulli




 
calendario eventi  :: 




7/3/2006

Del contemporaneo. Carta bianca a...

Fondazione Stelline, Milano

Ciclo di 4 conferenze di pensatori, scrittori e poeti francesi a cura dell’Accademia di Brera, del Centre culturel francais de Milan e della Fondazione Stelline. Oggi 'Costruire la durata': Georges Didi-Huberman si interroga sullo statuto del mondo delle immagini. L'intellettuale ritiene che la durata si costruisca in ogni istante attraverso un difficile rapporto tra storia e memoria, tra presente e desiderio...


comunicato stampa

GEORGES DIDI-HUBERMAN
parlera' di “COSTRUIRE LA DURATA"

E' questa la prima di quattro conferenze del ciclo “Del contemporaneo. Carta bianca a...", a cura dell’Accademia di Brera, del Centre culturel francais de Milan e della Fondazione Stelline di Milano.

“Del contemporaneo. Carta bianca a..." e' un ciclo di quattro conferenze che si terra' alla Fondazione Stelline dall’8 marzo al 27 aprile e vedra' alcuni tra i piu' autorevoli pensatori, scrittori e poeti francesi - Georges Didi-Huberman, Jean-Luc Nancy, Nathalie Heinich e Jean-Christophe Bailly - confrontarsi sul tema della contemporaneita'.

Il primo appuntamento e' per mercoledi' 8 marzo, con Georges Didi-Huberman, (1953), storico dell’arte e filosofo, insegnante all’Ecole des hautes e'tudes en sciences sociales di Parigi. Figura tra le piu' innovative della nuova generazione di pensatori francesi ha pubblicato molti volumi per le Editions de Minuit. In italiano si possono ricordare Beato Angelico (Leonardo, 1991), Aprire Venere. Nudita', sogno, crudelta' (Einaudi, 2001), Ninfa moderna (il Saggiatore, 2004), Immagini malgrado tutto (Cortina, 2005) e La sopravvivenza dell’immagine (Bollati Boringhieri, 2006).

Nel suo intervento, del titolo “Costruire la durata", il piu' sorprendente e fine degli intellettuali dell'ultima vague francese si interroga sullo statuto del mondo delle immagini in cui siamo immersi. Didi-Huberman ritiene infatti che la durata si costruisca in ogni istante attraverso un difficile rapporto tra storia e memoria, tra presente e desiderio. Ma questa costruzione si scontra sempre con gli ostacoli che la consuetudine visiva crea. Per esempio: noi, come ogni giorno della nostra vita, guardiamo i telegiornali. Rivediamo, per l'ennesima volta, le immagini di fuoco e sangue, di guerra e di sofferenza. Ma quelle immagini sono realmente e solamente delle immagini? Non sono piuttosto dei semplici trailer, cosi' come si parla di trailer di film, sorta di clips della sventura storica che esse sarebbero destinate a documentare? E se le cose stanno cosi', non sono forse queste immagini impossibili da guardare veramente? Non sono esse incapaci di costruirsi una durata, montate come sono al modo di spot pubblicitari schiacciati da un livellamento generale? Ci troviamo di fronte a un accecamento epocale o a semplice cinismo?

Gli altri incontri del ciclo:

Mercoledi' 22 marzo Jean-Luc Nancy "L'arte, oggi? Oggi, l'arte?"

Mercoledi' 5 aprile Nathalie Heinich "L'arte contemporanea come genere o come paradigma?"

Giovedi' 27 aprile Jean-Christophe Bailly "L'istante e la sua ombra. Riflessioni sul fotografico"

Come afferma Federico Ferrari - filosofo e docente di ‘Elementi di filosofia contemporanea’ e di ‘Fenomenologia dell'arte contemporanea’ all’Accademia di Belle Arti di Brera - tra i promotori dell’iniziativa, “Da piu' parti sembra levarsi una voce che ripete, in modo piu' o meno preoccupato, che il nostro sarebbe un tempo che ha perso tutti i punti di riferimento, privo di costellazioni e astri capaci di indicare la direzione: un tempo del disastro. L’umanita' intera starebbe vagando nel buio, verso la notte dei tempi. Di qui il proliferare di un tono apocalittico nei media e il propagarsi di un sentimento diffuso di insicurezza. Il mondo dell’arte e' senza dubbio specchio di questo chiaroscuro dell’anima contemporanea, di questa oscillazione melanconica o gravida di speranze che penetra ogni pratica e ogni pensiero. E' con questo spirito che abbiamo affidato ad alcuni tra i piu' autorevoli pensatori, scrittori e poeti francesi il compito di esplorare i confini di questo spazio, di questa infinita distesa inesplorata, simile a un foglio bianco, su cui la contemporaneita' si apre. Non poteva che nascere un invito senza riserve a tracciare o indicare nuove vie: carta bianca a...".

Jean-Luc Nancy (1940) e' il piu' importante filosofo francese vivente. Ha insegnato nelle universita' di Strasburgo, San Diego e Berlino. Ha prodotto opere fondamentali tanto nel campo della filosofia politica quanto in quello dell’estetica. Alla sua opera Jacques Derrida ha dedicato un monumentale saggio dal titolo Le toucher. Jean-Luc Nancy. Tra i suoi libri piu' recenti tradotti in italiano: L’intruso (Cronopio, 2000), Essere singolare plurale (Einaudi, 2001), La creazione del mondo (Einaudi, 2003), La pelle delle immagini (Bollati Boringhieri, 2003), Corpus (Cronopio, 2004).

Nathalie Heinich (1955), sociologa. E' direttore di ricerca presso il CNRS. Si e' specializzata nella sociologia dell'arte, indagando lo statuto dell'artista, la nozione d'autore e la questione dell'identita'. Ha inoltre svolto una piu' vasta e articolata riflessione sull'arte contemporanea e la sua fruizione. Tra le sue opere: La Gloire de Van Gogh. Essai d'anthropo­logie de l'admira­tion (Minuit, 1991), Du peintre a' l'artiste (Minuit, 1993), E'tats de femme. L'iden­tite' fe'minine dans la fiction occidentale (Gallimard, 1996), Le Triple jeu de l'art contemporain (Minuit, 1998) e L’Elite artiste. Excellence et singularite' en re'gime de'mocratique (Gallimard, 2005).

Jean-Christophe Bailly (1949), scrittore e drammaturgo. Ha fondato e diretto piu' riviste: Fin de sie'cle, Ale'a e la collana "De'troits". Autore di numerose opere, ta cui: Description d'Olonne (Bourgois, 1992), La comparution (Bourgois, 1991), Adieu, essai sur la mort des dieux (Aube, 1993), L’ apostrofe muta (Quodlibet, 1998), Le champ mime'tique (Seuil, 2005). Ha anche scritto studi sull’arte e monografie, in particolare dedicate a Gilles Aillaud, Marcel Duchamp, Koo Jeong-A, Kowalski, Jacques Monory, Kurt Schwitters e ai ritratti del Fayoum.

UFFICI STAMPA

Alessandra Klimciuk tel. (+39) 0245462437 fax (+39) 0245462432 aklimciuk@stelline.it

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Tutti gli incontri si terranno alle ore 15.00, ad ingresso libero (posti limitati) con traduzione simultanea.

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