Rassegna trasversale di video d'artista

Selezione di Francesco Ragazzi e Francesco Urbano in collaborazione con Elisa Genna
 

Consono


Alaa Edris, Kharareef (Fables from the Trucial States).
Single channel video, 5' 24'' in loop, 2011.
Courtesy dell'artista

Il video è composto dal footage di diversi documentari inglesi che raccontano la storia degli Emirati prima della loro confederazione, quando erano ancora protettorati britannici conosciuti col nome di Stati della Tregua (Trucial States).
Attraverso un montaggio per associazioni dall'andamento onirico, Alaa Edris ripercorre la memoria di un recente passato non facile da ricordare, ricavandone un personale mito fondativo.
Protagoniste fugaci del racconto sono sette donne, come sette sono gli Emirati: jinnat, cioè demoni, che popolano i racconti delle anziane nell'area del Golfo.
Appunti per una teoria matriarcale di cui non interessa la logica quanto la potenza, amplificata da uno stile che attinge in pari misura dall'horror e dal cinema espressionista.


I video sono stati esposti nella mostra Sameage, doppia personale di Alaa Edris e Valentina Roselli presso l'Antico Oratorio di S. Ludovico a Venezia


Video tratti dall'archivio online:

ART HUB
> video e suono > giovane arte > territorio >


Sei un video o sound artista? Inserisci le tue opere nell'archivio per far conoscere il tuo lavoro e partecipare a workshop, eventi e laboratori

Valentina Roselli, Yuppi Du
Single channel video, 3' 02'' in loop, 2011.
Courtesy dell'artista

Yuppi Du è il titolo di una canzone di Adriano Celentano che fa da colonna sonora all'omonimo film del 1975. A partire dal filmato di una performance televisiva per la promozione della pellicola e del disco, Valentina Roselli attua un detournement sostituendo l'audio originale con quello di un brano celebre negli Emirati Arabi degli anni '70.
Le movenze del molleggiato si confondono allora con quelle di una indiavolata danza del ventre che termina col ballerino nell'atto scandaloso di voltare le spalle al suo pubblico.
Il video, così modificato, suggerisce come la cultura italiana sia storicamente inscritta in una più ampia identità mediterranea che troppo spesso viene rimossa dalla coscienza collettiva. Un nuovo esotismo carica di senso le pose di un connazionale che ha giocato a fare la star.